Home NBA, National Basketball AssociationApprofondimenti Mentre i Bucks continuano a fallire il futuro di Giannis si avvicina, dove lo porterà?

Mentre i Bucks continuano a fallire il futuro di Giannis si avvicina, dove lo porterà?

di Lorenzo Brancati

Tristemente per l’ambiente di Milwaukee quella del fallimento playoffs dei Bucks non è una novità stagionale, che però stavolta rischia di pesare enormemente: il futuro di Giannis Antetokounmpo non è mai stato così vicino e, forse, allo stesso tempo così lontano dal Wisconsin. Il contratto del greco gli assicura infatti circa 27 milioni di dollari per la prossima stagione, alla fine della quale diventerà un free-agent senza restrizioni.

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Giannis Antetokounmpo durante le finali 2019 della Eastern Conference 

Sebbene sembri improbabile che qualche squadra riesca a mettere insieme un’offerta di scambio che ad oggi soddisfi Milwaukee, un mancato rinnovo o un’equipollente decisione di guardarsi intorno durante la free-agency 2021 metterebbero i Bucks in una posizione alquanto scomoda. E per quanto la caratura e l’appetibilità del giocatore potrebbero richiamare la questione di Anthony Davis, in quel caso il giocatore poteva vantare ancora un anno assicurato di contratto più un altro opzionale al momento della partenza da New Orleans. Dovessero invece trovarsi a doverlo assolutamente scambiare, i Bucks avrebbero tra le mani un Giannis in scadenza, situazione che notoriamente fa abbassare la valutazione di qualsivoglia giocatore, MVP inclusi.

Bucks, come si è arrivati a temere per il futuro di Giannis?

Come si è arrivati dunque a questa situazione spinosa? Al netto di qualche scelta agli occhi dei più di non facile comprensione, vedi massimo salariale offerto a Khris Middleton o rinuncia a rinnovare Malcom Brogdon, Milwaukee si era affermata anche quest’anno come la miglior squadra della stagione regolare, forte di un Giannis versione Difensore dell’anno, probabilmente per la seconda volta di fila MVP e di un allenatore come Mike Budenholzer che da sempre riesce a imporsi sulla lunghezza delle 82 gare. Il tasto dolente dei protagonisti fin qui citati è però sempre arrivato durante i playoffs. Proprio poiché il format della NBA prevede due parti di stagione così tanto diverse tra di loro, è fisiologico che qualcuno renda meglio in una piuttosto che in un’altra. Dopo tanti anni, questo sembra proprio essere il caso di Coach Budenholzer, e, per il terrore dei suoi tifosi, inizia pericolosamente a sembrare quello di Giannis stesso.

Partiamo dall’analizzare l’allenatore in grado di vincere 60 gare stagionali sia nel 2015 con gli Atlanta Hawks che nel 2019 proprio con i Bucks, e di ottenere contestualmente due riconoscimenti come miglior allenatore dell’anno. Il semplice fatto che in nessuno dei due casi sia poi approdato alle Finals NBA dovrebbe iniziare a far riflettere. Nel 2015, però, fu fermato alle finali di Conference dai primi Cavaliers-bis di LeBron James e quindi, seppur arrivata con un secco 4-0, l’eliminazione fu ritenuta accettabile. Con i Bucks, sconfitti nel 2019 sempre alle finali di Conference e ora addirittura alle semifinali, le giustificazioni sono molte meno.

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Coach Mike Budenholzer tra Bledsoe, Middleton, Giannis e l’ormai ex Brogdon

Ciò che appare evidente anche da alcune dichiarazioni sul minutaggio dei suoi uomini chiave, è che forse la franchigia farebbe bene a fare un passo oltre Coach Budenholzer. Per quanto, è doveroso ammetterlo, li abbia portati dal settimo al primo posto della Eastern Conference, nella NBA non si vince solo con la stagione regolare.

Giannis ora dovrà soppesare le opzioni per il futuro

Archiviata un’altra delusione ai playoffs, ancora più cocente di quella di un anno fa, per il greco sarà il momento di fare le dovute valutazioni. A livello contrattuale si trova in una posizione ideale, che gli permetterà di muoversi liberamente come meglio crederà. Essendo in scadenza nel 2021, infatti, potrà tranquillamente prendersi il suo tempo, valutare l’off-season 2020 e le scelte dei suoi, e poi decidere se rinnovare o meno.

Analizzando la questione a freddo e dall’esterno, potrebbe convenirgli in ogni caso attendere la free-agency 2021 per accasarsi in una nuova squadra, qualora dovessero crearsi i giusti incastri salariali. Così, infatti, eviterà ad un’eventuale destinazione prescelta un esborso di assetti che sarebbe comunque oneroso: in scadenza o meno Milwaukee starebbe comunque rinunciando a un uomo in grado di vincere un MVP, un premio di Difensore dell’anno e, forse, un secondo MVP di fila. E nulla preclude che nel frattempo la sua squadra attuale non sia riuscita a convincerlo a rimanere.

Se le situazioni salariali lo permetteranno e qualora Giannis dovesse scegliere per un futuro lontano dai Bucks o meno, l’opzione free-agency potrebbe essere quella migliore. Inoltre, sebbene giocatori come Russell Westbrook o Paul George ne abbiano goduto anche in fase di scambi, come free-agent il greco avrebbe la certezza di poter godere di libertà decisionale assoluta.

Dove potrebbe trovare casa ad oggi?

Al di là di calcoli e considerazioni un po’ campate in aria, trovandoci ancora nel mezzo dei playoffs 2020 e riferendoci invece alla off-season 2021, quali potrebbero essere ad oggi le destinazioni più allettanti? In effetti se ne è fatto già un gran parlare, e non è un segreto che squadre come i Golden State Warriors o i Miami Heat siano tra le favorite agli occhi dei più. E per motivi diversi, queste sembrerebbero davvero due destinazioni calzanti.

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Giannis all’interno della bolla NBA di Orlando

Dovessero decidere di muoversi subito, gli Warriors avrebbero dalla loro il contratto di Andrew Wiggins per far quadrare i conti, diversi giovani a roster per ingolosire i Bucks e soprattutto la scelta numero 2 al Draft 2020. Qualora il pacchetto non dovesse essere convincente, vi sarebbe comunque la possibilità di inserire scelte future. La falla di questa eventualità sta nel fatto che l’affare dovrebbe concludersi prima della notte delle scelte, che si terrà in una data ancora non ufficiale di ottobre. Sarà difficile, scanso sorprese, che già tra poco più di un mese Milwaukee e Giannis decidano di separarsi. A Golden State, Giannis andrebbe probabilmente a ricoprire il ruolo di cinque moderno, a coadiuvare ed aprire spazi per le scorribande dal perimetro di Steph Curry e Klay Thompson. Una prospettiva piuttosto spaventosa per il resto della lega.

A Miami, invece, dove oggi non sembrerebbero pronti ad un affare per accaparrarselo immediatamente, il greco troverebbe un ambiente non così ricco del cosiddetto star-power, ma comunque di successo. Senza dubbio più di successo dei Bucks appena eliminati dai playoffs. La cultura sportiva della franchigia non può essere messa in dubbio e l’accoppiata Pat RileyCoach Spoelstra si è sempre dimostrata vincente in fatto di scouting e sviluppo, aspetto da non sottovalutare per un giocatore comunque ancora giovane, che a tratti dà l’impressione di poter ancora migliorare alcuni aspetti del suo gioco.

Insomma, al di là di queste due opzioni, il suo destino rimane più incerto che mai. Se la situazione contrattuale da una parte lo aiuta, la relativa incertezza che ad oggi circonda i suoi non può certo fargli bene. A Milwaukee avranno ancora del tempo per convincerlo a rimanere, e le sue dichiarazioni sembrano andare in questa direzione. Vedremo dunque se il futuro di Giannis rimarrà legato ai Bucks anche dopo la prossima stagione.

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