La NBA ha deciso di sospendere per un anno Robert Sarver, proprietario e governor dei Phoenix Suns e delle Phoenix Mercury, con la chiusura delle indagini avviate a novembre su comportamenti e condotte discriminatorie e sessiste sul posto di lavoro. Per Sarver decisa anche una sanzione di 10 milioni di dollari.
La lega ha comunicato la sua decisione “al termine di un’indagine indipendente” curata per conto della NBA dallo studio legale Watchell, Lipton, Rosen & Katz. Le indagini erano partite da un’inchiesta a firma di Baxter Holmes di ESPN a novembre, con le testimonianze e i report di diversi dipendenti ed ex dipendenti dei Suns. Nell’indagine condotta per conto della NBA, sono state sentite “più di 320” persone tra dipendenti ed ex tali nei 18 anni di reggenza Sarver della franchigia dei Suns, e sono state visionate più di 80mila pagine di documentazione tra email, messaggi e materiale video.
Sarver, Suns e Mercury “hanno collaborato” con le indagini, si legge nel comunicato della NBA.
“Robert Sarver ha tenuto una condotta che viola apertamente gli standard comuni di un luogo di lavoro, previsti dai regolamenti interni alla lega. Condotta che ha incluso utilizzo di un linguaggio insensibile dal punto di vista del razzismo, trattamento non equo del personale femminile, frasi e condotte sessiste e con riferimenti sessuali, e un trattamento severo, con tratti di mobbing, di alcuni dipendenti“, così nel comunicato, che prosegue:
“In almeno 5 occasioni, Mr Sarver ha utilizzato la parola ‘negro’ in riferimento ad altre persone nel raccontare alcuni episodi. Si è lanciato in diversi esempi di trattamento non equo nei confronti del personale femminile, fatto diversi commenti a sfondo sessuale e commenti inappropriati sull’aspetto fisico delle dipendenti e di altre donne, e in diverse occasioni ancora ha tenuto un comportamento inappropriato nei confronti del personale maschile, anche fisico. Sarver ha poi tenuto comportamenti giudicati troppo severi, al limite dell’abuso, su alcuni dipendenti, con urla e insulti“.
Nel comunicato si precisa che la condotta di Robert Sarver “non sia stata motivata da convinzioni” di stampo razzista e discriminatorio.
Le indagini hanno rilevato un clima generale all’interno dell’organizzazione dei Suns di “insensibilità” dal punto di vista razziale, trattamento non rispettoso del personale femminile, di commenti inappropriati di natura sessuale, e comunicazione non rispettosa. Nel comunicato si cita anche “l’inefficienza storica” del reparto Risorse Umane dei Suns, che non avrebbe mai avuto la fiducia del personale del team soggetto ai comportamenti sopra descritti.
“La gran parte” delle persone intervistate per le indagini non lavora più a oggi per i Phoenix Suns, e nel 2021 la squadra ha nominato un nuovo responsabile per le Risorse Umane assieme a nuovi dirigenti, e implementato “una serie di cambiamenti positivi” sul luogo di lavoro.
Come effetto della sanzione, Robert Sarver sarà dunque sospeso per un anno per tutte le partite di Suns e Mercury, e non potrà essere presente in nessuna facility, arena e ufficio NBA e WNBA. Non potrà partecipare a nessuna attività NBA e WNBA, né rappresentare Suns o Mercury in nessuna occasione ufficiale, e non potrà prendere parte ai lavori dei front office. Sarver non potrà inoltre presenziare ai meeting del board of governors della NBA e WNBA.
La multa di 10 milioni di dollari rappresenta la sanzione massima prevista in casi del genere.
Il commissioner NBA Adam Silver ha definito “disturbanti” le evidenze emerse dalle indagini, “crediamo che le sanzioni adottate siano giuste prendendo in conto tutti i fatti emersi in 18 mesi di lavoro (…) il mio augurio è che la comunità NBA userà quest’opportunità per riflettere cosa questo grande gioco significhi per le persone, e sui valori di eguaglianza, rispetto e inclusione“. Silver si scusa poi a nome dell’intera NBA “verso tutte le persone coinvolte e toccate dalla vicenda. Tutti noi dobbiamo comprendere l’impatto malevolo e corrosivo dell’insensibilità razziale e delle condotte inappropriate“.