1 luglio 2019. New York è nel pieno dell’era Fizdale. Kyrie Irving e Kevin Durant ormai firmavano con i Brooklyn Nets, Zion sfumato definitivamente dal Draft e quella copertina dei nuovi big three tutti i tifosi Knicks la continuano a sognare. In questo marasma generale Scott Perry e Steve Mills, allora e tristemente i piani alti della franchigia newyorkese, firmano Reggie Bullock per 21 milioni per 3 anni e vedono Marcus Morris ad un passo dai San Antonio Spurs di Gregg Popovich. Da lì a poco la causa che scatenerà un effetto domino cruciale nella nostra storia: Bullock sta molto male fisicamente e i Knicks congelano momentaneamente l’affare. Meglio prendere quel Morris e poi alla deadline ricavarci qualcosa, sussurravano copiosamente gli ex piani alti della società newyorkese.
La nostra storia di oggi parte proprio da qui. La mossa che oggi, conducibile tranquillamente ai principi del famoso “effetto farfalla”, ha cambiato in positivo la storia recente di New York. Il sesto posto nell’Eastern Conference non è solo frutto di Thibodeau o altre prestazioni ultra-performanti da parte di Julius Randle e R.J. Barrett che tutt’ora meritano di essere citate.
Oggi vi parliamo dellimpatto di Immanuel Quickley sui New York Knicks. Un fenomeno inspiegabile, che cambia la tendenza di una stagione e di una singola carriera.
Immanuel Quickley ai Knicks: la storia fino alla chiamata del Draft 2020
Havre de Grace, Maryland. È qui che il 17 giugno 1999 nasce Immanuel Quickley. Mamma casalinga, papà pastore cattolico della cittadina e primo vero oppositore della grande passione del giovane ragazzino, che però si rivelerà più avanti decisivo nella carriera della guardia ora in forza ai Knickerbockers.
Sin da piccolo si dedica anima e corpo al gioco e diventa stella della sua high-school anche senza il grande appoggio del padre. Immanuel però insiste e per proprietà inconscia ha sempre seguito il messaggio e l’educazione concessa in famiglia, cruciale poi per spiccare davvero il volo.

Un giovanissimo Immanuel Quickley con la maglia della John Carroll High School nel Maryland. La sua rincorsa al Draft Nba parte proprio da qui
Le sue performance, fatte di grande gioco di contatto e ricerca di floater a centro area, stregano John Calipari. Sì, l’head coach dell’università del Kentucky. Proprio lui che ha lanciato Karl-Anthony Towns, John Wall, DeMarcus Cousins e soprattutto Devin Booker, vuole mettere le mani su questo ragazzo per il futuro della sua carriera. Il ragazzo non si fa scappare l’occasione e accetta di mettersi in gioco in una delle accademie più forti del paese.
Inizia male per motivi di ambientamento nella prima stagione da freshman, ma dopo un mese da sophomore capisce che l’altra arma da saper sfruttare nel suo gioco è il tiro. Inizia a far vedere grande capacità di lettura e bombarda ogni difesa con costanza. 20 in fila in 5 sfide da novembre fino a natale e medie notevoli fino al 26 febbraio di un anno fa.
Reed Arena, College Station, Texas. Kentucky, testa di serie n°8, va in trasferta sul campo di Texas A&M. Quickley domina la sfida: ne mette 30 punti dominando. 11/19 dal campo, che combinati ai 13 di Maxey fanno vincere i ragazzi di Calipari 69-60. Tra gli 8190 spettatori paganti c’è un mio amico. Studente a Venezia in Erasmus per 6 mesì proprio lì in Texas, ridotti a 3 causa COVID-19 e che qualche mese dopo mi dirà: questa è una grande scelta per i Knicks.
La scelta inattesa e l’esplosione al Garden
Novembre 2020. L’effetto farfalla detto in precedenza sta per compiersi. Nel mentre Quickley si dichiara elegibile al Draft e a New York si è mosso tutto il sistema precedente. Fuori Mike Miller, dentro la coppia Tom Thibodeau-Mike Woodson in panca, ma soprattutto Leon Rose nuovo GM delle operazioni cestistiche dei Knicks. La sua connessione con i Wildcats è fortissima e sarà cruciale per quello che starà per avvenire. il 18 novembre c’è il draft e da quell’1 luglio sono lontani anni luce eppure la chiave della storia ancora non arriva, anzi passa sottotraccia.
Vi ricordate Marcus Morris? Sì, quello che scazzottava con chiunque nella serie contro i Denver Nuggets nella bolla di Orlando. Arriva ai Clippers dopo le prime 20/25 partite oscene dei Knicks di Fizdale nel giorno della deadline e via LA fanno il viaggio inverso Mo Harkless e la scelta numero 27. Eccola lì la gemma, il punto principe della storia. La scelta non dura poco: verrà ceduta agli Utah Jazz per Ed Davis la numero 23 e cash considerations nella prima free agency post-lockdown mondiale Immanuel Quickley-Knicks è realtà con la chiamata alla numero 23 e nessuno, specie la mattina dopo di un draft così tardivo e inaspettato aveva la più pallida idea di chi fosse.
La CBS Sports a distanza di qualche ora con il commento degli esperti del Draft: “Gracilino, non reggerà. La NBA è tutt’altra cosa e a New York la pressione lo mangerà vivo. E’ una chiamata da D+ di valutazione”.
Da lì a poco il campo sovvertirà tutte le chiavi della stagione previste esperti. New York parte bene in stagione con il Rivers moment, ma soprattutto con RJ Barrett e Julius Randle a tirare su la carretta nei momenti di estrema difficoltà. Quickley non vede mai il campo, fuori per una botta e un infortunio lievemente serio all’anca in pre-season contro i Cavs. Lì avviene una sliding-doors che cambia la stagione: Obi Toppin, l’altro rookie, non garantisce integrità fisica, e Thibs dà fiducia a Quick.
Una delle classiche azioni personali con le quali Quickley va a segno.
I suoi floater, la sua capacità di reggere e prendersi falli e contatti, ma soprattutto il rilascio di tiro efficientissimo e capacità di lettura del gioco istantanea gli fanno conquistare minuti. Pian piano si prende la scena: non gioca più da guardia , ma da play. Derrick Rose sta per arrivare, ma per far sbocciare il suo talento nascosto servono due grandi partite.
Prima 17 ai Celtics, poi davanti a Dame Lillard, suo idolo, ne fa 31. Career-high alla sua undicesima partita in carriera, sotto nel punteggio di grande distacco, ma soprattutto marcato dall’ex Knicks Carmelo Anthony.
Tutto il gioco di Immanuel Quickley è rappresentato in questa azione dei Knicks: dopo il pick and roll con Nerlens Noel capisce subito che scelta rapida effettuare. Vede Melo in ritardo e attacca il perimetro viste le sue discrete medie.
Ora è il momento di prendere definitivamente il volo
Che la stagione di New York sia una sorpresa è dovuta anche alla sua storia. Immanuel Quickley è uno di una serie di piccoli tasselli che Thibs è riuscito a costruire in esattamente 30 sfide fatte di 14 vittorie stagionali, 16 sconfitte e grandi numeri statistici difensivi.
Il ragazzo del Maryland si è preso campo, strada e soprattutto minuti diventando ora il leader della second unit insieme al “neo-arrivato” Derrick Rose. 12,5 punti, 2,5 rimbalzi, 3 assist, una grande capacità difensiva e di gestire il gioco lo rendono una delle note più importanti della stagione dei nuovi New York Knicks sesta forza dell’est. Dal Maryland, una chiesa paterna e una fede fino alla conquista di un sogno: un posto tra i 10 uomini con la casacca blù-arancio e un posto fisso al Garden terra dei suoi sogni futuri.
Siamo davanti alla classica steal of The draft? Probabilmente di parte, la storia può convincervi ancora, ma vedere ancora di più questo ragazzo in campo vi convincerà di questa tesi. A New York finalmente si può sorridere per davvero. In una storia di rara realtà come questa. Un ragazzo che sogna di prendersi New York nel segno del lavoro e del destino come insegna la LinSanity.