Uno dei grandi quesiti della stagione degli Orlando Magic è stato quantificare il reale valore di Victor Oladipo. Giunto alla terza stagione con la maglia blu-argento era arrivato il momento per l’ex Hoosier di dimostrare qualcosa di importante. La regular season di Oladipo la si può tranquillamente dividere in due macro cicli, pre e post All Star Game. Nei primi tre mesi e mezzo Oladipo ha vissuto di alti e bassi, figli anche della discontinuità in casa Magic. Fino a dicembre Orlando è stata una squadra di un certo tipo, con un record di vittorie e sconfitte oltre il 50%, per poi sciogliersi tra gennaio e febbraio, vincendo solamente 7 partite. Oladipo ha iniziato la RS partendo in quintetto come guardia ma, un po’ per la difficile convivenza difensiva con Elfrid Payton, un po’ per dare qualità ed energia alla second unit, Scott Skiles ha ritenuto che fosse meglio per lui e per la squadra un ruolo da sesto uomo.
Oladipo ha accettato il nuovo compito e all’inizio la mossa sembrava anche funzionare. Poi però i problemi dei Magic erano tutt’altri e, complici anche degli infortuni, Dipo è stato reintegrato nei primi cinque. Ma la chiave di svolta è stata la trade che ha portato via da Orlando Tobias Harris. Non credo che l’esplosione (e la continuità) di Oladipo dopo l’ASG sia completamente slegata da quella trade. Fino a quel momento la guardia dei Magic aveva una media di 14.3 punti con il 41.6% al tiro, 4.6 rimbalzi e 4 assist, il tutto in 31.3 minuti di utilizzo. Cifre che non erano proprio attinenti ad un giocatore che è stato seconda scelta assoluta al Draft ed è la faccia della franchigia. Che Oladipo non sia, e non sarà mai, un giocatore da 30 punti di media lo si sa e lo si sapeva, ma 14 punti sono effettivamente pochino. Dopo il break, però, qualcosa è cambiato. Non si sa se la presenza di Harris in campo e fuori fosse un motivo di competizione per Oladipo, una competizione che però non faceva bene al giocatore. Quello che si sa è che nelle ultime 22 gare, la shooting guard di Orlando, sta viaggiando a 19.8 punti, il 47.7% al tiro e 5.3 rimbalzi, le palle recuperate sono 2.3 (quasi raddoppiate) e le palle perse sono diminuite. Il tutto con i Magic che giocano una pallacanestro a molti più possessi rispetto alla prima metà di stagione.
Non si sa se Victor si senta più responsabilizzato dall’assenza di Harris, oppure abbia semplicemente più tiri a sua disposizione. Non dimentichiamo che nelle ultime partite è mancato per infortunio anche Nikola Vucevic. Ma è la percentualee al tiro che è cresciuta in modo esponenziale. Prima Dipo aveva evidenti problemi al tiro, ma non soltanto dalla media o da tre, ma anche a concludere al ferro in sottomano. Sembrava che gli mancasse sensibilità nell’appoggiare la palla al tabellone, o semplicemente la sensazione che cercasse più il fallo sul contatto che il canestro era fondata. Ora va in area in modo più deciso ed il suo tiro dalla media sta trovando continuità. Probabilmente il maggior Pace imposto da Skiles (o Payton) è adatto alle caratteristiche dei Magic. Quello che si diceva da tempo insomma, con giocatori così atletici e giovani andare ad un ritmo blando con pochi possessi è controproducente. Un Pace alto non è sintomo di vittorie, i Golden State Warriors non devono ingannare, ma imbrigliare Payton, Oladipo, Evan Fournier o Aaron Gordon in gare a 95 possessi non era una grandissima idea. Maggior energia si riversa anche in difesa e forza qualche palla persa degli avversari, in più i Magic a difesa schierata non è che brillano proprio di luce propria, qualche contropiede o transizione in più non possono che far bene. L’atletismo di Oladipo si nutre di quello, palle recuperate e contropiede.
I Magic stanno avendo, forse, le risposte che cercavano da tre stagioni. Mancano solamente 5 partite al termine dell’ennesima annata senza playoffs e l’estate sarà molto lunga con il front office che dovrà prendere decisioni importanti sul futuro. Oladipo può e deve essere un giocatore su cui i Magic dovranno ripartire per il prossimo anno e queste cifre non possono che far ben sperare.