Home NBA, National Basketball AssociationNBA TeamsMinnesota Timberwolves Jimmy Butler: “Ecco cosa è andato storto tra me ed i Timberwolves”

Jimmy Butler: “Ecco cosa è andato storto tra me ed i Timberwolves”

di Michele Gibin
Butler-T'Wolves-NBA Sunday-Warriors

L’Allenamento. Sembra quasi di vederlo, Jimmy Butler, mettere piede sul parquet del Mayo Clinic Square di Minneapolis, il centro di allenamento dei Minnesota Timberwolves.

Sneakers, canotta, afro “trimmed” e fiammeggiante aura dorata da super Sayan di secondo livello – quella con le saette tutte intorno.

Jimmy Butler nella miglior interpretazione di Vegeta mai vista. Jimmy che si mette in squadra con le riserve delle riserve, quelli che 4 su 5 non passeranno il taglio del 15 ottobre.

Jimmy Butler

Un sempre intenso Jimmy Butler.

Immaginiamo non si prodighi un gran ché nel coinvolgere i suoi compagni, difende come un ossesso, suda, grida e insulta tutti.

I compagni di squadra, gli avversarsi, Wiggins, Thibodeau, KAT, Wiggins, il GM Scott Layden, Wiggins, Wiggins, il proprietario della baracca Glen Taylor, e poi Wiggins, tanto per esser sicuro.

L’Allenamento finisce, Jimmy & His Benchers hanno stracciato i titolari, Butler ha rotto i timpani a tutti ed ora prende la via degli spogliatoi, dicendo: “Ci vediamo domani, gente” (magari non dice proprio “gente”, ma tant’è).

Poi si fa la doccia e si incontra con Rachel Nichols, giornalista di ESPN, per un faccia a faccia che altro non è che la continuazione verbale dell’Allenamento.

Jimmy Butler: “Sono un uomo onesto, e voglio la stessa onestà”

Ora, di sedute di allenamento estreme se ne son viste tante, ad ogni livello. Ognuno potrebbe raccontare la sua.

Restando in tema NBA, sono diventate leggendarie le sfuriate contro tutto e tutti di Kobe Bryant. Si diceva che Michael Jordan prendesse i nuovi arrivati letteralmente a pugni, per testarne la durezza mentale.

Maurice Cheeks, ex coach dei Portland Trail Blazers, potrebbe raccontarvi di quella volta che i suoi se le diedero di santa ragione dopo dieci minuti di partitella, in una esplosione di frustrazione, rabbia e machismo sullo sfondo di una serie negativa di partite.

Sempre Cheeks vi racconterebbe poi di come la squadra si mise a volare, dopo quell’allenamento.

Il primo allenamento stagionale di Jimmy Butler con (contro) i suoi compagni di squadra? Brutale, nelle stesse parole di Jimmy.

Rachel Nichols riferisce a Butler quanto riportato da Adrian Wojnarowski: un uomo furente, animoso, che incalza i suoi compagni ed allenatori, che provoca tuttiAvete bisogno di me per vincere, senza di me non siete un (beep)”

Jimmy, confermi quanto detto?

In gran parte si. Però mettetevi nei miei panni: non giocavo da un pezzo, ed io amo questo gioco, la competizione così tanto che non ho altra ragione che dimostrare quanto sono in grado di tenere testa ai migliori, di resistere. Tutto ciò che ho dentro è venuto fuori improvvisamente. E’ il modo giusto di comportarsi? No, ma quando gioco, quando competo non posso controllarmi. Questo sono io, questo è Jimmy Butler al suo meglio, nella sua sincerità

Quindi ammetti di esserti comportato male?

Penso di essere stato onesto. Brutale, forse, ma onesto. Il problema è che la gente ha paura di essere onesta. Se a qualcuno non è piaciuto il modo in cui mi sono comportato oggi, beh, che venga a dirmelo: ‘Jimmy, hai sbagliato’. Lo faccia, non mi offenderò di certo. Non gioco da una vita, e per me la pallacanestro è tutto, amo il gioco ed amo vincere. Ed è quello che ho fatto oggi, giocare e vincere

Jimmy Butler: “Io non sono il miglior giocatore della squadra, ma il più duro. Coach Thibs starà ridendo, ora”

Jimmy, sempre stando ai vari report, hai per prima cosa “azzannato” Towns e Wiggins. Cosa gli hai detto?

Non ricordo con esattezza… vedevo rosso, ero arrabbiato e carico a mille, ne avevo per tutti. A dir la verità, non ho iniziato io con il trash talking, e non ho nemmeno attaccato direttamente nessuno dei due (Towns e Wiggins, ndr), è stato Towns a venire da me: ‘Il tuo lavoro lo può fare chiunque’ allora abbiamo iniziato: ‘Quando ti marco io non riesci nemmeno a tirare, la passi ogni volta…’ (…) Se sono duro con loro? Certo che si, io sono fatto così. Chi è il miglior giocatore della squadra? KAT, non io. Chi è il giocatore più dotato? Wiggins, non io. Wigs ha le braccia lunghe, l’atletismo, la velocità. Io? Io gioco duro, più duro di tutti, ogni giorno, allenamento dopo allenamento, partita dopo partita. E’ questo ciò che porto alla mia squadra”

Continua Butler:

E adesso lo so che Thibs (coach Tom Thibodeau, ndr) se ne sta lì nel suo ufficio, con la porta chiusa, e sorride, se la ride anzi. Thibs (si rivolge al suo coach, ndr) ti conosco, lo so che stai pensando: ‘Si, ora ho di nuovo il mio Jimmy’

La gente penserà che, ora che sei tornato ad allenarti con la squadra, la situazione possa rientrare, che tutto sia a posto. E’ cosi?

Penso anch’io che diranno tutti così. Dall’esterno, lo farei anch’io. Se è così? No, niente è a posto. Sono onesto, non è a posto. Se andrà a posto? Chissà, forse. Ma è quello che penso? No, onestamente. Ad esempio, se chiedessimo agli altri ‘Chi ha raccontato le cose che Jimmy ha detto durante l’allenamento?’ nessuno direbbe ‘io’. Tutti direbbero ‘non lo so’. Bisogna essere onesti

Jimmy Butler: “Non è una questione di soldi, voglio essere apprezzato per il giocatore che sono”

Ricostruiamo le tappe che hanno portato sino ad oggi, Jimmy. A febbraio ti infortuni al ginocchio, torni quando la squadra si gioca le sue chance di partecipazione ai playoffs, ci arriva e gioca e perde contro Houston in 5 partite. E poi?

Dopo gara 5 non torni indietro in aereo con i tuoi compagni. Dopo quanto tempo hai parlato con Thibodeau? Sei stato subito chiaro circa le tue intenzioni di non rimanere a Minnesota?

Si, sono tornato a casa per conto mio e si, ho parlato con Thibs appena quattro giorni dopo. Mi conoscete, sono uno che non sa parlare chiaro? O che si tira indietro? No, sono stato subito molto chiaro ed onesto su tutto. Tutto

Coach Thibodeau è allenatore e presidente della squadra, ciò significa che è responsabile dell’area tecnica così come di quella salariale del suo roster.

Come riportato, in estate i T-Wolves ti hanno offerto un’estensione da quattro anni e 110 milioni di dollari complessivi.

Sappiamo che tu hai rifiutato l’estensione, e fatto una controproposta: un contratto più breve, ma anche più vantaggioso economicamente, per te. Corretto?

Si, lo è. Ma non è una questione di soldi. E’ questione di apprezzamento, di sentirsi dire: ‘abbiamo bisogno di te, ci servi per vincere. Qui risiede il problema. A parole siamo tutti bravi, ma un conto è dire certe cose, un conto è dare un seguito a quanto detto. Per tutto l’anno è stato detto che l’accordo (il rinnovo tra Butler ed i T-Wolves, ndr) era scontato, pronto da subito appena arrivato qui. Ma io ho sempre e solo detto la verità, sin dal primo giorno, e sempre lo farò (…) questo atteggiamento mi ha fatto sentire che forse non ero così importante per questa organizzazione, questo è quello che ho percepito”

Ed una settimana prima del training camp chiedi di essere scambiato. Hai un colloquio con Thibodeau e chiedi di essere ceduto quanto prima.

Per tutta l’estate ho parlato con Thibodeau riguardo a come mi sentivo. Ogni qualvolta Thibs mi chiamava o mi mandava un messaggio, la mia risposta a riguardo era sempre la stessa. Tutti in squadra sapevano, perché io di segreti non ne ho mai avuti, ho sempre detto la verità. Che piaccia o meno, ai tifosi, a chiunque. Tutti sapevano ben prima di tre settimane fa, te lo assicuro. Ora so che si dice ‘Jimmy non è un buon leader’ . Ok, sta bene, che dicano ciò che vogliono. Ma se entraste in quello spogliatoio e chiedeste di me ai giocatori, nessuno di loro ti direbbe che non sono un buon compagno di squadra, o una persona negativa. Nessuno

aggiornamento: come riportato da Jon Krawczynski di theathletic.com via Twitter, i Minnesota Timberwolves hanno annullato l’allenamento e seguente incontro coi media previsto per la giornata di giovedì.

L’opinione è che la dirigenza dei T-Wolves voglia evitare di concedere a Jimmy Butler e squadra la possibilità di dare ulteriore prova di sé a favore di telecamera, dopo la sfuriata in allenamento dell’ex giocatore dei Chicago Bulls.

Secondo Shams Charania di theathletic.com, Butler avrebbe informato Thibodeau e Glen Taylor – il proprietario della franchigia – dei suoi piani circa la sessione di allenamento prevista per mercoledì.

Il comportamento aggressivo di Butler sarebbe dunque l’ennesima prova di forza in seno al braccio di ferro tra il giocatore, il front office del team (il duo Thibodeau-Layden) e la proprietà.

Jimmy Butler rimane intenzionato a forzare al più presto una trade. Miami Heat, Los Angeles Clippers e Houston Rockets le mete predilette dall’ex Bulls.

 

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