Speranze e prospettive nelle mani di un ragazzo che, ancor prima di iniziare la stagione, sta già facendo parlare di se: Tyler Herro. Primo in NBA a fare i conti con il talento chiamato dai Miami Heat con la scelta numero 13 al Draft 2019 è stato, purtroppo, il nostro Marco Belinelli.
Poco più di due minuti alla sirena del primo quarto , cinque secondi al termine dell’azione offensiva e Dion Waiters consegna la palla al numero 14 sull’arco dei tre punti. Belinelli decide, giustamente e dopo proveremo a spiegarvi il perchè, di uscire forte sul tiratore. Finta di corpo, palla per terra, ‘step-back‘, tiro e fondo della retina.
Chi conosce Tyler Herro e ne ha seguito l’anno agli ordini di coach John Calipari a Kentucky , o quelli di High School nel Wisconsin, non si stupirà per la sopracitata azione, nonostante fosse la sua prima marcatura nella pre-season NBA.
Chiuderà il match con San Antonio, il primo test degli Heat, con 18 punti all’attivo in 28 minuti, conditi da 3 rimbalzi ed altrettanti assist. Arrivano poi altre due vittorie per Miami in preseason, contro Hornets ed Hawks, con Herro decisivo nella seconda di queste: ne fa 23 in 25 minuti, oltre a 5 rimbalzi e 3 assist. Il tutto partendo in quintetto.
Dal Wisconsin a Miami: il viaggio del figlio di Chris
Chissà cosa avranno provato mamma Jennifer e papà Christopher nel vedere il loro ragazzo seminare il panico fra i difensori avversari sul parquet dell’American Airlines Arena, sicuramente una gioia difficilmente spiegabile. Il viaggio di Tyler comincia in quel di Milwaukee, città del Wisconsin, il 20 gennaio del 2000.
Il padre ‘Chris’ non riuscì a realizzare il sogno di diventare un giocatore professionista quando, negli anni della High School in quel di Florida State, si ruppe il legamento crociato anteriore.
Datosi alla carriera di allenatore fu fra i primi tecnici di Tyler sino al termine degli anni della YMCA League. Tyler ha sempre dichiarato che suo padre è stato fondamentale nel suo processo di miglioramento nella pallacanestro, poichè fondamentale nel saper lavorare al meglio sia da allenatore che da genitore. Il periodo della High School, in quel di Whitnall, ne lascia intravedere il grandissimo potenziale: chiuderà la carriera nel Wisconsin con più di 2000 punti a referto e le sue medie nell’anno da senior recitano 32.9 punti, 7.4 rimbalzi, 3.6 assist e 3.3 palle rubate con oltre il 50% dall’arco dei tre punti.
Tyler non ha mai lasciato che nessun altro definisse che tipo di giocatore fosse, lui ha deciso quale tipo di giocatore sarebbe diventato. In base a questa decisione ha lavorato per diventare un cestista completo, che può segnare nel pitturato, che può tirare da fuori, che può difendere e prendere rimbalzi. E’ la sua completezza che gli farà aver successo al prossimo step. E’ stato un piacere allenarlo quest’anno e non vedo l’ora di vedere cosa potrà fare in NBA – John Calipari, allenatore di Kentucky.
L’anno scorso, da ‘Freshman‘, è stato uno dei protagonisti della stagione dei Kentucky Wildcats di John Calipari, il coach che ha allenato la duttilità di Herro, non relegandolo al solo ruolo da tiratore ma cercando di migliorarne l’agilità, il ‘foot-work‘ ed il gioco senza palla. La squadra arriva ad un passo dalle Final Four, perdendo nella finale della Midwest Regional contro gli Auburn Tigers, ma Herro è assoluto protagonista e la scelta di Miami di selezionarlo come tredicesima scelta conferma il tutto. E’ stato altrettanto in evidenza nella Summer League, dove ha sfiorato i 20 punti di media, con quasi cinque rimbalzi e poco più di quattro assist.
Il viaggio di Herro in NBA deve ancora dire tanto, ma proviamo a tracciarne un disegno, non soffermandoci sulle sue evidenti doti balistiche, ma andando un po’ più a fondo.
Il numero 14 e la metà campo offensiva: è solo un tiratore?
Per tutti coloro che si stanno chiedendo se Tyler Herro sia solo un eccellente tiratore la risposta è ‘NO’. Il tiro, certo, è il fondamentale in cui in questo momento della sua carriera eccelle, ma va sottolineato come i suoi 19 anni sottintendano ampissimi margini di miglioramento. Non brilla per esplosività, difficilmente lo vedremo battere l’uomo sul primo palleggio, ma diversa è la questione quando deve farlo in situazione di possesso statico, quando può anche sfruttare il suo ottimo ‘step-back‘. Un’altra grande dote del giocatore scuola Kentucky è la rapidità delle mani, sia nel palleggio che nel tiro. Nell’azione sopracitata in cui segna in faccia a Belinelli impiega poco meno di due secondi per fare due palleggi, crearsi lo spazio e rilasciare la palla. Questo gli consentirà di crearsi buone opportunità in isolamento e soprattutto contro giocatori contro più alti di lui, magari sbilanciandoli con una delle sue finte di corpo.
Tyler Herro è abile nello sfruttare i blocchi dei compagni e liberarsi per il tiro.
Altro capitolo da aprire è quello relativo alla visione di gioco, fondamentale per compiere la lettura adeguata.
Quando lo vedrete attaccare l’area, la maggior parte delle volte sarà per poi trovare il passaggio migliore per mettere in condizione i compagni di far male alla difesa, specialmente in situazione di pick and roll. Tyler Herro è anche, quindi, un passatore niente male.
Tyler Herro e la difesa: tempestività nell’anticipo
Pur non essendo particolarmente alto è un giocatore molto presente a rimbalzo, non teme lo scontro fisico con giocatori più prestanti di lui.
Non è particolarmente agile e per tale ragione si troverà in difficoltà a difendere su chi fa dell‘esplosività un cavallo di battaglia, il Russell Westbrook di turno per rendere l’idea. La rapidità dei piedi è un aspetto del gioco molto curato nella fase di crescita di chi si avvicini alla pallacanestro, in questo caso Tyler Herro avrà modo, se la sua carriera NBA proseguirà nel migliore dei modi, di lavorarci su.
Compensa decisamente con la capacità di difendere lontano dalla palla. Nella gara contro gli Spurs compie un ottimo anticipo su Marco Belinelli che non riceve il passaggio di Patty Mills e si vede proprio come Herro guardi l’uomo tagliargli alle spalle e, essendosi staccato dall’avversario lontano dalla palla, riesce con un passo solo ad intercettare il servizio dell’australiano.
Attenzione e prontezza nel coprire le linee di passaggio.
Non brillando nel breve, recupera qualcosa nel lungo, come quando nella stessa gara stoppa Bryn Forbes, tagliatogli davanti sul perimetro (non lo tiene sul primo passo) sfruttando la presenza di Aldridge per poi venire rimontato non riuscendo nel tentativo di proteggere il tiro passando sotto il ferro.
Ciò che quindi potrà fare la differenza per Tyler Herro nella metà campo difensiva sarà trovare la posizione migliore rispetto all’avversario, sopperendo quindi a qualche limite dal punto di vista fisico ma dando dimostrazione di grande intelligenza tattica.
Cosa aspettarci da Tyler Herro e dagli Heat?
Se Tyler saprà sfruttare i minuti che gli verranno concessi sarà sicuramente una delle sorprese di questa stagione e non solo per quanto riguarda i Miami Heat. La squadra di Erik Spoelstra ha le carte in regola per centrare i playoffs ad est, dove da qualche anno a questa parte serve una percentuale di vittorie leggermente minore rispetto ai colleghi dell’ovest (Nelle ultime sei stagioni è capitata solo una volta che l’ottava squadra dell’est avesse uno score maggiore di quello dell’ottava dell’ovest).
Gli infortuni che hanno caratterizzato la passata stagione dei Miami Heat dovrebbero essere solo un lontano ricordo e Herro potrà adattarsi al massimo campionato senza la pressione di dover arrivare subito e potendo imparare da compagni del calibro di Goran Dragic e Jimmy Butler, ritagliandosi quei minuti che, se sfruttati a dovere, potranno lievitare sempre più, con il diciannovenne di Milwaukee che rischia di ritrovarsi in quintetto ancor prima di quanto previsto. Starà ad Erik Spoelstra riuscire a coltivare il talento di un giocatore che se chiamato in causa potrebbe davvero spostare gli equilibri, se non nell’immediato, certamente in futuro.