Che non sia mai facile confermare in blocco un roster campione NBA è un dato di fatto. Nemmeno una franchigia che è ormai una dinastia come quella dei Golden State Warriors fa eccezione. Basti guardare alla perdita durante la ultima free-agency di un pezzo importante come Gary Payton II.
Importante, sì, ma non fondamentale. La forza dei quattro volte campioni NBA negli ultimi sette anni, infatti, è stata quella di saper confermare nel tempo le pietre d’angolo della squadra: Steph Curry, Klay Thompson e Draymond Green. E poi quella di saperli circondare del giusto talento e delle giuste capacità tecniche e tattiche.
Stavolta, però, da qui a un anno le cose potrebbero essere diverse in casa Warriors. A raccontarlo è il proprietario, Joe Lacob: “Sarà davvero difficile, non voglio stare qui a dire bugie ai nostri tifosi. Sarà molto difficile capire cosa fare la prossima estate. Per quest’anno va tutto bene. Mi aspetto di ripetere una stagione tanto positiva. Qualcuno può pensare che perdendo Payton e un paio di altri elementi non ci riusciremo. Ma è normale che ogni anno ci siano dei cambiamenti.”
Sostituto così il figlio d’arte con la scommessa piazzata su Donte DiVincenzo, e avendo confermato Kevon Looney tramite free-agency, Golden State potrà in effetti tranquillamente provare a ripetersi. Anche contando il rientro di James Wiseman e riponendo le proprie speranze nella maturazione di Jonathan Kuminga e degli altri giovanissimi a roster.
Il riferimento alla prossima off-season, però, non è casuale. Tra un anno, infatti, scadranno i contratti di Andrew Wiggins e Jordan Poole. Due nomi decisamente più pesanti nell’economia delle rotazioni rispetto a quello di Payton, così, diventeranno rispettivamente free-agent senza e con restrizioni.
Ma non è tutto, perché Draymond Green avrà un’opzione giocatore da 27.5 milioni di dollari per la stagione successiva, quella 2023/24 per l’appunto. Senza contare poi le opzioni squadra sui contratti di Wiseman e Kuminga, che nel frattempo potrebbero diventati parte integrante delle rotazioni.
Allora, mentre il salary cap per la prossima stagione è stato fissato sui 123 milioni di dollari, c’è da aspettarsi una lieve crescita per quella successiva. Ciò che preoccupa Warriors e soci, però, è che se si dovessero esercitare tutte le opzioni citate, ce ne sarebbero già 160 a libro paga per il 2023/24, annata in questione.
Preoccupazioni insomma fondate, quelle per un’estate 2023 che per i californiani si preannuncia ancora più calda della media dello stato della costa occidentale.
Come affermato ancora da Lacob: “Il prossimo anno dovremo affrontare molti più problemi con il salary cap e il limite per la luxury tax (per la stagione 2022/23 è stato fissato a circa 150 milioni, ndr) e affini. Dovremo solo vedere come andrà. Si tratta di avanzare di anno in anno. Vedremo come giocheranno i nostri, se lotteremo per il titolo. Noi pensiamo di sì. Allora vedremo se vinceremo di nuovo. Quello amplierebbe le nostre possibilità. Se non vinceremo, dovremo rivedere i nostri piani.”