Quattro anni fa, la NBA aveva annunciato la formazione di NBA Africa. A detta di Mark Tatum, vice-commissioner di Adam Silver, la lega ha ospitato più di 100 partite in Europa.
La crescente attrattiva della pallacanestro a livello globale è stata più evidente che mai ai Giochi Olimpici di Parigi 2024, occasione in cui decine di atleti NBA hanno fatto parte di squadre internazionali. Ai Giochi del 1992 c’erano solo 9 giocatori internazionali. All’inizio della stagione 2024-25, ne abbiamo ben 125, provenienti da 43 Paesi del mondo.
Così, l’idea di di creare una lega europea affiliata alla NBA, con la FIBA come partner, è balzata in mente a Silver.
Tatum ha dichiarato che la lega intende sfruttare la popolarità esplosiva di questo sport nel continente, secondo solo al calcio, e il profondo bacino di talenti. Perché Tatum crede che il business della pallacanestro in Europa sia ben lungi dall’essere all’altezza del suo potenziale.
Il piano iniziale dovrebbe prevedere una lega a 16 squadre.
“C’è l’opportunità di continuare ad accelerare la crescita della pallacanestro in Europa e di colmare il divario tra l’affinità per il gioco e la redditività commerciale anche in quel mercato” ha dichiarato. “Gli Stati Uniti rappresentano meno del 5% della popolazione mondiale quindi, per definizione, le nostre maggiori opportunità di crescita saranno al di fuori degli Stati Uniti. Vogliamo continuare a stimolare la crescita della pallacanestro in Europa, Africa, Asia, Sud America e America Latina, oltre che continuare a far crescere questo sport in Nord America”.
L’NBA ha condotto colloqui preliminari con i proprietari del Paris Saint-Germain e del Manchester City, oltre che con possibili finanziatori di una squadra con sede a Londra, secondo quanto riportato da Bloomberg.
Un portavoce della Qatar Sports Investments ha confermato di essere stato contattato in merito a una franchigia di pallacanestro a Parigi, per la quale la compagnia ha espresso interesse.
Le regole della NBA vieterebbero agli attuali proprietari di possedere franchigie individuali in Europa. Il potenziale campionato europeo estende infatti lo sforzo della NBA verso la globalizzazione, una tendenza che si sta verificando in tutti i campionati maschili delle “Big Four” nordamericane.
Gli organizzatori dell’Eurolega hanno tuttavia respinto l’idea di un nuovo campionato, affermando che i piani per una nuova lega europea rappresentano una minaccia che potrebbe frammentare lo sport.
“Il nostro obiettivo non è sostituire l’Eurolega” ha detto Tatum. “Il nostro obiettivo è creare un campionato commercialmente valido, che sia caratterizzato da una competizione di alta qualità sul campo e che rispetti la ricca tradizione del basket europeo. E pensiamo che questo piacerà di più ai tifosi e ai giocatori del continente. Abbiamo cercato per anni di unire tutte le parti interessate e rimaniamo disponibili a farlo”.
Tatum ha poi sottolineato la mancanza di squadre in città chiave come Londra, Parigi, Berlino e Roma, e ha detto che gli investimenti derivanti da una nuova lega aiuterebbero a portare nella regione le infrastrutture di cui c’è bisogno.
“La mancanza di strutture in Europa è impressionante rispetto all’affinità che c’è” ha detto. “Ci sono grandi mercati in Europa che oggi sono in difficoltà, e ci sono milioni di fan del basket che non sono hanno il prodotto che desiderano”.