NBA vs NFL: confronto sociale?

di Raffaele Camerini
NBA vs NFL

Qualche giorno fa la mia attenzione è stata rapita da una classifica stilata dall’autorevole sito howmuch.net, il quale elencava in ordine decrescente (per guadagno annuo sportivo) le migliori, o se meglio si vuol dire, le più remunerative leghe del globo terrestre. Con grande stupore, specie dopo l’ultimo innalzamento del Salary Cap, la NBA non è al primo posto, né al secondo e neppure al terzo. Si arriva appena fuori dal podio, con un seppur rispettosissimo 4.8 Billion/Year, miliardi l’anno. Al primo posto? Forse un po’ clamorosamente, ma nemmeno così tanto se ci si ferma a pensarci un po’ su, la NFL, prima lega statunitense e mondiale di Football Americano: quelli del Super-Bowl capace di fermare un paese intero, e che paese!
Si piazzano al primo posto con un guadagno annuo di 13 miliardi di dollari.
Sono semplicemente quasi il triplo di quello che guadagna la NBA, tanto per intenderci.
La parte che più riesce a sorprendermi è il fatto che fuori dagli Stati Uniti il Football non è per niente così conosciuto, né tanto meno seguito, o almeno non ai livelli del Basket. Ergo porta a pensare che tutti gli introiti o almeno il 97% di essi provengano proprio dal suolo americano, mentre nella NBA si contano in quei 4.8 i soldi americani e del resto del mondo. Come si arriva a spendere così tanti soldi per uno sport, in un solo paese rispetto a tutto il resto del mondo?

NBA vs NFL

Non esiste un’epica negli Stati Uniti. Troppo giovani e quello che è successo al principio è meglio tenerlo nascosto nel cassetto, dato che si parla di uno dei più efferati genocidi della storia, insieme ad altre pagine macchiate di sangue, questa volta degli schiavi deportati direttamente dall’Africa, in quanto la manodopera a costo zero è un toccasana per qualsiasi economia mondiale. I bianchi governano, i neri faticano. Esatto, meglio tenerlo chiuso quel libro, digeriremo meglio.
Nella NFL, in realtà non è così diverso tutt’ora: è una lega di ampia “manovalanza” nera, ovvero i grandi talenti, quelli che riempiono gli stadi sono generalmente di provenienza ed estrazione afroamericana, mentre i proprietari sono TUTTI bianchi. Tra i giocatori, i pochi bianchi fanno o i quarterback, o si piantano nella linea difensiva o d’attacco. Magari alcuni si permettono di fare il linebacker, ma siamo comunque ad una percentuale piuttosto bassa.
Se immaginate il classico ragazzotto bianco ben quartato, cresciuto tra i cereali, la domenica mattina a messa ed il pallone da football nel retro di casa con, magari, sullo sfondo di uno dei tanti paesi del Mid-West, siete caduti nello stereotipo giusto del giocatore NFL, Perchè in America non si cresce sperando di diventare un grande giocatore di basket, se sei bianco. Il basket è uno sport per i saltatori, per i grandi atleti, doti che praticamente solo gli afroamericani posseggono. Il tipico ragazzo bianco sogna di essere un quarterback, di essere il nuovo Tom Brady, il nuovo Peyton Manning. Non il nuovo Ray Allen.
Ma partendo da questo studio sociologico/sportivo, come si arriva a fatturare 13 miliardi all’anno, contro appena 4.8?
Tempo fa venne fuori da un censimento sulla popolazione a stelle e strisce, che il 13%, poco più, dei cittadini era afroamericano. Su 300 milioni di abitanti totali, bipede più bipede meno, si parla di un numero approssimativo ai 33-34 milioni di persone. Generalmente (ed aggiungo un personale Purtroppo) i cittadini afroamericani provengono da zone non particolarmente rosee. Ok, diciamo che provengono dai ghetti, dove realmente si fa la fame e dove diventare un professionista è più un motivo per fuggire dalla miseria, che rendere orgoglioso un padre.
Se consideriamo che un biglietto NBA costa perlomeno 50 dollari, più il parcheggio, più il programma (e comunque con 50 dollari ci si siede in piccionaia), è chiaro che le persone da quella estrazione sociale, non possono permetterselo. Sono i bianchi, coloro che si siedono a bordo campo che pagano una buona parte di quei 4.8 miliardi.
Ritornando ad analizzare i dati percentuali del suddetto censimento, possiamo affermare che togliendo la percentuale asiatica, latino-americana ed europea, si arriva ad un buon 70%, forse di più, di cittadini bianchi.
Per un biglietto in “piccionaia” nel campo dei New England Patriots, vero e proprio orgoglio dei bianchi del Nord-Est, non si spende meno di 111 dollari. Capite da soli che se per un qualsiasi signore afroamericano è un problema spendere 50 per una partita NBA, spenderne 111 è fantascienza.

CONCLUSIONI

Ricordate e tenete bene a mente quello che vi ho detto in precedenza: non ci sono, salvo rari casi, bianchi americani nella NBA. La maggior parte dei bianchi sono di provenienza europea o argentina o australiana. I bianchi americani facoltosi sono per lo più seguaci NFL e divorano il Football fin da quando sono bambini. Il basket ha il pregio di essere uno sport globale, ma ciò che è la sua forza è anche la sua dannazione. Il football è lo sport degli americani, simposio della loro cultura, la conquista del territorio con la forza, con la supremazia fisica ed intellettuale. Tredici miliardi sono la potenza di questo pensiero, tipico americano, talmente tipico che non ci sono nazionali di Football Americano al mondo, in quanto impossibilitati dalla scarsezza della diffusione a livello mondiale. Il basket è da sempre lo sport della classi sociali svantaggiate perchè appendere due canestri e mettere 10 canotte intorno ai ragazzi costa relativamente poco per una qualsiasi scuola pubblica americana. Provate a comprare 22 armature di football. Senza contare che ne servirebbero altre per lo special team. E’ bene che la NBA si abitui a questa enorme, imponente distanza perchè ad oggi appare molto difficile raggiungerli.

Per NBA Passion,

Raffaele Camerini

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3 commenti

Fulvio 10 Luglio 2017 - 16:43

Articolo scritto con grande ingnoranza verso lo sport di cui si parla, cioè il meraviglioso football americano. Che io pratico da 13 anni, dopo aver giocato per 17 a pallacanestro.

Lo stupore stesso verso gli incassi del football rispetto alla pallacanestro dimostra di conoscere poco anche degli Stati Uniti, visto che i due sport più amati e seguiti in Usa sono notoriamente football e baseball. La pallacanestro viene terza e ben staccata.
Il football é più del sud, il baseball più amato a nord. Ma il football fa comunque più soldi, visto che il Superbowl DAVVERO ferma l’America. Basti pensare che nella storia della tv americana, nella lista dei 10 programmi con più spettatori DI SEMPRE, 7 di questi sono Superbowl.

I Mondiali di football esistono dal 1999, quando vennero disputati a Palermo. Poi in Germania nel 2003, Yokohama nel 2007 (prima partecipazione USA, vincitori della finale con il Giappone dopo due tempi supplementari), etc etc…

Il football viene giocato in oltre 60 paesi al mondo e sta cercando di arrivare alle Olimpiadi, anche se più facile ci riesca con il Flag football, la versione senza contatto.

Il campionato italiano esiste dal 1980, e siamo più di 100 squadre da Bolzano a Palermo, da Torino a Trieste, da Cagliari a Lecce.

Risposta
Edoardo Quiriconi 11 Luglio 2016 - 23:45

Articolo meraviglioso!!! Un piccolo saggio di cultura e sociologia a stelle e strisce. Complimenti vivissimi a Raffaele Camerini!!!

Risposta
Raffaele Camerini 15 Luglio 2016 - 23:40

Grazie mille! Troppo buono!

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