Home NBA, National Basketball AssociationApprofondimenti Miami Heat preview 2020/2021: il peso di scrivere un finale diverso

Miami Heat preview 2020/2021: il peso di scrivere un finale diverso

di Michele Conti
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L’esplosione di talento e chimica di squadra dei Miami Heat nella bolla di Orlando è avvenuta con una precocità tale che probabilmente ha stupito anche Pat Riley. Il presidente della franchigia aveva minuziosamente studiato ogni mossa per costruire un roster che potesse tornare ad affermarsi nei ranghi più alti e competitivi della lega. Ciò nonostante, i Miami Heat si sono già dimostrati pronti. Il raggiungimento delle NBA Finals ha stupito chiunque, ma ha anche stranito qualcuno. Ecco la preview dei Miami Heat per la stagione 2020/2021.

Come riferito da Zach Lowe di ESPN, sussiste dello scetticismo da parte di alcuni soggetti all’interno della lega riguardo la cavalcata dei Miami Heat. Un totale ribaltamento delle aspettative che ha portato a definirla letteralmente un “colpo di fortuna”. Un prodotto della bolla. Un dazio che molte squadre hanno pagato a caro prezzo, mentre gli Heat si deduce ne abbiano ampiamente beneficiato. Ora, accantonato questo punto di vista, è il momento per la squadra di Erik Spoelstra di affermare il proprio valore. Il senso di rivalsa li guiderà con l’auspicio di scrivere un finale diverso, glorioso.

I movimenti nella off-season

NBA Free agency
Goran Dragic e Bam Adebayo.

La preview dei Miami Heat per la stagione 2020/2021 si apre parlando delle mosse di mercato. Nella conferenza stampa al termine della stagione 2019/2020, Pat Riley aveva dettato le linee guida per la off-season dei Miami Heat. “Sappiamo quali sono le nostre priorità. Dovremo prenderci cura dei giocatori che già abbiamo, e assicurarci che possano continuare con noi.” La coerenza è da sempre una delle migliori caratteristiche di Pat Riley. Detto ciò, i Miami Heat hanno confermato ben 12 giocatori del roster, facendo trasparire tutta la fiducia sul lavoro svolto lo scorso anno. Inoltre, tale scelta dimostra che questa strada è quella giusta da intraprendere, mostrando l’esigenza di assicurare continuità al percorso.

I Miami Heat hanno operato nelle loro migliori possibilità. La free agency si è aperta con la firma di Goran Dragic e Meyers Leonard. Lo sloveno ha disputato una delle migliori stagioni nella sua carriera, e l’immediata intenzione della franchigia era quella di proseguire il trend positivo. Dragic intenderà mettere anche il suo contributo nel finale da riscrivere, in quanto la sua presenza alle NBA Finals è stata sporadica a causa di un complicato infortunio al piede. Una storia romantica quella tra il playmaker trentaquattrenne ed i Miami Heat. La volontà di continuare insieme è stata reciproca. Sia Dragic che Leonard hanno firmato un contratto biennale, in cui è presente una team option per il 2021/2022.

Inoltre, meritevole di stima è la firma di Udonis Haslem, alla diciottesima stagione con i Miami Heat. La valenza di questa mossa non avrà a che vedere con le rotazioni di Spoelstra, bensì con la leadership da veterano e lo spirito guida per i giovani talenti in squadra. Al contrario, l’accettazione di Kelly Olynyk della player option per il suo ultimo anno di contratto avrà influenza sulla strategia offensiva. I tre spot mancanti sono quelli di Jae Crowder, Derrick Jones Jr. e Solomon Hill. Tra questi, l’apporto di Crowder si manifesta come il vuoto di maggior difficoltà da colmare. La sua attitudine difensiva è stato un importante fattore critico del successo dei Miami Heat, in aggiunta al suo affidabile tiro da tre punti. Così, Pat Riley ha inserito nel roster Maurice Harkless e Avery Bradley, il cui apporto difensivo è di affermato valore. Mentre Harkless ha firmato un contratto annuale, per Bradley l’accordo è su due anni, ma con la possibilità dei Miami Heat di terminare il rapporto nel 2021.

Una doverosa dose di attenzione va posta al draft: con la ventesima scelta i Miami Heat hanno selezionato Precious Achiuwa. Il prodotto di Memphis University combina energia, atletismo, ed esplosività, e si unirà alla rotazione dei giocatori sotto canestro. Nella sua esperienza al college, ha chiuso con una doppia-doppia di media da 15.8 punti e 10.8 rimbalzi. All’inizio del training-camp, si intravedrà anche una sfumatura di tricolore italiano. Paul Eboua, prodotto della Stella Azzurra di Roma, contenderà l’ultimo two-way contract rimasto a disposizione della franchigia.

Infine, i Miami Heat hanno esteso il contratto di Bam Adebayo. Per la quattordicesima scelta al draft del 2017, è arrivato il momento di consacrare la sua ascesa. A partire dalla stagione 2021/2022, entrerà nel primo anno del suo quinquennale contratto da 163 milioni di dollari. Questo, con la presenza di una serie di clausole, può potenzialmente raggiungere i 195 milioni. Il talento di Bam Adebayo è una pietra preziosa che Pat Riley intende custodire gelosamente.

Questa mossa ha introdotto dei leggeri “malcontenti” per aver condizionato la posizione della franchigia nella prossima free agency. In particolare, nella corsa a Giannis Antetokounmpo, e non solo. I Miami Heat sono famosi strateghi, e sanno come generare spazio per concorrere a importanti firme sul mercato. La presenza di una team option nei contratti di Dragic, Leonard e Bradley, è frutto di una attuale necessità di essere competitivi.

Allo stesso tempo, non intende precludere la possibilità di andare a caccia di una terza stella nel prossimo futuro. Probabilmente, la mancata firma di Crowder è dovuta da questa impossibilità della franchigia di assicurare un contratto pluriennale a diversi giocatori. I 30 milioni in tre anni garantiti dai Phoenix Suns non sono parsi pareggiabili da parte di Pat Riley, perciò ha ricercato alternative più economiche ma di un valore complessivo molto vicino.

Heat preview 2020/2021: il gioco

La prestanza difensiva ed offensiva dei Miami Heat è stata oggetto di ammirazione durante la ripresa della stagione. Erik Spoelstra ha donato imprevedibilità alla sua squadra. La flessibilità e la capacità di adattamento alle caratteristiche dell’avversario hanno posto i giocatori nelle migliori condizioni per eccellere il proprio rendimento.

Nella stagione 2019/2020, i Miami Heat si sono posizionati undicesimi per defensive rating, con 110.3 punti subiti ogni 100 possessi. A livello di attacco, hanno coperto il settimo posto per offensive rating, facendo registrare 113.3 punti ogni 100 possessi. In entrambi gli aspetti, i vicecampioni ripartiranno da ciò che più ha funzionato nella parte finale della scorsa annata. La preview dei Miami Heat per la stagione 2020/2021 prosegue con l’analisi dei punti di forza su entrambi i lati del campo. Le chiavi che hanno portato la squadra ad assaporare l’atmosfera delle NBA Finals dopo cinque anni. Il rispetto che Erik Spoelstra ha guadagnato nel corso della sua carriera nasce dall’abilità di elevare il rendimento nella metà campo di difesa. Come la maggioranza delle squadre NBA, viene spesso privilegiato l’accoppiamento uno contro uno. Ciò nonostante, i Miami Heat dispongono di assetti difensivi, in parte anche innovativi, che colpiscono i punti di forza degli avversari. Al fine di godere di questa capacità, è necessario avere giocatori duttili, atletici e che possano ricoprire diversi ruoli. Proprio qui, il mercato nella off-season ha cercato di individuare elementi che ben si prestano ad un assetto difensivo multi-posizionale.

Nel corso dei passati playoffs, la solidità difensiva dei Miami Heat è stata il miglior biglietto da visita per ogni squadra che hanno affrontato. Nella serie contro i Milwaukee Bucks, Erik Spoelstra ha assemblato un muro difensivo che ha tenuto il due volte MVP Giannis Antetokounmpo a cifre lontane dal suo calibro. Quando si affrontano giocatori così dinamici e che fanno della transizione la loro migliore arma, la tattica è proprio quella di costruire una barriera. Così è stato: ogni giocatore proponeva un trattamento riservato per la stella dei Milwaukee Bucks. In penetrazione, la soluzione è rendere passivo ogni suo tentativo al ferro, costringendo giocate forzate. I Miami Heat hanno saputo chiudere il pitturato e tenere le proprie mani costantemente attive per smorzare ogni realizzazione al ferro.

Il ‘muro’ con cui gli Heat hanno fermato Giannis ai playoffs.

L’utilizzo della difesa a zona è notevolmente incrementato nell’ultima stagione, ma in pochi la considerano come una valida opzione. Per alcune squadre, è ancora una rarità. Ma se queste non si sono cimentate nell’inserire la zona nel proprio set di schemi difensivi, il vero problema diventa quando va affrontata. I Miami Heat fanno di questo posizionamento 2-3 un marchio di fabbrica. Con essa, rallentano il ritmo offensivo degli avversari, causando disordine nell’attacco e forzando palle perse.

Soprattutto in situazioni clutch, la difesa a zona può determinare un ribaltamento della gara. Questo si è verificato con più frequenza nella serie contro i Boston Celtics. La più grande vittoria nell’utilizzo della zona 2-3 per i Miami Heat è ridurre le situazioni di uno contro uno per giocatori come Herro, Dragic e Robinson. Coloro che sono i più indiziati a venire cercati dagli attacchi opposti, con questo sistema elevano il loro contributo difensivo. Inoltre, la presenza di esperti come Butler è inestimabile. Con estrema mobilità ed intelligenza, permette l’intercetto di passaggi e l’apertura di semplici transizioni offensive. Ecco perché il pacchetto difensivo dei Miami Heat è tra i più all’avanguardia nella NBA. La Heat Culture, così tanto bramata durante la post-season, spinge i giocatori a “svuotare il serbatoio” in campo. E tutto questo parte dalla difesa. Anche per la stagione 2020/2021, sarà questa la freccia più letale nell’arco di coach Erik Spoelstra. Una statistica da approfondire sarà quella dei rimbalzi, riportare da TeamRankings. i Miami Heat concedevano in media ben 9.4 rimbalzi offensivi di media a partita. Una difesa che lavora così duramente con gli esterni è maggiormente esposta a rischi nel pitturato. Per questo, l’innesto di Achiuwa, giovane e versatile rookie, potrà positivamente contribuire alla causa.

L’approccio offensivo dei Miami Heat è molto più orientato al ‘tutti per uno‘, che all’uno per tutti. Nella post-season, sono stati sei i giocatori che hanno registrato una doppia cifra di media per punti a gara. In questo sistema di concorrenza perfetta, ognuno è in grado di mostrare la propria offerta preferita di soluzioni offensive. Questo si realizza attorno all’apporto dei due All-Star. Però, assicura la crescita in termini di responsabilità ed il coinvolgimento nelle fasi di attacco anche di altri giocatori. In questo modo, il ventaglio di opzioni è vasto. Tutto ciò può portare, a correnti alternate, all’affermazione di diversi protagonisti in più frangenti nella stessa partita.

Un’azione corale dei Miami Heat.

Tale predisposizione dona versatilità ad Erik Spoelstra e permette di svariare tra un numero non limitato di giocatori, e tutti affidabili. Il gioco offensivo dei Miami Heat sarà fortemente incentrato sul continuo movimento da parte di ogni giocatore sul parquet. Nessun protagonista solitario: il ricorso a situazioni di isolamento è moderato. La primaria caratteristica è la velocità e l’energia: continui hand-off, tagli e ripetuti blocchi. Questa è la forza, manifestata dalle statistiche della passata stagione. La squadra di Erik Spoelstra ha chiuso quinta in tutta la lega per assist, con 25.7 a partita. Dei passaggi spesso diretti a tiratori dall’arco: anche in questo dato gli Heat hanno registrato un risultato da top cinque, con un 37.4% in stagione.

Ancora si propone il problema della presenza a rimbalzo per i Miami Heat. Quando sul parquet è dominante la presenza di giocatori che si muovono costantemente con i piedi dietro l’arco, assicurare presenza a rimbalzo non è automatico. Nella stagione 2019/2020, i Miami Heat erano ventinovesimi nella lega per media di rimbalzi offensivi catturati. Un rischio che intendono correre se necessario a mettere in ritmo i propri giocatori.

In concordanza con la costruzione di ogni roster nell’attuale NBA, si aggiungono sempre più tiratori che aprano spazio per i penetratori. Allo stesso tempo, questi sono una minaccia da contenere. Questo è ciò che i Miami Heat hanno realizzato per Jimmy Butler, uno dei pochi superstiti nel fare minimo affidamento sul tiro dalla lunga distanza. La creazione di tiri, per sé e per gli altri avviene spesso in condizioni di pick-and-roll, una soluzione principe dell’attacco dei Miami Heat. Qui, Butler agisce egregiamente sia da bloccante, per ottenere situazioni favorevoli di mismatch, ma anche da regista per liberare spazio per il tiratore aperto.

Per la stagione 2020/2021, ancora più centrale sarà sicuramente il ruolo di Bam Adebayo nell’attacco dei Miami Heat. Lui è il principale indiziato per mettere in costante ritmo tutti i tiratori, con blocchi ed hand-off, spesso anche ripetuti nella stessa azione. Inoltre, la capacità di ball handling del numero 13 gli permette di aprire le azioni direttamente da rimbalzo difensivo. Le migliori situazioni offensive nascono proprio dalla ricezione in post, o al gomito, di Adebayo, che con notevoli abilità come passatore diventa pericoloso in ogni circostanza.

A fianco delle due stelle, si attenderà un nuovo sviluppo da parte di Duncan Robinson e Tyler Herro. Il primo ha chiuso la passata stagione con 270 triple segnate, terzo in tutta la lega. La condizione di continuo movimento nell’attacco dei Miami Heat si prospetta proprio per giocatori come Robinson, la cui maggior parte dei canestri arriva da assist. Mentre Tyler Herro ha dimostrato di avere capacità di attaccare il suo uomo con coraggio e con soluzioni di un calibro che in pochi si aspettavano da un rookie. La creatività non manca ai Miami Heat, e l’impressione è che saranno ancora più completi della passata stagione.

Un potenziale fattore: Kendrick Nunn

Kendrick Nunn disputerà la seconda stagione in maglia Miami Heat

L’avvicinamento alla conclusione di questa preview per la stagione 2020/2021 dei Miami Heat passa per il riguardo verso un potenziale protagonista. Kendrick Nunn ha un passato da sconosciuto. Per quanto non sia stato selezionato al Draft del 2018, la guardia di Chicago ha trovato modo di farsi conoscere con il suo gioco. Nella passata stagione Nunn ha giocato 67 gare di regular season, e ha sempre fatto parte dello starting lineup. Dopo aver chiuso con 15.3 punti di media, è entrato a far parte del primo quintetto All-NBA dei rookie. Nella post-season, ha visto il suo ruolo completamente ridimensionato. Complice l’esplosione di Dragic e l’improvvisa elevazione di Herro, Kendrick Nunn è stato accantonato.

Una personalità forte, a volte anche ingombrante, come giudicata da alcuni a causa della eccessiva mole di tiri che prende. Nonostante questo, il prodotto della G-League è stata una delle sorprese più rilevanti. Ed è da qui che Kendrick Nunn vorrà riprendere . Per questo, non va esclusa la scelta di inserirlo come point guard titolare nella stagione 2020/2021. In questo modo, potrebbe essere una ottima alternativa a Goran Dragic. Lo sloveno, di recupero da un infortunio, vedrebbe preservato il suo trattamento, anche in ottica playoffs.

Già lo scorso anno, Dragic era il faro offensivo della second unit. Se i Miami Heat inserissero lui e Herro come coppia di piccoli in uscita dalla panchina, si assicurerebbero un apporto di lusso. Questo donerebbe a Kendrick Nunn una iniezione di fiducia importante, e bilancerebbe la qualità del quintetto iniziale. Un attaccante certificato, estremamente sicuro di sé. La sua presenza rappresenterebbe l’aggiunta di una ennesima figura offensiva da osservare per le difese avversarie. Sicuramente, Kendrick Nunn non vorrà più seguire la parte finale della stagione dalla panchina.

Heat preview 2020/2021: le aspettative stagionali

Il peso di dover confermare quanto già mostrato è sempre arduo da portarsi sulle spalle. I Miami Heat hanno le carte in regola per ripetere il percorso compiuto la passata stagione, ma dovranno fare i conti con una altrettanto rinnovata concorrenza. Senza dubbio, la già citata continuità mostrata da Pat Riley nella off-season permetterà di non dover stravolgere nulla in fase di preparazione. L’obiettivo sarà quello di inserire i nuovi innesti nella struttura della squadra, e godere dell’evoluzione dei suoi più giovani giocatori.

La Eastern Conference appare nettamente più competitiva. Oltre a cambiamenti nelle guide tecniche, ogni franchigia principalmente diretta a competere per il titolo ha cercato di aggiungere risorse importanti. Il messaggio di questa preview per la stagione 2020/2021 è chiaro: i Miami Heat sono la squadra da battere ad Est. Per ogni uscita dal roster, si può considerare che Pat Riley abbia eseguito un upgrade. Magari, coach Erik Spoelstra otterrà finalmente quel premio di allenatore dell’anno che non gli è mai stato riservato. Prima di ciò, dovrà affermare il suo status alla guida di un team giovane, ma già più esperto di quanto si possa pensare.

I Miami Heat hanno già dimostrato di avere torto a chi li escludeva dalla corsa alla finale NBA, e ora sarà ancora più complicato. Come spesso affermato da Jimmy Butler, l’etichetta di underdogs è sempre piaciuta alla squadra. Una cosa è certa: a nessuno piace trovarsi contro i Miami Heat.

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