DeMar DeRozan è stato definito come “un genio della pallacanestro” e “il miglior closer dell’NBA”.
Eppure, da quando ha reso pubblica la sua battaglia contro la depressione, ha dato vita a una conversazione che è andata ben oltre il campo. Rompendo lo stigma dell’omertà, ha aggiunto una nuova voce, raramente ascoltata, al dialogo sulla salute mentale: un atleta, nero e di successo, che ha parlato apertamente del suo dolore e ha chiesto agli altri di fare lo stesso.
Ora, è arrivato il momento di raccontare tutta la storia.
Nato e cresciuto a Compton, DeRozan non è estraneo alle difficoltà: ha vissuto in povertà, ha perso amici a causa della violenza delle gang della zona. Nelle palestre scolastiche e nei centri comunitari, alimentato dalla fame e dal desiderio di mettersi alla prova, ha iniziato a crescere, ma i dubbi lo hanno seguito.
Da ragazzino spaventato e arrabbiato a padre di cinque figli, DeRozan ripercorre il suo viaggio attraverso la fama ottenuta grazie al basket e le forze che lo hanno trasformato nel giocatore, e nella persona, che è oggi. Che sta lentamente guarendo.
Da uno degli atleti più schietti e rispettati della NBA arriva un libro innovativo e straordinario, che racconta la sua lotta pubblica contro la depressione, nella speranza che altre persone non soffrano da sole.
DeRozan farà tappa a Toronto il 13 settembre, per presentare il libro presso Indigo at The Well, nel centro della città. Il libro, Above the Noise: My Story of Chasing Calm, sarà in vendita dal 10 settembre.
DeRozan racconta i trionfi di cui è più orgoglioso e le volte in cui invece si è sentito così appesantito da non riuscire ad alzarsi dal letto. Riflette su cosa sia stato necessario per farsi un nome in un nuovo Paese, dopo essere stato preso dai Toronto Raptors, sulla pressione di giocare con atleti veterani e sul dolore per la perdita di modelli di riferimento.
Questo libro incoraggerà tutti coloro che si sono sentiti soli nelle loro lotte e ispirerà le persone a non avere paura e a dire la propria verità.
“Come uomini, e soprattutto come uomini neri, non parliamo abbastanza della nostra salute mentale. Facciamo fatica ad ammettere che le cose non vanno bene, anche quando è evidente a tutti quelli che ci circondano. Ho visto quanto questo possa diventare tossico. L’ho sperimentato io stesso: tenere tutto nascosto finché la testa e il cuore non sono pieni di fuoco e di rabbia” è il suo messaggio. Per noi, per voi, per tutti.