I Golden State Warriors perdono contro i caldissimi Utah Jazz, ma Steph Curry con le sue 5 triple di serata supera Reggie Miller al secondo posto nella classifica NBA All-Time per numero di tiri da tre punti segnati in carriera, a quota 2561.
Prima della partita, a Curry servivano 4 tiri da tre punti per superare la legenda degli Indiana Pacers, Steph ha chiuso con 5 su 10 e 24 punti nella sconfitta per 127-107 dei suoi Warriors. Troppo forti i Jazz di questa prima parte di stagione, Utah tocca con Donovan Mitchell e Mike Conley quota 8 vittorie consecutive e continua a fare corsa di testa a Ovest assieme a Lakers e Clippers.
Gli Warriors perdono invece la seconda partita di fila, non il modo giusto per celebrare il traguardo di Curry cui mancano oggi “solo” 411 tiri da tre punti segnati per raggiungere il primo in classifica, Ray Allen. La partita contro i Jazz è in salita sin da subito, Utah segna 39 punti nel primo quarto, 77 nel primo tempo e chiude con 20 su 50 al tiro da tre, e domina a rimbalzo. Nel quarto periodo la partità chusa è c’è spazio per le seconde linee tra cui Nico Mannion, che in 10 minuti di utilizzo segna 8 punti con 4 assist.
Per Curry, il tiro del sorpasso a Reggie Miller arriva nel terzo quarto. A fine partita è lo stesso Miller a intervenire nella conferenza stampa via Zoom di Steph per fare i complimenti alla star di Golden State. “Sei una vera ispirazione per tutti i ragazzi, come mio figlio“, ha detto Miller tenendo in braccio suo figlio Ryker che indossava una maglia di Curry per l’occasione.
Per Steph “si è trattato di un momento speciale. Ho cercato di godermi il momento anche in partita perché sapevo sarebbe arrivato, Reggie è stato uno dei miei modelli da ragazzo, l’ho visto giocare tante volte cntro mio padre (Dell Curry, ndr), ricordo che imitavo i suoi movimenti senza palla. Ho sempre detto che Miller e Steve Nash sono stati i due su cui mi sono basato“.
Steph Curry supera Reggie Miller: “Lui e Ray Allen due esempi”
Steph Curry ha alzato le dita a indicare il numero 31, quello indossato da Reggie Miller, dopo la sua terza tripla di serata, quella del pareggio: “Sapevo che era quella pesante, che con la prossima lo avrei superato (…) penso a che tiratori siano stati lui e Ray Allen, a quanto abbiano spinto i limiti in questa specialità, alla loro precisione e alla loro longevità… essere arrivati a questo punto è speciale“.
Parlando poi in diretta con Miller, Curry ha continuato, “Come hai detto so di avere ancora tanto da dare (…) ma essere in grado di seguirti su questo terreno è incredibile, apprezzo tanto il tuo supporto. Tu e Ray (allen, ndr) siete da esempio, se oggi sto inseguendo dei record è perché giocatori come voi li hanno raggiunti e mi hanno incoraggiato a farlo“.
A 32 anni, Curry ha raggiunto un record che Miller ha siglato a 40 anni d’età e con 1388 partite, circa 600 in più di quelle impiegate da Steph. La quantità di tiri da tre punti tentati a partita al tempo di Reggie Miller era naturalmente diversa e molto più contenuta, nella NBA degli anni ’80 e ’90 che privilegiava il gioco interno e i centri dominanti. Ray Allen ha impiegato 1300 gare per arrivare a quota 2973, l’attuale record.
E Steph Curry ha impiegato 715 partite per superare Miller, un segno dei tempi e della rivoluzione scatenata in primis proprio dalla star dei Golden State Warriors. “Non essendo mai stato il più atletico o il più forte e veloce, ho dovuto fare affidamento sul tiro (…) se pensavo anni fa che avrei cambiato il gioco? No, ma sapevo che il mio stile di gioco era particolare, e so quante ore di lavoro ci sono volute, e spero che questo la gente possa capirlo. Certo, sono stato fortunato a crescere ‘dentro’ il gioco e vedere cosa succede dietro le porte chiuse (in termini di allenamento, ndr). Anche se non posto video dei miei workout, non significa che non stia contnuamene lavorando sul mio gioco“.