Più sorprendente della trade Andre Drummond-Cleveland Cavs, per portata e fragore c’è stata in questa trade deadline solo quella che ha portato D’Angelo Russell, Omari Spellman e Jacob Evans ai Minnesota Timberwolves, in cambio di Andrew Wiggins e due future scelte ai Golden State Warriors.
L’ossessione di Minnesota per Russell, e la necessità per Gersson Rosas di liberarsi di Wiggins non erano certo un segreto, così come la disponibilità sul mercato di D’Angelo Russell. In un mercato rivelatosi per motivi differenti freddo (lo scarso appeal di Wiggins e la mancanza di reali pretendenti oltre ai Twolves per Russell), i Golden State Warriors hanno preferito accollarsi l’eterno incompiuto canadese, tentando di “lucrare” sulla prima scelta 2021 (protetta per le prime tre posizioni) girata da Minnesota.
Difficile che, sfumato Robert Covington, gli Warriors avrebbero potuto ottenere di meglio da Russell anche attendendo l’estate ed il draft NBA 2020. Oltre ai Twolves, solo i New York Knicks si erano fatti avanti per l’ex point guard dei Brooklyn Nets, senza mai veramente però strutturare un’offerta.
L’impressione da San Francisco è che gli Warriors abbiano “preso la palla al balzo” per disfarsi di Russell: “I Golden State Warriors hanno abbandonato il progetto Russell dopo soli 7 mesi, dopo aver smosso le montagne per ottenerlo (…) e per liberarsene hanno accolto quello che è considerato il peggior contratto dell’intera NBA“, così Marcus Thompson di The Athletic.
L’infortunio di Steph Curry ha precluso da subito la possibilità di vedere “D-Loading” di fianco al due volte MVP, e di valutarne intesa ed impatto in campo. La scommessa dei Golden State Warriors oggi è quella di rimettere in piedi un giocatore di talento come Wiggins, che con Steve Kerr conoscerà il suo quinto allenatore in sei anni, sperando che un suo recupero (e col passare del tempo la sua scadenza contrattuale sempre più vicina) possa stimolare il mercato nei suoi confronti.
Conti alla mano, l’operazione Russell-Wiggins non sposta di una virgola l’equilibrio salariale dei Golden State Warriors: le due squadre si sono semplicemente scambiate due giocatori con contratti impegnativi e poco mercato, accontentandosi ognuna del nuovo assetto. I Golden State Warriors potrebbero, nell’ipotesi peggiore, essersi guadagnati una scelta pregiata in un draft che potrebbe rivelarsi di livello maggiore rispetto al prossimo (il draft 2020), scommettendo sul fatto che a Minnesota, la coppia Russell Karl-Anthony Towns possa garantire abbastanza vittorie da non cadere di nuovo in alte zone di lotteria.
I Timberwolves si sono liberati di una metà di una delle coppie di giovani talenti peggio assortiti che si ricordi, accontentando la loro star (“perdo da troppo tempo ormai, e sono stanco di perdere”, aveva dichiarato Towns pochi giorni fa), e puntando sulla capacità di un front office rinnovato di costruire attorno al nuovo asse una squadra competitiva.