Una macchina perfetta. La Reyer vista in Gara 2 di finale scudetto è davvero una squadra in missione, che non ha avuto alcuna pietà di una Schio troppo brutta per esser vera e che davvero non ha potuto nulla. Se il secondo tempo di Gara 1 ha rappresentato un allarme importante, la seconda partita ha dato altre risposte preoccupanti e pericolose sullo stato mentale e fisico della formazione orange. 85-64 il finale del match giocato in un Taliercio totalmente sold-out per la prima volta in questa stagione per le partite della squadra di Mazzon.
Tre giocatrici in doppia cifra per entrambe le squadre. La Reyer ne ha 20 con 4 assist di una Berkani davvero straordinaria, 17 con 12 rimbalzi da una Kuier che ha fatto il diavolo a quattro e 17 da una Villa che ha regalato spettacolo anche in Gara 2. Per coach Dikaioulakos ce ne sono 12 con 15 rimbalzi e 6 assist per Juhasz, 12 da Sottana e 11 da Reisingerova. Decisivo in ogni caso è l’apporto generico della squadra di casa, decisamente superiore per qualità, presenza ed attenzione nei 40 minuti, che sono stati decisamente a senso unico.
Reyer – Schio, la storia di una Gara 2 senza storia
Parte con le marce altissime la Reyer, che scappa immediatamente sul +6 mettendo in campo una difesa tramortente, che non ha lasciato scampo ad un attacco di Schio che è finito fuori giri totalmente sin dal primo possesso. La squadra lagunare gestisce i ritmi a suo piacimento, attaccando in transizione o a difesa schierata, aprendo benissimo il campo con una Kuier devastante, trovando anche spazi per gli attacchi in area delle esterne come Berkani e Villa. Le orange perdono totalmente la testa, non girano palla, perdono tantissimi possessi e sbagliano tantissimo.
Nell’unico momento di minimo tentativo di rimonta delle campionesse d’Italia che si sono riportate a -12 con un break di 0-6, le lagunari non hanno perso la testa ritornando a giocare con aggressività, coraggio, testa e – soprattutto – grande, grandissimo cuore. Dal -12 Sottana e compagne sono precipitate nuovamente a -18, di fatto uscendo definitivamente dal match senza poi riuscire a rientrarci in nessun modo. L’unico dato che arride nettamente alla squadra di Dikaioulakos è quello dei rimbalzi, che però non può essere una cartina tornasole del match perché la Reyer ha sbagliato molto meno delle ospiti e di conseguenza ha avuto meno possibilità di avere carambole a suo favore.
Dal canto suo la formazione lagunare non abbassa i giri del motore in nessun momento, non dando la possibilità alla squadra orange di trovare fiducia o un mini-appiglio per riaprire la partita mettendo in difficoltà Pan e compagne, con la stessa capitana che ben coadiuvata da Villa e Berkani (scatenata la francese con una serie di giocate da stropicciarsi gli occhi) han messo l’ombrellino nel long drink. Una squadra in missione quella di Mazzon, che sta alzando il proprio livello di gioco, qualità ed attenzione nel momento più importante, ossia durante le finali. Il tricolore non è ancora assegnato, ma questa Reyer è in una condizione psicofisica stellare: il sogno si avvicina.