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NBA, Heat e Bulls perdono una seconda scelta al draft per tampering sulle trade Ball e Lowry

di Carmen Apadula
kyle lowry

I Miami Heat e i Chicago Bulls hanno perso la seconda scelta al prossimo draft NBA, quello del 2022, questa è stata la decisione della NBA dopo l’indagine per tampering sulle sign and trade di Kyle Lowry e Lonzo Ball rispettivamente

Innanzitutto, col termine tampering si intendono le “lusinghe” da parte di squadre o singoli giocatori, nei confronti di giocatori con un contratto prossimo alla scadenza. 

Ebbene, la NBA stava indagando sulla regolarità delle trade riguardanti Kyle Lowry e Lonzo Ball. Dopo aver condotto una lunga indagine, che andava avanti da agosto, la NBA aveva ipotizzato degli accordi avvenuti prima dell’apertura ufficiale della free agency (aperta il 2 agosto 2021). Come ben sappiamo, la lega è molto severa su questo punto, e le prove raccolte hanno permesso alla NBA di sostenere l’irregolarità delle due trade. Nello specifico, parliamo della trade che ha portato Lowry a Miami, in cambio di Dragic e Achiuwa, e di quella che ha portato Ball a Chicago, in cambio di Satoransky, Temple e una scelta al secondo giro del draft. Lowry aveva firmato un contratto da 85 milioni in 3 anni, mentre Ball uno da 80 milioni in 4 anni

Ora, il rischio era una bella multa di qualche milioncino di dollari, addirittura la cancellazione delle trade, penalizzazioni per quanto riguarda i record delle squadre, oppure la perdita di una scelta al prossimo draft (un po’ come successe l’anno scorso ai Bucks per la questione Bogdan Bogdanovic). Alla fine delle indagini, sembra che la decisione presa dalla NBA riguardi proprio l’ultima opzione. La meno peggio, in fin dei conti. 

Un annuncio, quello delle due sanzioni, subito commentato dallo staff di Miami, via social, con un post che recita: “Nonostante non siamo d’accordo con la decisione presa, la accettiamo. Ora dobbiamo andare avanti con la nostra stagione”. 

Come detto prima, molti hanno fatto riferimento a quanto successo ai Milwaukee Bucks per il caso Bogdan Bogdanovic. Ma il paragone non è propriamente corretto, in quanto la collaborazione di Chicago e Miami è stata totale, mentre l’accordo raggiunto dai Bucks con il giocatore serbo è poi saltato (Bogdanovic ha poi firmato un contratto con gli Hawks da 72 milioni in 4 anni). Anche in quel caso, però, la NBA decise di togliere a Milwaukee una scelta al secondo giro del draft 2022 (che quindi vedrà 3 chiamate complessive in meno), anche se i Bucks non hanno aggiunto Bogdanovic al proprio roster, come accaduto invece per Chicago e Miami. 

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