E dopo settimane di continuo vociferare, finalmente si è mosso qualcosa. È infatti di ieri pomeriggio la notizia dell’avvenuto scambio tra i Magic e i Raptors: coinvolti Ibaka, direzione Canada, Ross e una prima scelta al draft 2017 proveniente dai Clippers, direzione Florida.
Proviamo a capire cosa ha portato Orlando a scambiare Ibaka a soli sei mesi dal suo arrivo, e cosa succederà nell’immediato futuro.
Come tutti sanno, Ibaka è arrivato la notte dello scorso draft da OKC, in cambio di Oladipo, Ilyasova e la neo undicesima scelta Sabonis. La trade in sé già all’epoca scatenò delle polemiche, considerando che Orlando stava chiaramente iper-valutando un giocatore che sarebbe andato in scadenza la stagione successiva.
In realtà, come ha chiarito ieri il GM Rob Hennigan in conferenza stampa, quella trade fu fatta perché si riteneva che l’aggiunta dell’ala spagnola potesse essere quel valore aggiunto che avrebbe permesso ai Magic di raggiungere i Playoff. Un rischio calcolato, l’ha definto.
Purtroppo, però, i risultati non sono stati quelli sperati.
Innanzitutto Ibaka non si è mai inserito realmente in squadra: era palese che fosse un organismo abbastanza estraneo, sia in campo che fuori. Ed è strano, perché sulla carta la coppia Ibaka-Vucevic era perfetta: il congolese era il complemento perfetto del centro montenegrino, che non è mai stato un gran difensore. Ed effettivamente il fulcro del problema non era lì.
Coach Vogel, sin dal suo arrivo, ha insistito per far muovere Gordon allo spot di ala piccola. Ed è questo movimento il punto del problema dell’integrazione di Ibaka: Gordon si è dimostrato sin da subito in difficoltà a giocare da 3, e tutta la squadra ne ha risentito. Orlando è una delle peggiori franchigie nella metacampo offensiva, questo perché manca totalmente di floor-spacing. Gordon è stato forzato per più di metà stagione a fare una cosa che non è in grado di fare: allargare il campo. Questo ne ha inficiato l’esplosione, che da 4 sarebbe quasi sicuramente avvenuta.
Il tutto si è tradotto nei risultati scadenti di cui noi tutti siamo testimoni, e ad ogni sconfitta subita si capiva sempre di più che Ibaka mai e poi mai avrebbe rinnovato con i Magic.
Ed è così che si è reso necessario lo scambio: per non aver rinunciato ad Oladipo e Sabonis, due giovani con un buon futuro davanti a loro, per nulla.
Hennigan si è salvato egregiamente in corner, anche se io non mi sento di condannare neanche lo scambio che ha dato origine a tutto quanto.
Semmai, l’errore grosso è stato prendere Byiombo e Green, affollando inutilmente gli spot di ala grande e centro, quando si poteva benissimo usare Gordon da 4 e cercare di far sviluppare Hezonja facendolo giocare da ala piccola.
Questa trade ha cambiato radicalmente il volto dei Magic. È praticamente sicuro che Gordon finalmente giocherà ala grande, e per ora Ross può essere un ottimo starter come ala piccola. Ci sarà anche quasi sicuramente più spazio per Hezonja come backup sia di Ross che di Fournier. E con la scelta dei Clippers, nonostante sarà certamente bassa, si può benissimo pescare un bel jolly, vista la profondità del prossimo draft.
Ma quello che tutti i fan si chiedono è: quindi è rebuilding o no?
A detta di Hennigan no, ed anzi si è effettuato questo scambio proprio per cercare di raggiungere i Playoff, che rimane l’obiettivo della stagione. L’ottavo posto a conti fatti dista 5 partite e mezzo, che non è un’enormità, e considerando che ad est il livello delle squadre di metà classifica non è eccelso il miracolo potrebbe anche accadere.
Ma si tratterebbe per l’appunto di un miracolo, perché la realtà dei fatti ci restituisce dei Magic privi di identità, e che vengono da tre vittorie nelle ultime dieci partite.
Tant’è però, perché effettivamente la sensazione sia della dirigenza che dei tifosi è che i Playoff siano ad un piccolo aggiustamento di distanza. Il problema è che è già un paio d’anni che la situazione è così, e questa piccola distanza sembra quella che separa la freccia e l’albero del paradosso di Zenone.
Visti i proclami ottimistici di Hennigan, è anche chiaro come Orlando non sia ancora sazia e stia cercando altre opportunità di scambio: lo ha detto ieri sera lo stesso GM in conferenza stampa. Sulla lista dei partenti, con tutta probabilità, figurano Green, uno tra DJ Augustin e CJ Watson, e se proprio arriva l’offerta irrinunciabile, Nik Vucevic.
Hennigan probabilmente sa bene che a fine anno verrà sollevato dall’incarico, e cerca di motivare la squadra come può, sognando il suo piccolo lieto fine: i Magic arrivano ai Playoff e subiscono lo sweep da parte dei Cavs, Hennigan è riconfermato e per festeggiare dice a Payton, il suo pupillo, di prendere il sigaro buono, e contento del suo successo si addormenta felice.
Ma i finali così ci sono solo nelle favole.