L’estensione di contratto? Stephen Curry l’ha firmata per giocare per vincere e niente altro, con i suoi Golden State Warriors dai quali non si aspetta niente di meno.
Steph ha aggiunto un altro anno di contratto da 62.6 milioni di dollari al suo attuale accordo, fino al 2027 quando di anni ne avrà 39. Il massimo che, regole salariali alla mano, gli Warriors potevano offrirgli ora. “Per me conta ancora solo vincere e fare tutti quei passi necessari per darci sempre un’occasione” ha detto Curry a The Athletic “Questa cosa non è mai cambiata, le aspettative non sono mai cambiate. Io ho sempre detto che il mio piano era restare con un’unica franchigia per tutta la carriera, per cui è un bene che abbiamo rimosso la questione del rinnovo ora, così da poterci concentrare solo sulla stagione e sul giocare bene a pallacanestro“.
Quanto bene? Steph Curry è ancora uno dei primi 10 giocatori della NBA, lo scorso anno ha chiuso a 26.4 punti di media con 5.1 assist a partita per una squadra che si è fermata però solo ai play-in, e che durante la off-season ha perso Klay Thompson e messo sotto contratto dei veterani: Kyle Anderson, Buddy Hield, De’Anthony Melton daranno una mano, ma la differenza la faranno la crescita o meno di Jonathan Kuminga e Brandin Podziemski. Sul mercato gli Warriors hanno seguito senza troppa convinzione prima Paul George e poi Lauri Markkanen, oggi fuori dal mercato.