Qualsiasi squadra con un record di 32-1 sarebbe l’assoluta favorita per la vittoria finale, tutte tranne Gonzaga. Questo perché la squadra di Mark Few non è mai andata oltre le Elite 8. Williams-Goss e Karnowski sono però tra i migliori giocatori della nazione e possono portare i Bulldogs fino in fondo.
Il primo turno contro South Dakota State (18-16) è una formalità. Solo un miracolo (di nome Mike Daum) può salvare gli Jackrabbits, alla seconda apparizione consecutiva nel torneo NCAA. Se tutto va come deve andare Gonzaga affronterà al secondo turno la vincente della sfida tra Northwestern (23-11) e Vanderbilt (19-15), leggermente favorita. Entrambe, a loro modo, sono già nella storia. I Wildcats sono alla primissima apparizione nel torneo, dopo ben 77 anni. Vanderbilt è la prima squadra della storia ad aver ottenuto l’invito al gran ballo nonostante 15 sconfitte subite.
Notre Dame (25-9), la squadra che ha quasi soffiato il titolo della ACC a Duke, affronta Princeton (23-6). Bonzie Colson, candidato giocatore dell’anno, ha chiuso la finale di conference a 29 punti e 9 rimbalzi. Giocatore e combattente eccezionale, può trascinare gli Irish a un ottimo finale di stagione. I Tigers risponderanno giocandosi le proprie carte migliori: ritmo controllato, difesa e un vero e proprio abuso del tiro da tre punti.
Il risultato della sfida tra West Virginia (26-8) e Bucknell (26-8) sembra già scritto. I Bison sono una delle squadre più precise dell’intera nazione (54.6% da 2 e 37.7% da 3). Ma i Mountaineers di coach Bob Huggins, squadra che fa della pressione difensiva la sua più importante caratteristica, forzano più palle perse agli avversari di qualsiasi squadra di power-conference degli ultimi 15 anni.