Dal 4 agosto, LeBron James sarà eleggibile per firmare con i Los Angeles Lakers un’estensione contrattuale di due anni e circa 97 milioni di dollari complessivi, che lo terrebbe a LA fino al 2025.
La domanda, a poche ore dalla sua personale deadline, è: LeBron James è intenzionato a firmare di nuovo con i Lakers o vorrà tenersi aperte le classiche “opzioni sul tavolo” in vista della free agency 2023? L’attuale contratto di LeBron prevede un’ultima stagione a 44.4 milioni di dollari, dal primo minuto disponibile i Lakers gli metteranno davanti carta e penna e soprattutto una cifra mai guadagnata in carriera (si parla di meri contratti NBA, per un giocatore-azienda il cui patrimonio ha sfondato di recente quota 1 miliardo di dollari).
James non deve decidere subito, né probabilmente lo farà. Dal suo entourage non è trasparita una virgola nelle scorse settimane sul mercato dei Los Angeles Lakers, giocoforza limitato ad alcune firme minori sebbene interessanti, come Lonnie Walker IV, Damian Jones e Thomas Bryant, e al draft con la seconda scelta Max Christie.
Come ampiamente prevedibile visto il mercato al momento più arido della siccità che ha investito il nord Italia a luglio, Kyrie Irving non è arrivato, né è imminente il suo arrivo. I Brooklyn Nets non sono interessati a Russell Westbrook, né una trade secca Russ-Kyrie è fattibile per due squadre che flirtano con l’hard cap. Ci sarà da lavorarci, report contrastanti hanno parlato di un LeBron a un tempo “insoddisfatto” e che vorrebbe il suo vecchio sodale a Cleveland di nuovo con lui, o di un LeBron che assieme a Davis e Westbrook cerca di trovare un modo “per farla funzionare”.
Smoke and mirrors, come di dice in inglese.
Secondo Marc Stein su Substack, LeBron James resta “estremamente felice” a Los Angeles nonostante la situazione della squadra e un roster che -Westbrook o non Westbrook – non vale i team di vertice della Western Conference. LeBron ha fatto della Southern California la nuova capitale del suo impero personale, l’unica forza che potrebbe attirarlo lontano da LA per il gran finale di carriera è il figlio maggiore Bronny, talento in erba e con il quale papà James vorrebbe giocare almeno una stagione nella NBA prima di smettere.
Cosa che non avverrebbe prima del 2024, e se James dovesse firmare la sua estensione con i Lakers e Bronny finire nel frattempo altrove via draft (ne manca di tempo), l’unico modo per LeBron di raggiungerlo sarebbe una trade.
Sempre che LeBron non possa ottenere dai Lakers un rinnovo “1+1”, che preveda una player option per il 2024\25 e quindi mani libere e occhi puntati su Bronny. Un rinnovo light che ha un precedente, ovvero quello di Kevin Durant con i Golden State Warriors nel 2018, il quale sarebbe rimasto per una sola stagione anziché due.