Un altro calcio, e di quelli ben assestati, al muro del percorso obbligato high school-college-NBA potrebbe averlo dato Jalen Green, uno dei giocatori liceali più quotati d’America che ha scelto di non andare all’università il prossimo anno, ma di aderire all’NBA professional pathway program, un piano che gli consentirà di spendere un anno di tirocinio nella G-League, per prepararsi al salto.
Green riceverà 500mila dollari di stipendio per una stagione, ma conserverà comunque la sua eleggibilità NCAA in caso dovesse scegliere di andare all’università al termine dell’annata. Green è oggi considerato una delle potenziali prime scelte del draft NBA 2021. Il talento di Prolific Prep, California, non è il primo prospetto a scegliere una via alternativa al college per il suo anno di transizione (LaMelo Ball, fratello di Lonzo dei New Orleans Pelicans, e R.J. Hampton hanno speso l’ultima stagione in Australia e Nuova Zelanda), ma è uno dei primi a optare per l’opzione G-League con questo programma ad hoc.
Una decisione, quella di Green, che soprattutto in caso di successo potrebbe trasformare l’eccezione in abitudine in futuro per quei prospetti di “alta classifica” al liceo, in attesa che la NBA decida di eliminare il limite d’età per partecipare al draft, imposto dal compianto David Stern e oggi diventato anacronistico.
Uno scenario in cui la G-League potrebbe trarre ulteriore vantaggio dalla situazione internazionale oggi e nei mesi a venire, con l’onda lunga della pandemia da coronavirus che sconsiglierà, quando non impedirà del tutto, i viaggi all’estero e soprattutto intercontinentali per raggiungere campionati esteri. L’intenzione del Commissioner G-League Shareef Abdur-Rahim, ex All-Star NBA, è quella di rafforzare il programma in collaborazione con la NBA: “E’ un programma che ha del potenziale, oggi abbiano dei ragazzi che vanno a giocare in giro per il mondo e degli scout che devono corrergli dietro per seguirli, una cosa contro-intuitiva. La NBA ha uno dei programmi di sviluppo migliori, e questi ragazzi non dovrebbero più volare chissà dove per giocare un anno e preparasi. Lo potranno fare qui, grazie al programma“.
In base al programma, Jalen Green avrà la possibilità nella prossima stagione di allenarsi con le squadre G-League e rispettivi staff, al di fuori della normale stagione, e di giocare alcune partite di esibizione organizzate ad hoc contro al tre selezioni di G-League, squadre internazionali ed altre selezioni dei vari programmi di sviluppo della NBA in America e nel resto del mondo. Il giocatore potrà firmare un contratto di sponsorizzazione per scarpe e sportswear, usufruire di bonus economici in base ai risultati e alle prestazioni e partecipando a eventi e seminari, Green e gli altri prospetti che aderiranno al programma saranno inseriti in una selezione che potrebbe essere allenata da Sam Mitchell, ex giocatore e allenatore NBA. Tra i giovani colleghi di Jalen Green ci sarà anche Makur Maker, cugino del giocatore dei Detroit Pistons Thon Maker.
Oggi nella NBA militano alcuni giocatori non transitati dal college e arrivati nella lega da percorsi alternativi, come la guardia dei Portland Trail Blazers Anfernee Simons (che scelse la IGM Academy) e Mitchell Robinson dei New York Knicks, che nel 2017 ritirò il suo impegno a giocare per Western Kentucky per passare una stagione nella G-League: il regolamento della lega gli avrebbe però impedito di scendere in campo, e Robinson optò per un anno di stop e preparazione autonoma al draft NBA.
Darius Bazley, ala degli Oklahoma City Thunder, preferì la G-League ed il programma di sviluppo a Syracuse nel 2018, firmò per la Klutch Sports di Rich Paul e al draft NBA 2019 fu selezionato con la chiamata numero 23 dagli Utah Jazz, e poi ceduto ai Thunder in sede di draft.
