Una montagna veramente difficile da scalare, tenendo conto di come che le gambe e la testa abbiano risentito il peso della tremenda vittoria contro la Germania: così si era presentata la Serbia di fronte all’Italia poco prima della palla due del match che ha visto la banda di Sasha Djordjevic vincere per 101-82. Un KO che comunque non deve far accendere troppi campanelli d’allarme.
Già, perchè a qualificazione già acquisita e con meno tensione nell’aria rispetto ai precedenti incontri, ci si aspettava una partita blanda, ma non per questo giocata in maniera arrendevole. Nonostante l’assenza per riposo precauzionale di Marco Belinelli, gli azzurri hanno fatto vedere cose positive. Dalla prestazione carica di leadership e grinta di Alessandro Gentile (19 punti), ad un’altra buona gara disputata da Andrea Bargnani fino ad arrivare ad una discreta prova di Andrea Cinciarini. Anche Amedeo Della Valle e Achille Polonara hanno calcato il parquet, mostrando un po’ di sprazzi del loro giovane talento. C’è stata determinazione e voglia di far bene, al netto dei problemi di troppo in entrambe le metà campo creati dai serbi.
La brillante regia ( e le triple) di Milos Teodosic, la classe di Nemanja Bjelica e i centimetri di Miroslav Raduljica sono state le note più liete di una team che ha difeso con aggressività e attaccato in modo accademico ed ordinato. Contro i vice-campioni del mondo in carica, affamati di vittorie, non c’è stato molto da fare, visto il ‘freno a mano tirato’ per ovvie necessità. Tuttavia è emersa ancora una volta la difficoltà relativa alla marcatura del playmaker avversario: dopo aver faticato contro il turco Dixon, gli spagnoli Llull e Rodriguez e il tedesco Schroeder, stavolta a pungere la retroguardia è stata la stella del CSKA Mosca che è riuscita a mettere in ritmo i compagni e a infilare canestri con facilità.
Insomma, ci sono stati carattere e volontà, fattori che fanno sperare per gli ottavi di finale. Auspicando di recuperare il Beli in tempo al 100%, coach Simone Pianigiani dovrà limare alcuni dettagli sia dal punto di vista difensivo ( Bargnani costretto troppe volte ad abbandonare il pitturato per non concedere triple) che offensivo (qualche forzatura di troppo). Ora testa (e cuore) al prossimo match.
Per NBA Passion,
Olivio Daniele Maggio (@daniele_maggio on Twitter)