All’ alba dei trentadue anni, Carmelo Anthony è riuscito a superare una leggenda dell’ NBA come Larry Bird nella classifica dei marcatori di sempre. L’ala piccola é balzata al trentunesimo posto della a quote 21,793 punti, grazie all’ultimo canestro nella vittoria contro gli Utah Jazz. Un traguardo importante raggiunto dal leader dei New York Knicks, che se non fosse stato per gli infortuni che hanno segnato la sua carriera ( solo nella stagione da rookie ai Denver Nuggets è riuscito a giocare tutte le 82 partite), sarebbe arrivato sicuramente prima. Larry Legend ha chiuso la carriera dopo 13 anni di attività e dopo numerosi titoli, cosa che a Anthony manca, ma che ancora potrebbe conseguire. In 12 anni di carriera Melo sta viaggiando a 25 punti di media, conditi da 6,6 rimbalzi e 3,1 assists con un discreto 45,5% dal campo.
Dopo l’ultima travagliata stagione, in cui è sceso in campo solo 40 volte, Anthony sta ritrovando il giusto ritmo e la giusta condizione fisica. Il suo gioco sta cambiando, sta diventando più maturo rendendosi protagonista di meno forzature e tiri uno contro cinque, questo grazie anche agli innesti fatti in estate dai suoi Knicks, che hanno già superato il numero di vittorie ottenute in tutta la passata stagione. Coach Derek Fisher sta facendo un ottimo lavoro con una squadra abbastanza giovane: la scelta al Draft di Kristaps Porzingis si sta rivelando più che mai azzeccata, tanto che anche Carmelo sembra nutrire grande fiducia nel giovane lettone, premiandolo con numerosi possessi durante le partite. Un difensore di spessore come Aaron Afflalo ha aggiunto quell’intensità che mancava gli scorsi anni e Josè Calderon sembra essere il giusto playmaker per interpretare al meglio la Triangle Offense con cui Fisher vuol far giocare i suoi. Per non dimenticare l’impatto che sta avendo in quest’ultimo periodo Robin Lopez.
Con un un Anthony rinnovato e un nucleo ben costruito i playoff non sembrano più un miraggio nella Grande Mela, e la stagione passata da sole 17 vittorie sembra essere solo un brutto sogno nelle menti dei tifosi newyorkesi.