Home NBA, National Basketball AssociationApprofondimenti Domantas Sabonis: nel nome del padre
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Spesso un cognome importante e universalmente riconosciuto può diventare un fardello difficile da trascinarsi appresso. Se poi uno sportivo decide di seguire le orme di un padre che ha contribuito a scrivere la storia di un determinato sport, gli ostacoli – sotto forma di pregiudizi e scomodi confronti – possono diventare una spiacevole routine.

Eppure il 21enne Domantas porta sulle spalle il nome Sabonis con una disinvoltura a tratti imbarazzante per un ragazzo della sua età. Il nativo di Portland (ma ovviamente di nazionalità lituana) sta calcando la scena cestistica mondiale da qualche anno, e non sembra intenzionato a smettere di migliorare e impressionare. Che il talento sia di casa lo sapevamo già, ma appurato che una carriera quasi rivoluzionaria come quella di papà Arvydas è da considerarsi irripetibile, è altrettanto sicuro che Domantas se ne sta costruendo una che lo vedrà grande protagonista.

Se Arvydas ha trasmesso al figlio solo un briciolo del suo talento, ci sarà da divertirsi…

 

Dagli esordi record a Malaga (debutto ad appena 16 anni), passando per lo sfolgorante biennio a Gonzaga (oltre 17 punti e 11 rimbalzi nell’anno da sophomore), il crescendo rossiniano della sua giovane carriera non ha mai cessato di stupire.

Al draft del 2016 non è passato di certo inosservato, ed è stato scelto alla undicesima chiamata dagli Oklahoma City Thunder. A OKC ha però trovato una situazione difficilmente decifrabile per un rookie, con alcuni pro (minuti garantiti dalla relativa assenza di lunghi al di fuori di Steven Adams e Enes Kanter) e alcuni contro (squadra tecnicamente ostaggio della stagione da marziano dell’MVP Russell Westbrook). Sono comunque arrivate 66 presenze in quintetto, 13 partite in doppia cifra, due doppie doppie, e un season high di 20 punti. Il tutto accompagnato dalla diffusa sensazione che, in altri contesti, si sarebbe potuto fare ancora di più.
Il destino ha poi voluto che i Thunder mettessero nel mirino Paul George, e il resto è storia: gli Indiana Pacers, oltre al ritorno del figliol prodigo (3 anni di college a Indiana) Victor Oladipo, hanno scelto proprio il giovane Sabonis per completare la trade. E con ogni probabilità, vista la situazione, non potevano fare di meglio.

Queste le cifre del roboante impatto di Domantas in quel di Indianapolis: 8 volte in doppia cifra nei primi 10 incontri, 5 doppie doppie, career high aggiornato a quota 22 contro gli Spurs; il tutto riassunto in 13.5 punti e 10.3 rimbalzi di media in 27 minuti, con un fantascientifico 62,8% dal campo (quarto assoluto nella lega). Il dato sulla percentuale dal campo (+ 22.9% rispetto alla stagione da rookie) è la chiave di lettura principale del vero segreto di pulcinella che si nasconde dietro all’esplosione di Sabonis: il lituano si è lasciato alle spalle il tiro da 3 (il 33% delle sue conclusioni nell’anno coi Thunder erano da oltre l’arco) per giocare finalmente vicino a canestro e sfruttare il suo splendido tocco mancino. Il 53.5 % dei tiri che si sta prendendo è localizzato nei pressi del ferro, e più in generale, pur non disdegnando la conclusione dalla media (dove resta incredibilmente efficace), su 86 tiri totali, le triple tentate sono soltanto 3.

Le nuove disposizioni di coach Nate McMillan stanno dando i loro frutti. D’altronde i Pacers, pur non abusando del tiro pesante (ventitreesimo posto per triple tentate) hanno già sufficiente pericolosità da oltre l’arco (39% di squadra, sesti assoluti), e non hanno bisogno di altri lunghi fuori dal pitturato. La bravura di Sabonis si materializza quindi in situazioni dinamiche di pick and roll, nelle quali grazie a una mobilità e a una capacità di chiudere al ferro superiori alla media, riesce a essere tremendamente pericoloso per le difese avversarie.
Questa sua propensione al tiro ravvicinato ha già prodotto due prestazioni da 7/7 dal campo (contro Nets e Timberwolves), oltre alla già citata serata da career high contro San Antonio, in cui ha chiuso con un 9/9 decisivo ai fini della vittoria e impressionante per varietà.

 

La sua abilità nei giochi a due rendono il giovane Domantas un pericolo per le difese avversarie.

 

Se i risultati di squadra continueranno ad arrivare (per adesso i Pacers si mantengono su un buon 50% di W) il ruolo di Sabonis difficilmente subirà contraccolpi col ritorno (già avvenuto, tra l’altro) del suo compagno di reparto Myles Turner, ma anzi, è destinato ad evolversi ulteriormente.

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