E’ banalità assoluta dire che giocare in casa dei più forti di tutti sia estremamente difficile; e lo è anche dire che affrontare i migliori è sempre uno stimolo. E’ un po’ meno banale provare a pensare che sul campo dell’avversario più attrezzato si possa compiere un’impresa. Un pensiero che può sorgere per motivi vari, tra cui sicuramente spiccano le assenze, ma non solo questo. Andiamo a vedere cosa si cela dietro Efes-Olimpia Milano.
Efes-Olimpia Milano: qui Efes
Ancora lontano dai campi Bryant Dunston, è molto probabile che mancherà anche la stella Vasilije Micic. La parte interessante? Con queste due assenze l’Efes ha vinto a Barcellona, e ora la classifica parla chiaro. Eppure, per quanto la formazione di Ergin Ataman abbia trovato notevoli certezze tecniche, anche contro Milano non potrà prescindere da una grande prova di Shane Larkin. Il piccolo playmaker statunitense sarà chiamato non solo a mettere pressione alle guardie milanesi col suo uno contro uno, ma anche a sopperire a parte del lavoro di regia solitamente affidato a Micic. Attirare dunque le attenzioni della difesa e sfruttare gli spazi per i tiri aperti di James Aderson, Alec Peters, Adrien Moerman e Chris Singleton, ma anche per dare possibilità spalle a canestro a Tibor Pleiss, che al Forum imperversò nel pitturato. Ovviamente Ataman si aspetta anche un grande contributo dell’ex di turno Krunoslav Simon, le cui doti di creazione di vantaggi determineranno quanto Larkin dovrà stare in campo, e questa è la vera chiave.
In difesa, considerando la predetta assenza di Dunston, l’Efes potrebbe dover fare i conti con l’intenzione di Ettore Messina di andare tanto nel pitturato, per mettere in evidenza le lacune difensive dei più dinamici lunghi turchi. Priorità dunque a ciò che accadrà nei pressi del ferro, valutando magari meno la capacità milanese di generare vantaggi sul perimetro. Non basta questo: servirà anche la voglia dei lunghi locali di lavorare in post-up sulle linee di passaggio, insieme a una discreta pressione sulla palla. Senza Micic ovviamente viene meno anche il miglior difensore della squadra. Lecito dunque pensare a qualche minuto di lavoro sporco per Dogus Balbay e a una certa fiducia per Anderson, in grado di essere un notevole fattore difensivo. Poi, tutto quello che garantiva Dunston in termini di protezione del ferro dovrà darlo Pleiss.
Qui Olimpia Milano
Recuperato Nemanja Nedovic, Milano ha perso per alcune settimane Riccardo Moraschini, vittima di uno stiramento al polpaccio nella gara contro Treviso, e anche Jeff Brooks, sempre per problemi muscolari Dopo il capolavoro difensivo operato su Nick Calathes, Ettore Messina dovrà metterne in scena un secondo contro Shane Larkin. Stavolta la priorità del coach milanese sarà togliere la palla dalle mani del folletto dell’Efes. Facile dunque che sul pick and roll la scelta penda verso lo show difensivo, per far sì che siano poi gli altri a gestire brevi momenti di sovrannumero. Ovviamente una scelta del genere richiederebbe molta attenzione lontano dalla palla, dato che la squadra di casa schiererà quintetti molto dinamici e con molti tiratori da fuori. E rispetto all’andata i biancorossi necessiteranno di maggiore attenzione su Tibor Pleiss, sia quando giochi spalle a canestro sia a rimbalzo, dove mettere un corpo addosso al tedesco per spingerlo lontano dal ferro sarà vitale. Non per altro, ma perché dominare la lotta a rimbalzo vuol dire controllare il ritmo.
In attacco, mai come a Istanbul l’elastico area-perimetro dovrà essere efficace. Prima di tutto servirà riconoscere i quintetti dell’Efes. Con Pleiss e/o Moerman in campo alzare il ritmo e cercare di portarli fuori dall’area deve essere prioritario, magari utilizzando Luis Scola da centro o insistendo particolarmente sul pick and roll di Sergio Rodriguez e Keifer Sykes con Kaleb Tarczewski. Contro Singleton e Peters saranno invece fondamentali i post-up del solito Scola e di Arturas Gudaitis, chiamati, come sempre, a dare credibilità alla squadra spalle a canestro. Un compito che potrebbe spettare anche a Vladimir Micov, soprattutto se marcato da Simon. Ovviamente affinché il dualismo area-perimetro funzioni, a Milano serve trovare buone percentuali dall’arco e, soprattutto, avere sempre un esterno in grado di creare vantaggi individualmente. E ora si può, perché (per l’ennesima volta) torna in campo Nemanja Nedovic. Se il serbo riuscisse mai a restare sano fino a fine stagione, cambierebbero di molto le prospettive di Milano. Perché l’Olimpia Milano deve assolutamente essere la squadra di Nemanja Nedovic, una necessità che è tale già dalla scorsa stagione. Si è visto fin troppo quanto finora sia mancato.