Brandon Ingram non ha partecipato al camp informale organizzato dai giocatori dei New Orleans Pelicans, unico assente assieme al giustificato Daniel Theis, e ha ormai un piede fuori dalla porta.
I Pelicans non hanno voluto offrire a Ingram il rinnovo al massimo salariale da 204 milioni di dollari per cui il giocatore era eleggibile a partire dalla off-season 2024, Brandon Ingram sarà free agent al termine della stagione 2024-25 e i Pels proveranno a cederlo entro la trade deadline del prossimo 6 febbraio, e il prima possibile. Una trade che verosimilmente potrebbe avvenire non prima di dicembre inoltrato quando diversi giocatori torneranno a essere cedibili sul mercato.
Nel frattempo, da una lista invero già abbastanza ristretta di squadre potenzialmente interessate non ci sarebbero i Golden State Warriors. Per Monte Poole di NBC Sports Bay Area, le possibilità di vedere Ingram a Golden State “sono minuscole“, per ragioni perlopiù strategiche. “Dalla trade per Kelly Oubre Jr nel 2020, che non andò bene, gli Warriors sono sempre stati restii a questo tipo di scambi in cui sacrificare scelte future al draft, per giocatori su cui ci sono dei dubbi. E Golden State considera Brandon Ingram un giocatore di questo tipo, i contro sono da considerare e le possibilità sono quindi davvero pochissime“.
Lo stesso principio secondo il quale Golden State non ha voluto presentare agli Utah Jazz un’offerta sufficiente per Lauri Markkanen, per non rischiare di dover trattare su Brandin Podziemski considerato incedibile. Gli Warriors hanno preferito mettere sotto contratto dei veterani affidabili come Kyle Anderson, De’Anthony Melton e Buddy Hield e puntare sulla crescita di Podziemski e Jonathan Kuminga.