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Steph Curry è micidiale e regala l’oro a Team USA: Francia KO

di Michele Gibin

E’ una scarica di triple di Stephen Curry a mettere al collo la medaglia d’oro per Team USA, che in finale batte la Francia per 98-87 alla Accor Arena di Bercy per le Olimpiadi 2024.

Steph, che già aveva deciso con 36 punti la bellissima semifinale contro la Serbia, segna 24 punti con 4 tiri da tre in rapida sequenza nella parte finale, quando la Francia prova a vincere la partita e si riavvicina anche a -3. Wardell Stephen Curry è l’arma cestistica in più per Team USA nelle due partite più importanti del torneo, per lui è anche il primo oro olimpico in carriera, a 36 anni.

La partita è durissima fisicamente, la Francia con il CT Collet schiera tutta la presenza fisica sotto canestro di cui dispone per provare a imporsi, con Victor Wembanyama, Rudy Gobert, Mathias Lessort e Guerschon Yabusele, e quasi ci riesce. Team USA finisce stanca, con LeBron James e Kevin Durant “normali” soprattuto nel secondo tempo. Steph è il meno stanco in campo, ed è abituato a prendersi i tiri che hanno condannato oggi la Francia al secondo argento di fila alle Olimpiadi dopo quello di Tokyo.

Wembanyana ha segnato 26 punti, per Yabusele 20 punti. Dall’altra parte oltre a Curry ci sono 14 punti con 10 assist di LeBron James, 15 punti di Kevin Durant e altri 15 punti di Devin Booker, utilissimo nel primo tempo soprattutto e ben calatosi nel suo ruolo di giocatore di ruolo di lusso durante il torneo. Altri, come Joel Embiid, Jayson Tatum e Anthony Edwards hanno ruoli marginali, Jrue Holiday si distingue per la difesa sugli esterni francesi, non irresistibili nonostante la prova d’esperienza di Nando De Colo, e per due triple.

Team USA ha vinto il quinto oro olimpico di fila, probabilmente il più difficile da quando a partecipare sono le star NBA e per imporsi sono serviti tutto il carisma e il talento dei tre giocatori statunitensi più rappresentativi degli ultimi 15 ann: LeBron James, Stephen Curry e Kevin Durant. Per LeBron è il terzo oro olimpico in ncarriera, il quarto per Durant che diventa così il miglior giocatore di sempre anche per trionfi nella storia della nazionale maschile USA.

La Francia gioca una partita generosa e senza alcun timore reverenziale, ma tira male da tre (9 su 30) e sbaglia alcuni tiri liberi di troppo con 10 su 17 totale. Per fare un passo in più e vincere la partita serviva più precisione. non è stato il caso.

Resta per i Bleus, oltre a un’altra medaglia prestigiosa per una delle squadre nazionali più vincenti al mondo nel basket, il valore di aver trovato la via per la finale olimpica in casa, in un torneo che era partito con diverse difficoltà, una vittoria soffertissima nel girone contro il Giappone e un KO pesante contro la Germania. Prestazioni che hanno convinto il CT Collet a cambiare, e togliere dalle rotazioni i veterani come De Colo e Gobert e puntare su Isaia Cordinier, Mathias Lessort e Guerschon Yabusele attorno a Wembamyana, Nic Batum e Evan Fournier. In finale contro Team USA è servito anche l’apporto di Gobert e De Colo, per non cedere e arrivare a giocarsi il finale. Al basket francese oggi manca una guardia di livello internazionale, come ai tempi di Tony Parker. Victor Wembanyama a soli 20 anni è però il capintesta di un movimento giovane e in salute, che ha piazzato 4 giocatori al primo giro del draft NBA 2024 con Zach Risacher prima scelta assoluta.

Team USA, dal canto suo, dopo un girone facile ha dovuto sudarsi fino all’ultima goccia l’ennesimo oro. La semifinale contro la Serbia, una delle più belle pagine del basket olimpico maschile di sempre, risolta solo dalla volontà di LeBron James, Steph Curry e Kevin Durant di vincerla. Di “rifiutarsi di perdere” come recita un vecchio e abusato adagio dello sport americano. In Finale è emersa a tratti la fatica della sesta partita in due settimane, anche per un atleta inossidabile come LeBron che ha commesso qualche errore e palla persa. Ma quando hai nel mazzo così tanti assi da cui pescare, cadi sempre in piedi.

E del resto era stato proprio LeBron James a lanciare il progetto Parigi 2024, una sorta di “Last Dance” per i giocatori più iconici della NBA dei decenni 2010 e 2020. Per vincere servivano i più grandi, i migliori, e così è stato, per la pallacanestro USA maschile oggi si apre però anche un interrogativo. Manca ancora tanto tempo, è vero, ma a Los Angeles nel 2028 i tre grandi non ci saranno più per ovvi motivi d’età: chi prenderà il loro posto quando il resto del mondo cestistico proverà ancora a contendergli il titolo di migliori al mondo?

Anthony Edwards, Jayson Tatum, Devin Booker, Bam Adebayo e Joel Embiid hanno avuto chi più chi meno ruoli ridotti, ma anche accumulato tanta esperienza in più di basket FIBA e sono i designati a prendersi quel posto sopracitato, assieme a altri talenti da coinvolgere (o ri-coinvolgere) nel progetto come Jaylen Brown, Ja Morant, Zion Williamson, Trae Young, Paolo Banchero, Donovan Mitchell, Jalen Brunson per spendere alcuni nomi. Nessuno tra questi ha il carisma di LeBron, Curry e Durant, non sarebbe neppure giusto pretenderlo probabilmente, per Team USA creare di nuovo una squadra dal talento sarà la sfida del prossimo quadriennio.

Prima però c’è da celebrare l’ennesimo trionfo dei “tre”. LeBron James ha aggiunto un altro oro olimpico e l’MVP del torneo a Parigi a una carriera irripetibile per longevità e successi personali e di squadra: 4 titoli NBA, 4 premi di MVP, il titolo di miglior marcatore NBA ogni epoca e la quarta medaglia olimpica. LBJ c’era già a Atene 2004 quando Team USA perse l’aura di imbattibilità contro l’Argentina, di tempo ne è passato tantissimo.

Stephen Curry aveva giù vinto con Team USA, due mondiali FIBA nel 2010 e 2014. I Giochi Olimpici li aveva sempre mancati, sempre per ragioni di infortuni e acciacchi dopo una stagione NBA lunga. Al suo palmares mancava solo l’oro olimpico, dopo che nel 2022 aveva vinto l’agognato premio di MVP delle Finali NBA che gli era sempre sfuggito in precedenza, alle prime tre occasioni. Steph era già il miglior tiratore mai esistito, recordman NBA per triple in carriera e non solo, e già uno dei migliori giocatori di sempre. Ora ha un argomento in più, semmai fosse servito.

Dei tre grandi, Kevin Durant è il più controverso. La sua carriera è segnata dalla scelta fatta nel 2016 di unirsi alla squadra che lo aveva sempre battuto ai tempi degli Oklahoma City Thunder, i Golden State Warriors di Stephen Curry. A Golden State KD avrebbe vinto due titoli prima di lasciare, per imbarcarsi nell’impresa di vincere altrove, in una squadra “sua”. Non ci è ancora riuscito coi passaggi a Brooklyn e Phoenix, ma Durant ha saputo tornare ai massimi livelli dopo il gravissimo infortunio del 2019, la rottura del tendine d’Achille, e costruito gran parte della sua legacy, del suo lascito, con la maglia della nazionale maschile USA di cui oggi è il giocatore ideale: il più vincente, il più adatto per caratteristiche anche al Basket FIBA e anche il più rispettoso del basket internazionale, va detto, in una formazione che in passato si era distinta anche per una vistosa arroganza nei confronti degli avversari. A Atene nel 2004, in Giappone nel 2006 e ancor prima a Indianapolis nel 2002. Con Team USA Durant ha vinto 4 ori olimpici e un mondiale, nel 2010, mai nessuno come lui.

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