Ed è proprio quando la palla scotta che i veri campioni vengono fuori. Ci sono volute sette partite per decretare la vincitrice della Eastern Conference e, come succede da quattro anni a questa parte, a trionfare è stato LeBron James e compagnia cantante. La serie Celtics-Cavaliers si è infatti conclusa in gara 7 con la vittoria dei vicecampioni NBA.
CELTICS-CAVALIERS: IL RE LA SPUNTA ANCORA UNA VOLTA
Il Re ha letteralmente trascinato la sua squadra ad una finale, ancora una volta (traguardo che raggiunge da otto anni consecutivi, quattro in Ohio e quattro con i Miami Heat).
La pesante sconfitta per 96-83 in gara 5 poteva apparire come una specie di resa, di addio di ogni speranza di ritornare a giocarsi il tutto per tutto per il titolo NBA. Ed invece è proprio in quel momento che si è visto il miglior James possibile: in gara 6 pareggia i conti della serie segnando 46 punti ed in gara 7 espugna l’inespugnabile TD Garden con 35 punti, 15 rimbalzi e 9 assist giocando tutti e 48 minuti.
Marcus Morris ha svolto un egregio lavoro difensivo su James, ma il nativo di Akron è stato in grado di saper coinvolgere a turno i propri compagni di squadra. Spiccano le prestazioni di Jeff Green in gara 7 (19 punti), di George Hill in gara 6 (20 punti) e di Kyle Korver in gara 4 (14 punti).
Se c’è stata una grande serie comunque, i meriti non vanno solo al Prescelto, ma anche a dei Boston Celtics che hanno lottato con le unghie e con i denti per tutte e sette le partite. I ragazzi di Brad Stevens non sono mai riusciti ad uscire vincitrici dalla Quicken Loans Arena e il ‘fattore TD Garden’ è crollato proprio sul più bello, a gara 7. I Celtics infatti davanti al proprio pubblico fino a quel momento non erano mai usciti sconfitti e, ironia della sorte, è capitato proprio nella gara decisiva delle Eastern Conference Finals.
Nonostante questa sconfitta però Boston esce di scena non a testa alta, di più. Coach Stevens, privo dei due leader Kyrie Irving e Gordon Hayward, ha disputato una stagione eccellente. La cosa che deve far maggiormente rallegrare tutti i tifosi Celtics è quello di poter guardare al futuro non con paura, ma con un enorme sorriso. Su questo gli elogi vanno al GM Danny Ainge che ha saputo costruire un roster giovane e già pronto a competere per grandi successi: Jayson Tatum, Jaylen Brown e Terry Rozier lo hanno egregiamente dimostrato in questi playoff.
IL CAMBIO DI INERZIA DOPO GARA 5
A festeggiare purtroppo è sempre solamente una sola persona. LeBron James, con un ancora incerto futuro davanti, a 33 anni riesce a fare la differenza, quanto meno ad Est.
Dopo gara5, come detto, ai più era apparso stanco, in riserva e senza forze per le successive partite. Il 23 ha saputo capovolgere l’inerzia che dopo il quinto incontro sembrava tutta dei Celtics e lo ha dovuto fare senza l’infortunato Kevin Love. L’ex Minnesota Timberwolves infatti, in gara 6, è stato costretto ad un uscire dal campo per un colpo alla testa dopo pochi minuti di gioco. Questo infortunio ha tenuto fuori dal campo il numero 0 anche nella decisiva gara 7.
È inutile nascondersi, gran parte dei meriti, se non quasi tutti, di questa ennesima finale di Cleveland sono di LeBron. Come giusto che sia in questa serie abbiamo potuto vedere meglio come i Cavaliers si siano totalmente affidati alle mani del proprio trascinatore.
Boston, al contrario, ha dimostrato di avere un sistema di gioco ben collaudato con diversi protagonisti. Oltre ai tre giovani sopracitati, non vanno dimenticate le prestazioni del saggio Al Horford, del granitico Marcus Morris e del generoso, ma rude Marcus Smart.
I Cavaliers dunque sconfiggendo i Boston Celtics andranno ad affrontare i Golden State Warriors nelle prossime Finals. I ragazzi della Baia hanno tutti i favori del pronostico, ma attenzione che in casa Cleveland ci potrebbe essere qualcuno con ancora tanta fame.