Home Basket femminile Charles Barkley: “I media gelosi di Caitlin Clark, gestione pessima”

Charles Barkley: “I media gelosi di Caitlin Clark, gestione pessima”

di Michele Gibin
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Nonostante i risultati, l’interesse e gli ascolti TV e le interazioni in forte crescita per la WNBA, spinte come prevedibile dall’avvento del fenomeno Caitlin Clark e di una volontà di investire nel prodotto mai così forte, c’è chi ritiene che la lega “si stia perdendo” nelle “gelosie” che Clark e le attenzioni speciali che riceverebbe hanno generato.

E’ ad esempio l’opinione di Charles Barkley, che ha un’opinione su tutto e che si professa “fan della WNBA” da tempo. Barkley, che ha coerentemente scelto di recente di restare a TNT dopo aver dato… a TNT degli incapaci per aver perso i diritti TV sulla NBA, ha detto la sua da ospite al podcast di Bill Simmons sullo stato della lega femminile e sulla gestione della fama di Caitlin Clark.

Queste signore, e si badi che io sono un fan, non avrebbero potuto gestire peggio la questione Caitlin Clark neppure facendolo apposta. Il fatto è che le persone credono a ciò che diciamo in TV, e solo perché a qualcuno può non piacere una persona questo non significa che si possa andare in TV e parlarne male (esattamente ciò che Charles Barkley ha sempre fatto, ndr). Non va proprio bene… Caitlin Clark è incredibile, e ha tutti gli occhi addosso sin dal college, e vedere che c’è tutta questa gelosia nei suoi confronti di fa pensare, ma che cosa sta succedendo? E di Clark adoro il fatto che lei non dica mai una parola. E’ l’ambiente attorno che non ha saputo gestire per nulla, stanno facendo un casino. Troppa, troppa negatività“.

Che Caitlin Clark potesse diventare più grande del contenitore che la contiene, per così dire, al suo debutto WNBA e soprattutto in caso di una stagione da rookie notevole, come è poi successo, era cosa risaputa. A livello mediatico ha fatto parlare la contrapposizione con la sua rivale già ai tempi del college Angel Reese, che però nonostante buoni numeri non è stata al livello dell’ex star di Iowa, e ancor di più il fatto che Clark non sia stata convocata per le Olimpiadi di Parigi 2024. Una scelta tecnica e anche gerarchica, sicuramente, che è stata presentata come una ripicca del “sistema” contro chi attira così tante attenzioni e riflettori.

E una contrapposizione che ha assunto, almeno in ambienti social, anche un’odiosa connotazione razzista. Caitlin Clark, bianca in una lega a maggioranza nera, sarebbe vittima di invidie, falli duri e punitivi e “cattiva stampa”. Di recente era diventata virale una “non statistica” e quindi una non-notizia però presentata in maniera a suo modo efficace. Caitlin Clark avrebbe subito il 17% dei falli flagrant (5) commessi in questa stagione WNBA, il dato più alto (e vero), e di questi l’80% li ha subiti nelle tre partite giocate contro le Chicago Sky di Angel Reese. Tre di questi 5 falli sono però stati commessi in situazione di tiro, con la giocatrice in difesa che saltando era finita “sotto” ai piedi di Clark, giocata pericolosa che porta a un flagrant automatico, ma che non si può considerare cattiva (chi si ricorda del famigerato fallo di Zaza Pachulia su Kawhi Leonard dissentirà, probabilmente).

Accuse di invidie e persino boicottaggi hanno toccato una grande ex giocatrice WNBA come Sheryl Swoopes, tre volte campionessa con le Houston Comets, olimpionica, hall of famer e oggi voce tecnica nelle telecronache delle partite. A febbraio, mentre Clark chiudeva la sua carriera collegiale da record a Iowa, ospite del podcast di Gilbert Arenas (sic), e contagiata forse dall’atmosfera e dalle idiozie dell’ex Agent Zero, Swoopes aveva “ridimensionato” i risultati della giocatrice mal citando dati e fatti. Swoopes aveva dichiarato che Caitlin Clark avesse 25 anni “e che gioca contro ragazze di 20 anni”, e che avesse beneficiato dell’anno extra di eleggibilità al college concesso dalla WNBA dopo la pandemia e la stagione 2020 interrotta anzitempo. Cose non vere e inesatte, che l’ex giocatrice ha poi giustificato come “iperboli” e spiegando come “l’anno del Covid mi abbia confuso“. Swoopes ha poi risposto a un’altra leggenda come Nancy Lieberman, ex coach WNBA e hall of famer, che l’aveva rimproverata al tempo per le sue inesattezze, e che è tornata di recente a segnalare questo atteggiamento “anti Caitlin Clark” dopo un’ospitata di Cheryl Swoopes a un altro podcast. Nel commentare l’ascesa delle Indiana Fever dopo la pausa per le Olimpiadi, Swoopes aveva celebrato l’apporto di Lexie Hull, Aliyah Boston e Kelsey Mitchell senza menzionare neppure Caitlin Clark e i suoi numeri. E per la partita successiva all’episodio, la stessa Swoopes era stata sostituita in telecronaca da Nancy Lieberman senza spiegazioni, e lasciando ovviamente campo alle dietrologie.

Per Stephen A. Smith (sic), Cheryl Swoopes è stata sostituita proprio per il suo boicotaggio a mezzo podcast di Caitlin Clark, e il polemista di ESPN ha attaccato Swoopes non capacitandosi di come avesse potuto cadere in un tale inciampo. Attacco cui l’ex giocatrice ha risposto invitando Smith “a ascoltare tutto il podcast” e a pensare ai fatti propri. Sempre per discolparsi dalle accuse, Cheryl Swoopes ha alla fine postato su X uno scambio di messaggi con Caitlin Clark, in cui la leggenda WNBA si scusava per le inesattezze dette a febbraio da Arenas, e a cui Clark ha risposto “senza rancore” e con rispetto. La stessa cosa non si può dire per i rapporti tra Swoopes e Lieberman, interrotti dopo la querelle.

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