Home Eurolega Playoff di Eurolega, la preview di Olympiacos-Fenerbahce

Playoff di Eurolega, la preview di Olympiacos-Fenerbahce

di Luigi Ercolani
Olympiacos Fenerbahçe playoff eurolega

Da primo il greco, “Italiani e greci, una razza, una faccia”. Poi il turco, “Italiani e turchi, una razza, una faccia”. Il lettore esperto avrà sicuramente riconosciuto quel capolavoro che risponde al nome di Mediterraneo (Gabriele Salvatores, 1991), premio Oscar come Miglior Film Internazionale l’anno successivo all’uscita.

Per il principio di equivalenza, anche greci e turchi dovrebbero avere la stessa faccia, ma è un’affermazione che non è bene non azzardarsi a fare a voce troppo alta, onde scatenare reazioni avverse da ambo i fronti. La rivalità tra i due popoli del mar Egeo è infatti alquanto sentita, come sicuramente avranno a dimostrare le tifoserie di Olympiacos e Fenerbahçe quando saranno chiamate in causa.

QUI OLYMPIACOS

L’emorragia continentale degli arcirivali del Panathinaikos non accenna ad arrestarsi, tanto che le voci di mercato parlano si cerchi di tamponarla con un interesse per Ergin Ataman. Buon per l’Olympiacos, che ne approfitta e torna a fare la voce grossa in Europa.

Aveva già ricominciato nella passata stagione, qualificandosi per una Final Four che si era chiusa con il proverbiale cucchiaio di legno. Quest’anno, forti del primo posto in stagione regolare, i portuali hanno forse qualche occasione in più per alimentare la propria ambizione.

Il lavoro di coach Bartzokas è stato certosino. Dopo aver registrato una difesa costantemente in movimento da poco fuori la linea dei tre punti al cuore dell’area piccola, in attacco ha costruito un sistema adattivo in cui, a seconda dell’avversario, la squadra attacca con pick&roll centrali volti a servire Sasha Vezenkov o Moustapha Fall in post basso, o laterali per allentare la marcatura su tiratori da tre come Canaan, Peters o Papanikolaou.

Alquanto battuto è anche il gioco alto-basso, che permette all’Olympiacos di far convergere la difesa sull’uomo libero in area, il quale poi scarica al compagno stazionante oltre la linea dei 6.75 m. Se aggiungiamo poi le penetrazioni di Sloukas ne esce un quadro chiaro: pur non avendo nomi di grande peso, è grazie alle tante opzioni applicate che i bianco-rossi sono riusciti a guadagnarsi il primo posto in classifica. Una varietà di soluzioni è che non è inimmaginabile pensare potrebbe riportarli sul tetto d’Europa a dieci anni di distanza dall’ultima volta.

QUI FENERBAHÇE

Aveva tenuto un rendimento strepitoso, in Fener. Dopo Kokoskov e Djordjevic, Itoudis era giunto sul Bosforo come ennesimo allievo di quel Zelimir Obradovic che aveva portato a casa la prima Eurolega della storia del basket turco, e aveva immediatamente restituito smalto ad una formazione duramente colpita dalla crisi economica avvenuta nel paese già nel 2018 a causa della svalutazione della moneta locale, la lira.

Poi, all’improvviso, il lungo tunnel. Dalla sconfitta casalinga di fine gennaio contro l’Olympiacos i gialloblù hanno tenuto un cammino zoppicante, vincendo quasi sempre solo le partite che ci si aspettava vincessero, e di conseguenza precipitando all’ottavo posto in graduatoria.

Ora il Fener ritrova proprio gli avversari hanno dato il via alla spirale negativa, e algrado non partano con i favori del pronostico i turchi possono rappresentare per gli ellenici un ostacolo insidioso. Come il suo mentore, anche Itoudis spezza il pane quotidiano dei giochi a due centrali, prettamente eseguiti sull’asse Calathes-Motley. Da lì sgorgano poi le diverse opzioni, che vanno dall’attacco al ferro effettuato dal menzionato duo allo scarico esterno per i frombolieri, Nigel-Hayes e Guduric su tutti.

Il guaio, però, è che quanto di buono viene finalizzato in attacco potrebbe essere poi sprecato a causa di una retroguardia che negli ultimi tempi è apparsa molle sui cambi difensivi e friabile quando attaccata dalla zona centrale. Ovvero quella prediletta dagli avversari prossimi venturi.

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