I New Orleans Pelicans sono i primi complici della importante vittoria dei Phoenix Suns. Se la squadra di Monty Williams dimostra di non abbandonare mai la gara mentalmente, questa volta hanno trovato una porta d’ingresso aperta verso la vittoria. Nel corso dei primi tre quarti, la gara pare sotto controllo dei New Orleans Pelicans. Con un parziale di 14-0 nel secondo periodo, trovano un vantaggio che manterranno sino all’entrata nei 12 minuti finali. Un display offensivo che genera ben 102 punti di squadra. Da quel momento, un ribaltamento di fronte talmente veloce e dirompente, che i giovani di Stan Van Gundy sono incapaci a reagire. Chris Paul prende per mano la direzione del gioco. Immediatamente, riconosce le difficoltà degli avversari e crea opportunità per ognuno dei suoi compagni, nessuno escluso. I Phoenix Suns recuperano in quattro minuti gli undici punti di svantaggio all’inizio del quarto conclusivo.
Con il passare del tempo, ai due estremi si registra l’enorme aumento di fiducia e scioltezza nelle operazioni offensive dei Phoenix Suns. Tanto quanto il disordine e la mancanza di tranquillità dei New Orleans Pelicans. L’ultimo parziale di gioco è di 12-41. Il punteggio finale di 114-132. Come riferisce Andrew Lopez di ESPN, la sconfitta di 18 punti è la più ampia dal 1954/55 per una squadra che si appresta a giocare il quarto periodo con un vantaggio in doppia cifra. I New Orleans Pelicans continuano a dimostrare come il fattore giovane età si rispecchi nell’andamento altalenante. L’applicazione difensiva è spesso una lacuna profonda, come testimonia il ventottesimo dato per efficienza nella lega. Ma Stan Van Gundy non intende riscontrare nella poca esperienza la causa scatenante di un quarto periodo da lui definito “disastroso”. “Siamo una squadra con giocatori di talento, ma non abbiamo fatto il nostro lavoro alla fine.”
Sei giocatori in doppia cifra per i Phoenix Suns
La presenza di una figura di facilitatore come Chris Paul ha forse raggiunto la sua massima essenza nei 12 minuti finali. Ancor più per una squadra che dispone di giovani di assoluto livello come i Phoenix Suns. In questo frangente, arrivano 6 dei 19 assist finali. Il punto esclamativo è una tripla in step-back laterale contro Lonzo Ball che regala la doppia cifra di vantaggio sul 107-118. Ciò che desta maggior scalpore e gratitudine in chi assiste, e che non deve essere dato per scontato, è la capacità di trascinare ogni compagno verso il traguardo. Chris Paul sprigiona consapevolezza e quando percepisce di avere il controllo della gara, allora è questione per chi lo circonda di farsi trovare pronti. Così è stato, con Cameron Johnson e Deandre Ayton come primi destinatari delle visioni a campo aperto della loro point-guard, mai intimorito dai continui raddoppi.
Il centro dei Phoenix Suns chiude con una doppia-doppia da 16 punti e 16 rimbalzi. Mentre Devin Booker registra 23 punti con il 50% dal campo. Gli 8 assist nel primo tempo di Chris Paul permettono anche a Frank Kaminsky di mettere la sua firma nella gara da 17 punti in 15 minuti e 5 triple a bersaglio. Di notevole impatto è l’ingresso di Jae Crowder dalla panchina. Un giocatore che ha ricevuto ampie attenzioni in off-season, perché sempre dedito alla causa con uno spirito coinvolgente e di impegno su entrambi i lati di gioco. Sempre in campo nel quarto decisivo, nel quale mette a referto 3 delle 6 conclusioni da dietro l’arco e una ottima difesa su Brandon Ingram. Il suo plus-minus è il migliore di squadra con +29. Infine, i Phoenix Suns aggiornano il libro dei record di franchigia con ben 22 triple segnate di squadra, con il 57% di realizzazione.
Booker su Chris Paul: “Il suo ultimo quarto è un capolavoro”
A fine gara, ogni pensiero è rivolto alla prestazione di Chris Paul. Lui che a New Orleans ha aperto la sua carriera, disputando i primi sei anni nella lega. Nelle parole di Devin Booker si percepisce la contentezza nel condividere il campo con uno dei maggiori interpreti di questo decennio. “Con lui, la gara non è mai finita, perché è in grado di sapere prima ciò che accadrà. Ha fatto un lavoro straordinario, ci ha guidato e ha mantenuto solidità in ognuno di noi, in ogni maniera possibile. Dalla difesa, la creazione di tiri per gli altri e anche per sé stesso quando necessario.” Persino i suoi avversari riconoscono come la sua scintilla abbia completamente riscritto le sorti della partita. Proprio Brandon Ingram, alla domanda su cosa sia successo ai New Orleans Pelicans, ha risposto di aver visto Chris Paul “prendere il controllo del gioco.”
Prima di questa stagione, ai Phoenix Suns ed i New Orleans Pelicans veniva riservato un simile giudizio. Due squadre dall’ottimo potenziale, dotate di giovani future stelle che in un termine prossimo più o meno ampio potranno rappresentare una vera minaccia nella lega. Ora, con l’arrivo di Chris Paul, i Phoenix Suns sembrano aver svoltato. Il record di 18 vittorie e 10 sconfitte pareggia quello dei Portland Trail Blazers al quarto posto della Western Conference. Forse ai New Orleans Pelicans manca proprio un innesto di questo calibro, che possa affiancare il processo di crescita del notevole materiale che hanno a disposizione. In nessun modo sarebbe una conseguenza certa, ma ne hanno avuto la prova davanti ai loro occhi, in 12 minuti.