LeBron James avrebbe usato la pausa per l’All-Star Game di Cleveland per lanciare un messaggio ai suoi Los Angeles Lakers: “Non sono contento“.
E’ questo ciò che diversi insider USA hanno rilevato leggendo tra le righe delle parole di LeBron, che nella conferenza stampa di sabato ha parlato del suo futuro, del suo progetto di giocare almeno una stagione NBA col figlio maggiore Bronny prima del ritiro, e soprattutto detto di non escludere – di fatto – un ultimo capitolo della sua storia lontano da LA.
Bronny non sarà eleggibile al draft NBA prima del 2024, il contratto di James con i Lakers scade nel 2023 e la squadra è al momento ben lontana dal pensare di poter tornare a competere per un altro titolo NBA. Gli ultimi due obiettivi realistici per colui che contende a Michael Jordan il trono ufficioso di “più grande di tutti i tempi” sono ora battere il record di punti in carriera di Kareem Abdul-Jabbar, e diventare il primo giocatore della storia NBA a giocare con suo figlio nella lega.
Quella di LeBron e di Klutch Sports, l’agenzia che fa capo allo storico socio in affari di James Rich Paul, e che ne cura gli interessi, ha tutta l’aria di una manovra a tenaglia mossa contro i Lakers. Come riportato da Eric Pincus di Bleacher Report, Paul e Klutch “non sarebbero contenti” dell’operato del presidente della squadra Rob Pelinka, che alla trade deadline del mercato NBA non si è mosso.
Pelinka, scrive Pincus, non avrebbe accettato di cedere Russell Westbrook e una prima scelta futura al draft (2027) agli Houston Rockets in cambio di John Wall e (forse) Eric Gordon. Wall, cliente Klutch, ha giocato 40 partite in 3 anni e nessun addetto ai lavori sano di mente avrebbe accettato uno scambio alla pari di questo tipo, la presenza di Gordon nello scambio avrebbe complicato la fattibilità della trade a livello salariale.
I Lakers, Pelinka e Jeanie Buss in primis, non hanno voluto sacrificare alla trade deadline un altro pezzo di futuro della squadra accettando di cedere un’altra prima scelta futura, per puntare su un giocatore (Wall) ormai ben lontano dalla sua forma migliore, al pari di Russell Westbrook. Un atteggiamento che – da fuori – potrebbe sembrare persino di ripicca verso un altro gruppo di potere (Klutch, Paul e James) che in estate aveva fortemente voluto la trade Westbrook dopo aver inutilmente sondato la disponibilità di Damian Lillard dei Portland Trail Blazers. (Secondo Stephen A. Smith, Rich Paul avrebbe “negato con forza” le pressioni per forzare una trade per John Wall alla deadline: “Mi ha detto che non è mai accaduto“).
Secondo Brian Windhorst di ESPN, LeBron James non avrebbe alcuna intenzione di lasciare i Lakers e soprattutto Los Angeles, dove l’ex Cavs e Heat ha voluto iniziare la sua carriera parallela da imprenditore. Le sue parole di sabato andrebbero dunque lette come un messaggio: nella free agency 2022 King James si aspetta un restyling completo della squadra.
Come? Dalla free agency 2022 diventerà cedibile un’altra prima scelta (quella del 2029), Russell Westrook entrerà nell’ultimo anno di contratto e allora diverse squadre potrebbero accettare di accollarselo in una trade a più team, che porti più giocatori ai Lakers. Sulla carta, Anthony Davis – cliente Klutch a propria volta – fa ancora parte dei “buoni” ma la sua tenuta fisica dopo l’ennesimo infortunio è un tema che non può essere più ignorato. Dall’estate 2022 LeBron James diventerà eleggibile per un’altra estensione contrattuale da 91 milioni di dollari in 2 anni che lo terrebbe a LA fino al 2024, quando compirà 40 anni, e quando Bronny potrebbe essere pronto per il salto nei professionisti.
Talen Horton-Tucker potrebbe acquisire valore di mercato a fine stagione, i Lakers dovranno trovare un modo per rimettere sotto contratto Malik Monk, il cui rendimento quest’anno è stata una delle notizie più positive. Secondo il suo agente e fratello Marcus Monk, l’ex Charlotte avrebbe espresso il desiderio di restare a Los Angeles ma da free agent potrebbe ricevere tante offerte importanti dopo una stagione di rilancio.
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