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Come cambia Portland con Jusuf Nurkic

di Paolo Sinacore
Jusuf Nurkic rientro

Portland Trail Blazers-Jusuf Nurkic è il centro giusto per la franchigia dell’Oregon: grandi doti che permettono all’ex Nuggets di essere il terzo violino giusto con McCollum e Dame Lillard. Andiamo a scoprire perché 

Portland si respira aria di alta classifica. Le 13 W in 23 incontri disputati piazzano i Blazers al 5° posto della Western Conference, a sole 2,5 partite di distanza dalla terza piazza, momentaneamente occupata dai San Antonio Spurs.
Le fortune degli uomini di coach Terry Stotts sono dipese negli ultimi anni dal talento cristallino di Damian Lillard; le giocate mozzafiato e spesso decisive del numero 0 hanno infiammato i tifosi di tutta la lega, permettendo alla franchigia dell’Oregon di raggiungere la postseason per 4 volte di fila.
L’esplosione tecnica di C.J. McCollum al fianco di Dame, ha di fatto regalato a Stotts e alla Nba una delle coppie di guardie più letali e complete nella metà campo offensiva: sono entrambi capaci di prendersi responsabilità nei momenti topici della partita, e più in generale hanno un’innata facilità nel mettere a referto punti in qualsiasi maniera.
Queste due scoring machines non sono però state sufficienti a invertire il trend pericolosamente negativo che ha caratterizzato le ultime 4 regular season: dalle 54 W targate 2013/14 si è arrivati alle 41 della scorsa stagione, un lento ma costante peggioramento che è quasi costato l’ingresso agli ultimi playoffs.
Il segreto dietro al raggiungimento dei suddetti playoffs ha però un nome e cognome, ed è lo stesso che si cela dietro a questo inizio convincente da 13 W: ci riferiamo ovviamente a Jusuf Nurkic.

Portland Trail Blazers-Jusuf Nurkic

Portland Trail Blazers-Jusuf Nurkic Mandatory Copyright Notice: Copyright 2017 NBAE (Photo by Sam Forencich/NBAE via Getty Images)

L’arrivo del bosniaco a Portland ha di fatto rivoltato la storia recente della franchigia; sbarcato in Oregon tramite la trade che ha mandato Mason Plumlee a Denver, il centro ha trovato una situazione sull’orlo del baratro sportivo, con i Blazers ormai quasi rassegnati a dover vedere i playoffs da casa.
Eppure, partendo dal deprimente record di 23-33 pre Allstar Game, Portland ha chiuso la stagione con 18 vittorie nelle ultime 26 uscite, strappando all’ultimo respiro l’ottavo posto a Ovest proprio ai – giochi del destino – Denver Nuggets. La dipartita problematica di Nurkic da Denver, dove oramai era stato soppiantato da Nicola Jokic (nella visione di coach Malone non era tanto considerato un lungo da affiancare al serbo, quanto una sua alternativa), ha reso ancora più rabbiosa la trance agonistica di Jusuf, che ha avuto finalmente carta bianca per mostrare appieno il suo valore: 15,2 punti e 10,4 rimbalzi di media, una differenza di +7,8 e +4,6 confrontando le prestazioni di pochi mesi prima (dove chiaramente rimaneva in campo per ben 12 minuti in meno di media).
Per spiegare però meglio questa partenza convincente dei Blazers, bisogna concentrarsi sull’apporto che questo nuovo Big 3 in the making sta fornendo nelle vittorie della squadra. In particolare, mentre i punti di Lillard non cambiano nel rapporto tra partite vinte e perse, quelli di McCollum e Nurkic calano (da 22,7 a 19 per la guardia, da 16,5 a 13,4 per il centro). La chiave è nel ruolo che lo stesso Lillard assume durante la partita: quando si occupa maggiormente di playmaking il numero di assist aumenta (da 5,3 a 6,9) con una quantità inferiore di palloni toccati (l’usage cala di 1,2 punti percentuali); la qualità dei possessi migliora sensibilmente, e Portland vince. Il coinvolgimento di Nurkic (il cui usage – di contro – aumenta del 3,3%) e la capacità di mettere in ritmo McCollum (50% dal campo nelle vittorie, addirittura il 38.7% nelle sconfitte) sono l’elemento chiave dietro i successi della franchigia.
Dame D.O.L.L.A. (alter ego del Lillard rapper) resta l’uomo a cui affidarsi nelle situazioni di gioco rotto, ma per far sì che Portland rappresenti una vera mina vagante ai playoffs, c’è bisogno che il ruolo dei suoi sparring partners diventi sempre più importante.

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