Home NBA, National Basketball AssociationNBA News La rabbia e l’orgoglio del Sud Sudan: “Fieri di noi. E arbitri inadeguati”

La rabbia e l’orgoglio del Sud Sudan: “Fieri di noi. E arbitri inadeguati”

di Michele Gibin
sud sudan

L’esordio del Sud Sudan alle Olimpiadi? Una nuova frontiera per il basket mondiale, che ha conosciuto la realtà più giovane del consesso internazionale e un progetto ambizioso, quello di Luol Deng, e basato sul talento dei giocatori e sull’orgoglio nazionale del Paese più giovane del mondo.

Il Sud Sudan è tale dal 2011, quando ottenne l’indipendenza dal Sudan dopo anni di guerre civili sanguinosissime nella regione. Nel 2011, per dare l’idea, Luol Deng che oggi è il presidente della federazione, giocava ancora nella NBA ai Chicago Bulls. 13 anni più tardi un gruppo giovanissimo “di rifugiati che giocano per il loro Paese” come lo ha definito Wenyen Gabriel, e di atleti di formazione cestistica anche americana, ha reclamato il proprio posto nel basket che conta. Il Sud Sudan di coach Royal Ivey si è giocato la qualificazione ai quarti di finale all’ultimo atto contro la Serbia, è stato la squadra che ha finora messo più in difficoltà Team USA, ed è parte del futuro, un progetto che ha le potenzialità di dominare il basket continentale in Africa per anni.

Sono una squadra inusuale, che gioca il basket del futuro” ha detto delle Bright Stars il CT della Serbia Svetislav Pesic. Uno che in vita sua ne ha viste, in campo “Così si giocherà a basket tra 10 anni, non veloce come l’hockey su ghiaccio ma veloce, questo è sicuro. Loro hanno grande tenuta mentale, cosa importante oltre al lato tecnico e tattico, è dura contro di loro. Hanno giocato bene contro gli USA e acquisito fiducia“.

Contro il Sud Sudan, la Serbia ha avuto bisogno anche di 31 tiri liberi (21 su 31). Carlik Jones e compagni ne hanno tentati solo 6 e questo ha irritato coach Ivey, i giocatori e anche Luol Deng al termine della partita. “Io sono fiero di noi, ne abbiamo fatta di strada. Non in tanti ci aspettavano qui, e neppure su un campo da basket a dire il vero. Gli arbitri? Non ne parlo mai ma oggi l’arbitraggio una parte l’ha avuta, hanno permesso a una squadra di essere più fisica dell’altra, di usare le mani in difesa. Contro uno come Jokic occorre essere anche un po’ fisici, è un MVP” ha detto Jones.

Un tiro libero nel secondo tempo per noi” così il CT Royal IveyE gli arbitri non mi hanno detto niente, ho provato a parlargli e mi hanno dato un fallo tecnico e mi hanno detto che dovevamo stare seduti, in panchina. Ma che cosa c’entra? Voglio delle risposte, per i miei ragazzi che hanno dato tutto. Jokic e Bogdanovic sono grandi giocatori ma non possono batterti da soli, hanno tirato 12 tiri liberi in due. Manderemo delle clip alla FIBA così che vedano, al CIO e a chi di dovere. Perché oggi è stato davvero palese, mi sono dovuto controllare per non farmi cacciare. Avrei preferito perdere di 30 punti piuttosto che questo, è una vergogna“.

Anche Luol Deng ha appoggiato il CT e i suoi giocatori, e ha fatto un passo in più chiedendosi come mai alle Olimpiadi non ci siano arbitri africani per il basket. “Sono d’accordo col coach, penso che oggi sia stato palese che noi non potevamo essere aggressivi e fisici quanto loro, in campo. La Serbia la conosciamo come squadra ed è OK se alcuni arbitri permettono a alcuni di loro un certo stile di gioco, ecco. Ma se noi giochiamo così, ecco che piovono i fischi arbitrali contro di noi. Si dice sempre che i giocatori africani sono fisici e aggressivi, e quando lo sono davvero, ecco cosa succede. E in più, non so perché non ci sono arbitri africani qui, siamo nel 2024 e non c’è una ragione per questo. E se questi arbitri non conoscono che stile di basket giochiamo, allora a cosa servono Olimpiadi e Mondiali? C’è solo il modo europeo di giocare? Non ha senso 6 tiri liberi in una partita così. La Serbia è aggressiva ma se la cava perché la conoscono. Se gli arbitri venissero da me e mi dicessero, ok non conoscevamo il vostro stile di gioco, a me andrebbe anche bene. Ma sfido chiunque a riguardare la partita e dire che non ho ragione (…) il nostro coach viene richiamato mentre il loro se ne sta a metà campo, rincorre gli arbitri, protesta… poi, la Serbia è una squadra superiore e ha vinto ma se fosse stata una partita alla pari avremmo avuto più chance. E non ho paura di dire che siamo arrabbiati. Ma torneremo qui e saremo un team ancora migliore. Abbiamo appena iniziato il nostro programma ma non siamo venuti qui solo per farci vedere. Siamo una buona squadra e ciò che è successo oggi non è giusto“.

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