Home NBA, National Basketball AssociationApprofondimenti Facciamo chiarezza sui Kings: mercato opinabile, ma con un senso!

Facciamo chiarezza sui Kings: mercato opinabile, ma con un senso!

di Francesco Catalano
sacramento kings

I Sacramento Kings sono stati, senza dubbio, uno dei protagonisti della trade deadline 2022, ma questa volta lo saranno stati negativamente come spesso accade o positivamente?

Senza lasciarsi andare a giudizi affrettati, proviamo a capire se le mosse del GM McNair non siano state poi così folli come qualcuno vuole far intendere. Partiamo per gradi. Martedì è arrivata la trade che ha portato nella capitale della California Domantas Sabonis, Jeremy Lamb e Justin Holiday in cambio di Tristan Thompson, Buddy Hield e, soprattutto, Tyrese Haliburton.

Poco male per Thompson che era finito ai margini delle rotazioni e sicuramente il liberarsi di Buddy Hield non è dispiaciuto ai Kings che avevano già provato a scambiarlo nelle precedenti tornate. Il suo quadriennale da 94 mln (quello attuale è il secondo anno) è tutt’altro che leggero, soprattutto per un giocatore che non era più centrale negli equilibri della squadra e che aveva fatto trasparire più di qualche malumore.

Ovviamente, la grande perdita è stata quella di Tyrese Haliburton, lui che era un gioiello in casa Kings. 14.3 punti di media a partita, 3.9 rimbalzi, 7.4 assist e tanta leadership e carisma per un giocatore che in tanti vorrebbero nel proprio roster.

D’altro canto i Kings hanno ricevuto un play mediocre ma affidabile come Justin Holiday (10.9 punti, 2.7 rimbalzi e 1.9 assist di media), un tiratore più ondivago che efficace come Jeremy Lamb (quest’anno in calo), ma soprattutto un All-Star come Domantas Sabonis. E’ vero che Sabonis è quello che si definisce un “All-Star borderline”, ma in ogni caso è un giocatore che sposta e che appunto può spostare nell’immediato a Sacramento. Le sue medie stagionali dicono 19.0 punti, 12.1 rimbalzi e 5.0 assist (dato che sottolinea anche le sue qualità da passatore). Ricordiamo poi che il suo contratto in vigore vale circa 75 mln per quattro anni: confrontato a quello di Hield si può trarre qualcosa…

Per valutare al meglio e concretamente il mercato Kings occorre poi subito andare alla trade di giovedì, ovvero quella che ha visto salutare Marvin Bagley III. Inutile andare a ribadire il fatto che il giocatore sopracitato è stato scelto dai californiani prima di Doncic al draft; ormai è acqua passata. L’evidenza è che Bagley, le cui potenzialità erano (sono?) altissime, non è ancora esploso e la sua avventura ai Kings era ormai giunta al capolinea. In più, sacrosanto scambiarlo dal momento che è arrivato Sabonis.

Bagley, appunto, è stato coinvolto in una maxi-trade a quattro squadre con anche Clippers, Bucks e Pistons. L’ex scelta numero due del Draft è finito proprio a Detroit. In cambio McNair ha ricevuto Josh Jackson, Trey Lyles e Donte DiVincenzo (vecchio pallino). Il primo andrà in fondo alle rotazioni, il secondo potrebbe essere un discreto backup per Sabonis e il terzo potrebbe essere un tassello interessante. Dopo il grave infortunio della scorsa primavera, l’ex Bucks ancora non ha ritrovato la forma migliore, ma se la ritrovasse potrebbe dare un aiuto importante alla causa. Come già era per Bagley, anche lui a fine anno sarà unrestricted free agent quindi i Kings potranno decidere come muoversi più avanti.

Questi i movimenti. Cosa ne traiamo? I Kings hanno deciso di provare a puntare subito i playoffs, o meglio i play-in. Questi ultimi, alla fine, sono stati creati anche per questo: rendere più interessante la stagione regolare di squadre che altrimenti tirerebbero i remi in barca già a inverno inoltrato. Visto la generale poca competitività dell’Ovest di quest’anno al di sotto del sesto posto, i Kings hanno visto che con un piccolo sforzo arrivare almeno in decima posizione non è così impossibile, anzi.

Sacramento, infatti, è a sole due partite dai Pelicans (decimi). L’aggiunta di Sabonis va proprio in questo senso: un giocatore pronto e forte che ti sposta fin da subito gli equilibri, cosa che nemmeno uno come Haliburton nell’immediato poteva fare. Poi ci si potrebbe chiedere: perché cedere Haliburton e non De’ Aaron Fox? Legittimo. Si può dire che tra i due i Kings abbiano deciso di puntare sul secondo oppure, cosa che per chi scrive è molto più probabile, che i Pacers abbiano fissato in Haliburton il prezzo di Sabonis . Ed ecco che quindi è molto semplice chiudere il cerchio: privarsi di un giocatore più che buono ora ed ottimo in prospettiva per avere subito un All-Star.

La seguente mossa di lasciare andare Bagley è ciò che di più logico ci possa essere: scambiare il giocatore che ha deluso e che occupa la posizione del nuovo fulcro della squadra appena acquisito ed ottenere in cambio qualche giocatore di rotazione per rimpolpare il roster.

Insomma, il risultato pare essere questo: per i Kings è stata una finestra di mercato opinabile, ma con una logica ben precisa. Si può condividere o meno la scelta manageriale, ma questa volta non si può parlare d’incompetenza per quanto riguarda i californiani. Hanno agito lucidamente.

Del resto i Kings i playoffs non li vedono dal 2006 ed anche solo affacciarsi a quella soglia non sarebbe un risultato da rigettare.

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