Lo sprinter USA Noah Lyles si era segnato tutti i nomi delle persone che lo avevano criticato e ridicolizzato per la sua critica, alla vigilia dei mondiali di basket FIBA, a quei giocatori e quelle squadre NBA che dopo aver vinto il titolo della National Basketball Association si fregiano, erroneamente, del titolo di campioni del mondo.
Lyles aveva sollevato la questione in conferenza stampa in chiusura dei mondiali di atletica a Budapest dove il velocista ha vinto 100 metri, 200 metri e la staffetta 4X100: “Perché i giocatori NBA dopo aver vinto il titolo si definiscano ‘campioni del mondo’… sapete cosa mi fa più male? Che devo guardare le NBA Finals e vedere le scritte ‘campioni del mondo’ sulle loro teste. Ma campioni del mondo di cosa? Degli Stati Uniti?” aveva detto.
Non l’avesse mai fatto. Sui social nomi di grido come Kevin Durant, Devin Booker e persino Drake, sempre presente a margine di un campo NBA, avevano chiamato in causa Lyles criticandolo a loro volta, e accusandolo neppure troppo velatamente di mancanza di rispetto per la NBA e i suoi atleti.
Il tempo si è dimostrato galantuomo con colui che oggi è l’uomo più veloce del mondo. Team USA ha fallito l’obiettivo mondiali di basket arrivando solo quarto, e quindi niente titolo – vero stavolta – di campioni del mondo da portare a casa come ha invece fatto la Germania imbattuta al torneo.
“Penso che il senso di quel che volevo dire si sia perso” ha spiegato Noah Lyles a TMZ Sports “Alla fine parlavo solo di come vedo fare nei nostri campionati nazionali, io vorrei vedere lo stesso peso per i mondiali (di atletica, ndr). Ogni anno portiamo a casa il numero pià grande di medaglie e sembra che non importi mai a nessuno perché non c’è attenzione. Drake? Stia al suo posto per una volta, era una cosa che riguardava la NBA“.
Era stato infatti soprattutto Drake, tifosissimo NBA e dei Toronto Raptors, a attaccare Noah Lyles su Twitter. “Poverino, pensava che questo suo discorso fosse così tosto davanti allo specchio mentre lo provava… ora l’intera NBA non ti si fila neppure“.
