Secondo quanto riportato da Shams Charania per The Athletic, i Chicago Bulls e Zach LaVine sarebbero più aperti rispetto al passato a una separazione via trade entro la deadline di febbraio 2024.
LaVine è sotto contratto fino al termine della stagione 2026-27 per un accordo complessivo da 215 milioni di dollari firmati nel 2022, l’ultimo anno del contratto prevede una player option da 48.9 milioni quando l’ex UCLA avrà 32 anni. In stagione, Zach LaVine sta viaggiando a 21.9 punti di media a partita con il 40.9% dal campo, cifre in forte ribasso rispetto alle ultime due annate, e i Chicago Bulls (4-7) hanno avuto un’altra partenza di stagione in tono minore.
la situazione salariale dei Bulls, che sono impegnati già oggi per oltre 130 milioni di dollari per la prossima stagione, unita a prospettive poco allettanti per il futuro con il presente nucleo di giocatori, potrebbe favorite una trade per LaVine. Cedendo l’ex Twolves Chicago potrebbe pensare seriamente a un reset, cercando nel tempo acquirenti anche per DeMar DeRozan, in scadenza di contratto, e per Alex Caruso e Nikola Vucevic, oppure chiedendo per Zach LaVine in cambio dei giocatori più adatti accanto a DeRozan, Vucevic, Patrick Williams le cui quotazioni sono in ribasso, e Caruso.
Secondo Darnell Mayberry di The Athletic, alcune fonti interne alla lega ritengono che “da un mese a questa parte i Bulls non avranno lo stesso roster di oggi“, e sempre secondo Charania, alcune squadre avrebbero iniziato a chiedere informazioni sulla disponibilità via trade di LaVine e le richieste dei Chicago Bulls. Ecco i possibili scenari:
Miami Heat
Dopo aver rinunciato a Damian Lillard, preso atto delle richieste impossibili e strumentali dei Portland Trail Blazers, i Miami Heat potrebbero cercare di rifarsi con Zach LaVine.
Gli Heat hanno in Tyler Herro uno scorer dalle caratteristiche simili a LaVine, Herro si è però infortunato di nuovo dopo un buon avvio di stagione e già lo scorso anno fu costretto a saltare i playoffs per un infortunio subito in gara 1 della serie di primo turno contro i Milwaukee Bucks. Miami avrebbe poi raggiunto le NBA Finals senza di lui.
Tyler Herro è sotto contratto con Miami fino al 2027 come Zach LaVine, ma senza player option, gli Heat potrebbero scaricare via trade anche il contratto di Kyle Lowry in scadenza e aggiungere una prima scelta futura al draft. Duncan Robinson in alternativa è un altro giocatore spendibile, con gli Heat che libererebbero minuti per Jaime Jaquez Jr e Nikola Jovic qualora nessuno dei due venisse inserito nella trade.
Herro a 23 anni darebbe ai Bulls per contro un giocatore in grado di rimpiazzare subito LaVine, più giovane e con un contratto meno oneroso.
Golden State Warriors
Stephen Curry sta segnando 30 punti di media a partita in questa stagione, il secondo miglior realizzatore di Golden State (Klay Thompson) circa la metà – 16.1 – e con cattive percentuali. Nessun giocatore degli Warriors che non si chiami Curry ha ancora segnato 20 punti in questa stagione in una singola partita, Chris Paul è sotto la doppia cifra e Andrew Wiggins, così efficace due anni fa e reduce da un 2022-23 complicato, è in crisi di fiducia e offensiva, e sta tirando con un tremendo 15% dalla lunga distanza.
Agli Warriors serve uno scorer in più? Se la risposta è si, Zach LaVine sarebbe l’ideale, un tiratore da grandi momenti che ben si sposerebbe con l’attacco a alto volume di tiri di coach Steve Kerr, che lo ha peraltro allenato (come assistente) alle Olimpiadi con Team USA a Tokyo. In uno scenario di trade, per LaVine gli Warriors potrebbero proporre Wiggins, il cui contratto ancora lungo però spaventa, Moses Moody, Gary Payton II e almeno una futura prima scelta al draft (2028). E non basterebbe comunque, i Bulls potrebbero chiedere in cambio anche Jonathan Kuminga. E Golden State dovrebbe almeno considerare la cosa.
Philadelphia 76ers
Se non è rotto, non aggiustarlo, dice il proverbio inglese che suona come il nostro “squadra che vince non si cambia”.
Dopo essersi sbarazzati di James Harden i Philadelphia 76ers volano, sulle ali di Joel Embiid e di Tyrese Maxey. Dagli LA Clippers però Daryl Morey ha ottenuto asset a sufficienza per tentare un colpo di mercato, con i contratti di Marcus Morris, Nic Batum e Robert Covington in scadenza, oltre a quelli di De’Anthony Melton e Tobias Harris.
In qualsiasi modo si concluderà questa stagione, Harris, Melton, lo sfortunatissimo Kelly Oubre Jr e Pat Beverley, oltre agli Ex Clippers, saranno eleggibili per un’estensione di contratto, e allora non vale forse la pena tentare di trasformarli almeno in parte in un realizzatore del calibro di LaVine per mettere in squadra un giocatore sotto contratto a lungo, e entrare definitivamente nell’era Embiid-Maxey?
Per il momento sembra difficile pensare di lasciar partire Harris, che sta segnando 19 punti di media con percentuali migliori rispetto a LaVine ed è un difensore migliore. Batum, Covington e Morris sono però sacrificabili, e se i Bulls si dovessero accontentare di scaricare il contratto di Zach LaVine e ottenere soprattutto asset futuri al draft, di cui Philadelphia ora dispone, ci potrebbe essere margine per una trattativa. Morey starà alla finestra, per lucrare eventualmente sulle sventure sportive dei Chicago Bulls.
Los Angeles Lakers
Non c’è stagione ai Lakers senza che si ragioni di come e se sia giusto mettere una “terza star” accanto a LeBron James e Anthony Davis.
Senza entrare nel discorso se convenga o meno (e la nostra risposta è no, non conviene), i Lakers avrebbero i contratti e i giocatori per tentare i Bulls. In primis Austin Reaves, che ha iniziato piano la stagione ma che gode di grande stima ed è giocatore che a Chicago servirebbe, quindi Rui Hachimura e la scelta numero 20 al draft NBA 2023 Jalen Hood-Schifino da Indiana.
I Lakers sono ultimi nella NBA per tiri da tre punti tentati e 29esimi per percentuale, LaVine a LA avrebbe spazio e meno attenzioni difensive rispetto a Chicago, ed è tiratore da 38% in carriera da tre su un alto numero di tentativi. La star dei Bulls è inoltre un losangelino d’adozione, che ha giocato a UCLA al college e che è già stato accostato (come mezza NBA…) ai gialloviola.
Durante la off-season i Lakers hanno fatto la cosa giusta confermando in toto il nucleo che aveva raggiunto lo scorso anno la finale di conference, con i rinnovi per Reaves, Hachimura, D’Angelo Russell e Jarred Vanderbilt, e sono stati bravi a “raccogliere” Christian Wood e soprattutto Cam Reddish e Taurean Prince. Tutti giocatori e contratti che hanno un valore potenziale anche sul mercato delle trade, e con un LeBron James ancora da 25 punti, 8 rimbalzi e 5 assist di media a partita, Rob Pelinka ha l’obbligo di vagliare ogni proverbiale opzione possibile per garantirsi una chance concreta di competere per il titolo.