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Lakers, effetto Redick? Non ancora ma si può vedere da qui

di Riccardo Rivoli
lakers

La prima è andata per i Los Angeles Lakers, che hanno battuto i Minnesota Timberwolves 110-103. Ci sono stati più protagonisti questa notte: LeBron e Bronny hanno giocato per la prima volta insieme, ma soprattutto Anthony Davis ha sfornato una prestazione da MVP.

Lakers: è troppo presto per parlare di effetto Redick

36 punti, 16 rimbalzi, 3 stoppate e 11 su 23 dal campo non spiegano la sensazione di onnipresenza che trasmetteva il numero 3 gialloviola durante questa partita. AD, complici le spaziature rivedibili di Minnesota, marcava tre giocatori ogni azione e lo abbiamo visto più volte difendere sul perimetro per poi ritrovarlo un secondo dopo a contestare tiri nello smile. Dall’altra parte del campo si è messo più volte in proprio con le sue solite conclusioni dalla media o dal centro dell’area. Coach Redick lo utilizza anche come boa in punta, come fanno i Kings con Sabonis

Il gioco in punta è stata la novità più interessante apportata da JJ Redick, che ha fatto sembrare l’attacco gialloviola già più organizzato di quanto avessimo visto negli scorsi due anni. Le guardie si scambiano molto di più il pallone, si portano blocchi a vicenda, mentre i lunghi, LeBron compreso, lavorano tanto senza palla. Non a caso anche Jaxson Hayes ha segnato 10 punti. Da segnalare anche i 18 punti di Rui Hachimura, che è sembrato molto coinvolto.

Reaves e Russell hanno giocato una buona partita, senza quasi mai forzare le giocate e LeBron ha segnato 16 punti, anche lui senza mai premere troppo sull’acceleratore. Nella metà campo difensiva i Lakers sono stati molto aggressivi e hanno costretto i Twolves a ben 15 palle perse, poi convertite in punti facili in contropiede. Soprattutto nel primo tempo Minnie ha subito la pressione sulle linee di passaggio e anche in area i Lakers erano bravi a stringersi come una spugna e mettere tanti corpi davanti ai penetratori.

Questa prima partita manda segnali molto positivi per Los Angeles, ma non solo. I Lakers, come dimostrato contro i Nuggets nei playoff scorsi, non sanno chiudere le partite e anche oggi hanno dominato per 48 minuti, ma non l’hanno mai chiusa definitivamente. Inoltre, a meno che Knecht non si dimostri un lock-down defender, non c’è una guardia difensivamente affidabile. In conclusione, è troppo presto sia per gioire che per essere disfattisti, ma ci sono comunque tanti segnati positivi.

Timberwolves: Edwards non basta

27 punti con 10 su 25 al tiro e 5 su 3 da 3 punti, 6 rimbalzi, 3 assist e 4 palle perse sono buoni numeri per Antman, che ha sporcato le percentuali negli ultimi minuti per provare a ricucire lo svantaggio. Il numero 5 dei Twolves ha tenuto i suoi in partita con tanti tiri difficili e affrontando a testa alta chiunque lo abbia marcato. Ci sono stati momenti della partita in cui ha cercato sistematicamente lo switch di Davis per attaccarlo dal palleggio e ha costretto i gialloviola a raddoppiarlo nell’ultimo quarto.

L’arma principale di Edwards è la penetrazione al ferro, ma con questo roster intorno è visibilmente difficile farlo. Gli unici tiratori veramente affidabili della squadra sono Conley e DiVincenzo, che però portano spesso palla. Donte ha tirato male (2 su 8), ma è molto attivo in questo attacco, sia con che senza palla. Fondamentale la prestazione da 3 su 4 da tre di AlexanderWalker, che può essere pericoloso dagli angoli. 

Julius Randle ha messo a segno 16 punti con 5 su 10 dal campo. L’ex Knicks è sembrato un pesce fuor d’acqua. E’ un corpo estraneo alla manovra della squadra, gioca dal post alto e crea solo dall’isolamento. E’ appena arrivato, quindi è presto per giudicare, però sono queste le sue caratteristiche e va a creare ulteriore traffico in una squadra che cercava qualcuno che aprisse il campo. Per non parlare della difesa…

Esistono tanti giocatori poco capaci di difendere, ma con un po’ di voglia tutti possono essere dei difensori decenti; ma Randle neanche ci prova. Lontano dalla palla non si accorge mai di quando il suo uomo taglia e sulla palla è lentissimo nello scivolamento. La difesa di Minnie resta comunque di alto livello, ma stanotte hanno subito troppo il gioco senza palla dei gialloviola. I 5 falli di McDaniels derivano anche da questo e Gobert era troppo occupato con AD per mettere le toppe ai buchi dei suoi compagni. 

L’ho specificato per i Lakers e lo faccio anche per Minnie: è presto per fare dell’allarmismo. Minnesota farà una buona regular season, perché è comunque una delle migliori difese a Ovest e hanno in Anthony Edwards un trascinatore, ma questa partita ha già evidenziato alcune lacune su cui lavorare.

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