Dopo anni di attese deluse, di slogan presto svaniti e di precoci entusiasmi spenti dai risultati i Minnesota Timberwolves sono tornati ad avere una stagione positiva. La squadra di coach Chris Finch è partita male, ma nel corso della stagione è stata capace di risalire le posizione e di guadagnarsi prima un posto al play-in e poi il pass per i playoffs. Purtroppo la loro postseason è durata solo 6, con i Memphis Grizzlies che vince la sfida più equilibrata del primo turno, ma questa annata è stata fondamentale per far crescere un gruppo giovane e di buona prospettiva.
Individualmente i giocatori di Minnesota sono cresciuti molto: Towns si è confermato a livelli da All-Star Game, Edwards è sempre più il volto e il futuro della franchigia, Beverley il veterano giusto da seguire, Vanderbilt e McDaniels due giovani funzionali e Beasley lo specialista dalla panchina. Un solo giocatore ha reso al di sotto delle aspettative, soprattutto ai playoffs, D’Angelo Russell. L’ex Nets non ha giocato ai livelli raggiunti in passato ed è il principale indiziato per essere sacrificato in estate per far fare ai Twolves lo step necessario.
Timberwolves, addio di D’Angelo Russell fondamentale per salire di livello
Mentre i ragazzi si godono finalmente il meritato riposo dopo la lunga stagione NBA, il front office della franchigia del Minnesota ha già la testa al prossimo anno e alla vicina offseason. La struttura della squadra c’è, il coach c’è, i giovani di prospettiva ci sono, quindi la priorità è trovare quel giocatore che ti faccia fare il salto di qualità. Per fare ciò, però, qualcuno deve partire e sembra che la dirigenza abbia già in mente chi. Negli ultimi giorni, infatti, sta girando la notizia che i Timberwolves stiano testando il mercato della loro point guard. A riportare la notizia è stato il giornalista Marc Stein, che in un articolo, ha dichiarato
“I Minnesota Timberwolves stanno valutando l’ipotesi di scambiare D’Angelo Russell dopo il flop degli ultimi playoffs“
La sensazione che tra le tre stelle Russell fosse quello più sacrificabile e meno dentro gli schemi si era percepito già in stagione, ma nei playoffs è stato palese. Se Edwards, alla prima apparizione in post-season, ha impressionato in positivo e Towns, dopo il passaggio a vuote contro i Clippers, ha mostrato di essere uno dei centri più forti della lega, D’Angelo non è mai riuscito a incidere venendo spesso panchinato nei momenti chiave. I 12 punti di media con il 33% dal campo in 33 minuti in campo a partita nella serie contro Memphis spiegano bene il perché di questa delusione interno alla point guard nativa del Kentucky.
Iniziano i rumors, ma il contratto di Russell non sarà facile da scambiare
Le voci di trade sulla guarda dei Twolves iniziano a comparire. Però, chi si prenderà D’Angelo Russell, dovrà far spazio anche al suo contratto di un anno da 31.4 milioni di dollari. La durata breve potrebbe rendere meno complesso imbastire una trade, ma lo stipendio così alto per un giocatore che non ha mai totalmente convito non aiuta. Dovrà essere bravo il GM Sachin Gupta nell’impostare una trattativa che soddisfi entrambe le parti. Ad ora è ancora molto difficile ancora fare nomi delle franchigie che potrebbero prendersi la point guard dei Twolves, ancora più cervellotico è fare ipotesi di trade. Però ci sono già altre franchigie attive sul mercato che potrebbero testare il terreno.
Tra i nomi di squadre che sono già in movimento quelle che potrebbero sondare il terreno sono: gli Utah Jazz, che sembra vogliano rifondare intorno a Mitchell e potrebbero far partire Conley, i Chicago Bulls, che hanno un LaVine in odore di sign-and-trade, gli Indiana Pacers, che con i contratti in scadenza di Rubio e Warren liberano diverso spazio salariale, i New York Knicks, che hanno un Kemba Walker da piazzare, e gli Washington Wizards, che sono alla ricerca di un compagno di reparto per Beal.
Timberwolves, possibile addio di D’Angelo Russell dopo due anni e mezzo con più bassi che alti
Russell è arrivato nel Minnesota nel 2020 dai Golden State Warriors con lo scambio che ha spedito Andrew Wiggins e una prima scelta (che poi si trasformerà in Jonathan Kuminga) nella baia. Il 2018-2019, con i Nets, è stata la migliore stagione di D’Angelo, conclusa con la sua unica chiamata all’All-Star Game. Nelle 3 stagioni successive, giocate quasi tutte con i T’Wolves tranne per le prime 12 gare a con i Warriors, non ha però saputo esprimersi di nuovo a quei livelli. Se a Oakland non ha avuto il tempo con i Wolves probabilmente a peccare è stata la costruzione del roster.
La coppia Russell e Towns, infatti, porta ad avere due giocatori che vogliono tanta palla in mano e che nella metà campo difensiva sono più dannosi che utili. La scelta poi nel draft del 2020 di Anthony Edwards ha portato un terzo giocatore con caratteristiche simili, ma in un terzo ruolo diverso. Minnesota è stata brava, in questa stagione, ha trovare ottimi comprimari che riuscissero a coprire le lacune difensive dei 3 e allo stesso tempo a essere giocatori che sappiano incidere giocando senza palla come Vanderbilt, McDaniels e Beverley. Però, per iniziare a essere una squadra competitiva, che superi il primo turno playoffs, serve altro. Per questo la franchigia sta sondando il terreno.