E alla fine è arrivato… Andre Drummond. I Los Angeles Lakers, in un periodo non facile date le assenze per guai fisici di LeBron James ed Anthony Davis,avevano bisogno di una nuova linfa al proprio roster, delle vere e proprie forze fresche: nelle ultime ore della trade deadline si è tentato l’assalto a Kyle Lowry, assalto che è fallito di fronte alla richiesta dei Toronto Raptors di inserire nell’affare Talen Horton-Tucker.
L’innesto della point-guard sarebbe realmente servito? Certo che avrebbe portato in dote una buona dose di punti, ma acquisire un giocatore che ha da poco compiuto 35 anni dando in cambio un pariruolo (con caratteristiche diverse) più giovane come Dennis Schroder, l’onesto gregario Kentavious Caldwell-Pope più altro forse non valeva la candela. Il rischio di accorciare le rotazioni c’era.
Ai Lakers serviva fisicità e presenza sotto canestro, fatto che quest’anno sono un po’ mancati anche per via del rendimento di Marc Gasol, ormai in una fase calante della sua carriera e del rendimento difensivo di Montrezl Harrell, inversamente proporzionale all’energia che riesce a dare nell’altra metà campo. Così ecco che la firma di Drummond, liberatosi dal Cleveland Cavaliers tramite buyout, può essere la panacea di alcuni mali.
Andre Drummond: il suo possibile contributo per i Lakers, su entrambi i lati del campo
Durante questa stagione il centro ha giocato 25 partite, racimolando una media di 17.5 punti, 13.5 rimbalzi, 2.6 assist e 1.2 stoppate in 28.9 minuti di impiego. Il classe 1993 non gioca dallo scorso 12 febbraio, prima che il team dell’Ohio decidesse di fermarlo e dare più spazio al promettente Jarrett Allen. Nonostante ciò rientra al momento tra i primi tre migliori rimbalzisti della regular season, dietro a Clint Capela (14.1 rimbalzi catturati a gara) e davanti a Rudy Gobert (13.3). Ecco, questa rappresenta la miglior peculiarità di Drummond, che riesce a fare la voce grossa sia in attacco ma soprattutto in difesa: sono 9.4 quelli catturati nella propria area, il 35.9%, numeri che fanno ben sperare i giallo-viola, che dal suo contributo potrebbero usufruire per generare transizioni veloci. Dall’altra parte può essere utile ottenere le cosidette second chance.
Per quanto riguarda lo scoring, Drummond rappresenta una buona opzione per fare incetta di canestri nel pitturato dato che il suo range di tiro è piuttosto limitato. In media, nella suddetta zona di campo, racimola 14.4 punti con il 43.7%, senza dimenticare il 51.9% relativo alla restricted area. Un giocatore vecchio stile per la NBA di oggi, che non può accentrare troppo il gioco su stesso, ma che invece può rivestire i panni dello scuderio per le altre superstar. Pochi compiti insomma, da fare bene senza eccedere nel minutaggio. Come quello di dover tener botta sotto le plance quando gli avversari tenteranno di fare breccia nella retroguardia californiana: ogni tanto ha patito qualche amnesia di troppo, ma il nativo di Mount Vernon possiede le carte in regola per proteggere il ferro, specie se apprender i dettami del sistema imposto da coach Frank Vogel. Dei problemi possono presentarsi nei frangenti in cui verrà coinvolto in degli uno vs uno con avversari ben più rapidi o nei cambi sui pick and roll, poiché non riuscirebbe a tenere il passo.
Una quadra da trovare
Andre Drummond sarà il nuovo 5 titolare dei Lakers, e comporrà l’interessante frontcourt assieme a Davis non appena quest’ultimo rientrerà. Un mix di sostanza e tecnica che ben dovremmo amalgamarsi anche al netto dello scorso anno, quando JaVale McGee e Dwight Howard si alternavano in quella mansione avendo delle caratteristiche simili al nuovo arrivato. Possibile che Drummond giochi una bella fetta di minuti con Kyle Kuzma e Markieff Morris, che sanno aprire bene il campo, e anche con Harrell. In ogni caso Davis, nei momenti dove la palla scotterà, andrà a coprire la casella di centro, tuttavia avere a roster tre elementi diversi nello stesso ruolo come appunto Drummond, Harrell e Gasol permetterà a Vogel di mischiare le carte a seconda degli scenari.
“Potrà darci una gran mano sin da subito, può dominare una partita su due lati del campo, la sua fisicità sarà un problema per le avversarie. Penso che la nostra squadra sia migliorata molto“ –ha detto il capoallenatore dei Lakers parlando di Drummond, il tassello ideale per l’infuocato rush finale di stagione e per una post-season che si preannuncia ricca di battaglie.