Quando si diceva che i Los Angeles Lakers avessero bisogno anche di una faccia d’attore per la panchina, esattamente come quella di JJ Redick, era perché solo con tale faccia si sarebbe potuto sostenere restando seri che Bronny James “si è guadagnato la scelta al draft lavorando sodo“.
Bronny James che è stato presentato ufficialmente come un nuovo giocatore dei Los Angeles Lakers assieme all’altro rookie, la prima scelta Dalton Knecht del quale a nessuno importa niente (dovreste invece, è un ottimo giocatore). Non sia mai, tutte le attenzioni sono sul principe, che fa esattamente come coach Redick e come il presidente della squadra Rob Pelinka un gran lavoro per restare serio sul podio delle interviste.
“Rob e io non abbiano regalato niente a Bronny, quello che ha ottenuto se l’è guadagnato col duro lavoro“, ha detto Redick, mentre a altri (non a noi, ci mancherebbe) verrebbe da dire che è lo stesso “duro lavoro” con cui lo stesso JJ si è conquistato la panchina NBA più prestigiosa. Il prossimo passo per premiare tale duro lavoro sarà un contratto pluriennale garantito, da scelta numero 55 al draft, e un posto nel roster dei 15 per iniziare la stagione, quando finalmente si farà sul serio e sarà il campo a decidere.
“Ho già letto e sentito in giro di come io non mi sia meritato la mia chance, e la pressione certo c’è ed è amplificata” ha detto Bronny James alla presentazione “Ma sono cose con cui ho a che fare da tutta la vita, per cui ce la faremo ecco. La vedo come un’opportunità per perfezionare il mio gioco, e qui ho avuto la possibilità di fare vedere cosa so fare di più rispetto a USC“.
Knetch e James Jr giocheranno da prassi la Summer League, dove Bronny potrà iniziare a dimostrare di valere di più dei 4.8 punti di media tenuti a USC lo scorso anno nella NCAA con il 36% dal campo. “Pelinka mi ha detto che qui ai Lakers il reparto del player development è grandioso e io voglio solo giocare e migliorare giorno dopo giorno. Non ho mai pensato seriamente al fatto di poter giocare con mio padre ma se succede, OK“.
In una conferenza stampa in cui Redick e Bronny hanno speso la maggior parte del tempo a giustificarsi per la loro presenza lì, il convitato di pietra LeBron James aleggiava. LeBron è tecnicamente ancora free agent e non un giocatore dei Los Angeles Lakers, e sta attendendo che Pelinka esegua la terza parte del suo (di James) piano e porti a LA un free agent di peso. I quali però iniziano a scarseggiare, Buddy Hield pare diretto a Golden State, Lauri Markkanen è irraggiungibile e servirebbe una maxi trade, Gary Trent Jr e Tyus Jones non possono incendiare gli animi. Miles Bridges ha talento e ancora margini di miglioramento ma ha sempre giocato in un contesto perdente a Charlotte.
DeMar DeRozan resta l’unico obiettivo concreto, per Zach LaVine servirà una trade e come da copione Pelinka ha assicurato “che se si presenterà il giusto affare spenderemo altre scelte al draft. Non siamo in territorio del second tax apron e vediamo come altre squadre di vertice non possano trattenere alcuni giocatori. Qusto rende fare trade più complicato ma non impossibile“.