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Nets, Bargnani: una boccata d’aria fresca per Brooklyn

di Claudio Spagnuolo

Quest’estate, il general manager dei Brooklyn Nets, Billy King, ha avuto parole quasi paterne per Andrea Bargnani: “attraversa il ponte, vieni a Brooklyn e sii te stesso”.

Gli ho detto di non sentirsi in dovere di dimostrare niente a nessuno, ma essere se stesso”, ha detto King, riguardo alle conversazioni estive avute con il giocatore. “Deve solo tirare il pallone nel canestro, e sappiamo che sa farlo molto bene. I suoi compagni gli hanno detto la stessa cosa”.

Per un atleta i cui lampi di splendore sono stati messi in ombra da una costante serie di infortuni, cambiare (ancora) ambiente potrebbe essere finalmente decisivo. Lasciarsi alle spalle la pressione sembra un intento comune per quasi tutte le prime scelte assolute al draft, e forse ancor più per Bargnani, sommerso da violente critiche nelle ultime tre stagioni, sia in maglia Raptors che Knicks.

Bargnani durante la sua esperienza ai Toronto Raptors.

Bargnani durante la sua esperienza ai Toronto Raptors.

Mi sento bene”, ha raccontato il Mago a Sporting News, durante il training camp dei Nets, la scorsa settimana.

Coach Hollins ha definito l’arrivo di Bargnani “una boccata d’aria fresca” per un roster che ha dovuto affrontare una pesante ricostruzione durante l’estate, e che ha visto partire – tra gli altri – Deron Williams.

Mi piace Bargnani. Sa tirare. E’ molto versatile ed è capace di giocare con chiunque gli mettiamo vicino”, ha affermato Hollins. Come conseguenza di questa sua capacità, Andrea dovrà dividere il campo con Brook Lopez, anch’egli un giocatore imponente ed aggressivo offensivamente, un tempo rivale del nostro.

Sa giocare con Lopez”, ha spiegato Hollins. “In attacco, questi ragazzi sono molto versatili e possono dare grandi problemi alla difesa perché sanno entrambi tirare, passare e mettere il pallone a terra. Mi piace vederli giocare insieme”.

A tal proposito, Bargnani ha aggiunto: “Penso che la cosa che ci unisce sia il rispetto reciproco. E’ bello giocare con Brook, mi sento a mio agio in campo con lui. Con la mia duttilità, riesco a fare qualsiasi cosa mi chieda l’allenatore. Certo, ciò che posso offrire è semplicemente il mio gioco: dentro e fuori dall’area, posso giocare da ala grande o centro”.

Bargnani in maglia Knicks.

Bargnani in maglia Knicks.

E se Andrea riuscirà a mantenere la giusta chimica con Lopez – che molti, in sede di training camp, hanno definito il giocatore più esplosivo di tutti – tutta la squadra ne beneficerà. Sempre che rimanga in salute, ovviamente.

Bargnani sa di aver perso circa 170 partite nelle ultime quattro stagioni e, quando viene intervistato sull’argomento, il suo volto non nasconde tutta la frustrazione che ha provato in quei terribili giorni di inattività.

Inizialmente, fu il gomito destro a tormentarlo, tenendolo fuori per due mesi; tornò per 14 partite, ma l’infortunio gli costò buona parte della stagione 2012-13 con i Raptors. A pochi mesi dall’inizio della stagione successiva, la sua prima con i Knicks, si lacerò il legamento del gomito sinistro durante l’esecuzione di una schiacciata (curiosamente, l’infortunio precedente avvenne in maniera analoga), e rimase in infermeria per il resto dell’anno. Il recupero da quest’ultimo problema, insieme ad un successivo guaio al tendine del ginocchio ed un fastidio al polpaccio, gli ha fatto perdere gran parte della scorsa stagione.

Bargnani s'infortuna al gomito destro nel primo quarto della partita di Toronto contro Portland, nella stagione 2012-13.

Bargnani s’infortuna al gomito destro nel primo quarto della partita di Toronto contro Portland, nella stagione 2012-13.

Essere infortunati è la peggior cosa che può capitare ad un atleta, ed averci a che fare per quattro anni consecutivi…”, ha chiosato l’italiano, con un tono di voce decisamente poco felice. “Ho perso più partite di quelle che ho giocato, per cui è estremamente frustrante. E’ una cosa triste. Stai a casa e, a volte, non riesci nemmeno a dormire per quanto sei arrabbiato, ma devi essere forte. Non si possono controllare i problemi fisici: fa parte della pallacanestro, quindi sei costretto a convivere con tutti i possibili inconvenienti”.

Il livello delle sue prestazioni, ovviamente, è calato con l’avanzare del tempo. Bargnani ha avuto i suoi giorni migliori nell’ultima stagione di Chris Bosh ai Raptors (2009-10), facendo registrare 17.2 punti (con il 47% al tiro, la percentuale migliore in carriera), 6.2 rimbalzi e 1.4 stoppate a partita. La sua efficienza è diminuita, mentre la sua prolificità al tiro è rimasta piuttosto alta (21.4 punti a partita nel 2010-11) ed il suo ruolo in fase offensiva è molto aumentato nello spazio di due stagioni, prima che gli infortuni della campagna 2011-12 ne arrestassero i progressi.

Dopo una straziante stagione 2012-13, durante la quale ha tirato con il 39.9% dal campo, i Raptors l’hanno spedito ai Knicks, in cambio di una scelta al primo turno al draft del 2016, Steve Novak e qualche veterano. I costi della trade ed il suo pesante contratto hanno fatto storcere il naso ai tifosi di New York, così come i suoi continui problemi fisici ed il gioco inconsistente: Bargnani ha totalizzato 14.8 punti di media lo scorso anno, tirando con il 45.4% dal campo ed il 36.6% dal perimetro, i suoi migliori numeri dall’annata 2009-10; tuttavia, le evidenti difficoltà su entrambi i lati del rettangolo di gioco hanno contribuito a rendere i Knicks una franchigia da 17 vinte e 65 perse.

In due stagioni a New York, Bargnani ha totalizzato soltanto 71 presenze.

In due stagioni a New York, Bargnani ha totalizzato soltanto 71 presenze.

Vivere con la pressione delle aspettative, dice Andrea, fa parte del business; ha imparato a gestire la famigerata “ansia da prestazione”, anche se è conscio che non sparirà mai del tutto.

Non è necessariamente una brutta cosa, ma se non riesci a governarla nella maniera giusta, devi cambiare mestiere”, ha dichiarato. “La pressione ci sarà sempre. C’è pressione per essere stato la prima scelta al draft, c’è pressione per via del contratto… fa sempre parte della tua vita, se sei un cestita della NBA. Devi solo conviverci in maniera positiva”.

Sembra che queste parole non siano state dette solo per ostentare fiducia, ma per esprimere un tipo di atteggiamento nel quale il ragazzo crede fermamente. Mentre parlava dell’inizio del nuovo capitolo della sua carriera a Brooklyn, ha utilizzato la parola “eccitato” almeno sette volte e, considerando tutto ciò che ha dovuto passare, dovremmo pensare che Bargnani sia davvero pronto a voltare pagina e dimostrare a tutti il suo valore.

Questi giorni sono stati magnifici. Sono felicissimo di essere qui. Mi sento molto fortunato”.

Buona fortuna, Andrea!

 

Claudio Spagnuolo

Twitter: @KlausBundy

 

Tratto da: Kami Mattioli, “Andrea Bargnani offers ‘breath of fresh air’ for Nets, after stench of Knicks tenure”, sportingnews.com.

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