“Non è più l’NBA dei vostri padri” Questa frase risuona nelle orecchie di praticamente tutti i giovani appassionati dello sport più bello del mondo. Ed è vero, il basket, la NBA è cambiata, si è evoluta, ed è diventata quella che oggi conosciamo. Sembra infatti che tutti, “giganti” di ieri e campioni di oggi, vogliano dire la propria a riguardo. In sostanza ci si può dividere in due schieramenti.
I nostalgici, come ad esempio Shaquille O’Neal e Charles Barkley, sempre pronti a polemizzare riguardo il gioco moderno, criticando i giocatori e le scelte della lega in fatto di regole di gioco. Sostenendo che ormai si dia più importanza allo show vero e proprio piuttosto che alla vera sostanza del gioco.
Dall’altra parte troviamo invece tutti quei giocatori, come Allen Iverson e Kevin Garnett, che consapevoli dell’evoluzione del gioco, la accolgono a braccia aperte, accettando la diversità e il cambiamento.
Garnett e l’evoluzione del gioco offensivo in NBA
Proprio Kevin Garnett, “The big ticket”, giocatore simbolo dei Minnesota Timberwolves, poi campione NBA con i Boston Celtics nel 2008, ha affermato ai microfoni di David Marchese del New York Times: “Oggi la NBA è a un altro livello, mai visto prima.”
E in effetti il gioco è cambiato parecchio, forse l’aspetto che si evoluto di più è l’attacco basato sul tiro da 3 punti, se prima una squadra prendeva in totale una decina di triple a partita, ora la media gira attorno alla trentina.
"I don’t know if even the guards from 20 or 30 years ago could play in this time right here. It’s creative. It’s competitive. It’s saucy. You’ll get dropped!" This week, @NYTMag interviews Kevin Garnett, who changed how professional basketball was played.https://t.co/Ay7yxujFSp
— The New York Times (@nytimes) February 8, 2021
“Provateci voi a sprintare da un angolo all’altro del campo, arrestarsi su una moneta e tirare da tre. Fatelo per dieci volte in fila. E poi voglio vedere come state. Perché questo è quello che fanno i giocatori di oggi, per 48 minuti senza sosta. Non credo che i campioni di 20 anni fa avrebbero potuto reggere un ritmo simile: nel basket di oggi farebbero fatica”. ha aggiunto.
Paragonando anche le guardie del passato con quelle di oggi, tra cui Steph Curry, Klay Thompson e Damian Lillard: “Uno come Steph Curry ha rivoluzionato il gioco per la consistenza con cui sa segnare da lontanissimo. E poi ancora: Klay Thompson, Damian Lillard, tutti loro hanno davvero rivoluzionato la pallacanestro. Non so se neppure le guardie di 20-30 anni fa potrebbero stare in campo con quelle di oggi: il basket oggi è super creativo, molto competitivo, pieno di duelli e battaglie divertenti. Oggi con un cross-over fatto alla loro velocità questi giocatori sono capaci di farti saltare i legamenti crociati!”
La difesa moderna
Un altro tra gli aspetti del gioco ad essere cambiati sicuramente è la difesa. Non esistono più i “Bad Boys” come al tempo di Michael Jordan e i Detroit Pistons di Isiah Thomas e Dennis Rodman. Ora il basket è più un fatto di finezza rispetto al gioco apertamente fisico degli anni passati, ma probabilmente richiede anche più abilità e tecnica che mai.
“Anche in difesa, 20 anni fa si potevano usare le mani, cosa che oggi invece è ormai vietata, rendendo la difesa quasi impossibile. Vi immaginate provare a marcare Michael Jordan senza mettergli almeno un po’ le mani addosso? Non c’è modo. Per questo oggi un attaccante può essere creativo in una maniera tutta nuova e gli esempi non mancano. Dirk Nowitzki ha portato nella lega quel folle tiro su una gamba sola buttandosi all’indietro che all’inizio faceva solo lui, ma oggi Nikola Jokic lo imita alla perfezione, mischiando quel movimento con tutto il suo talento.”
A proposito di The Joker, possiamo raccogliere nei parquet di tutta America le ceneri e rovine dei centri del passato, il ruolo è cambiato, ora esiste il centro moderno. Per essere incisivo, non basta più essere grandi e forti sotto canestro, un buon centro ora deve avere tiro da tre e ottime doti da passatore.
Il gioco rispetto a 10-20 anni fa è cambiato, accettare il cambiamento significa stare al passo con la sua evoluzione, e a prescindere dalle polemiche e critiche come conclude KG: “La NBA, a mio avviso è in un ottimo momento”.