Nikola Jokic non ha bisogno di tirare per dominare una partita alle NBA Finals, il 2 volte MVP ha condotto assieme a Jamal Murray e Aaron Gordon i suoi Denver Nuggets a una vittoria agevole in gara 1 per 104-93 contro i Miami Heat, siglando la sua nona tripla doppia in questi playoffs.
Per Jokic 27 punti, 10 rimbalzi e 14 assist con 2 palle perse in una partita in cui la sua sola presenza in campo e il tentativo della difesa di Miami di contenerlo, variando marcature, apre spazi per Gordon, Murray, Michael Porter Jr e Bruce Brown. Già nel primo quarto, dove la star dei Nuggets praticamente non guarda il canestro, è Aaron Gordon il “prescelto”, l’ala ex Magic è brava a farsi trovare spalle a canestro contro Max Strus e gioca una gara 1 aggressiva, chiuderà con 16 punti e 7 rimbalzi con 7 su 10 al tiro.
Con un Jokic in versione distributore (14 assist, suvvia) ce n’è per tutti a Denver, che nel secondo quarto è avanti per 57-42 e alimenta la sensazione già presente alla vigilia di una superiorità tout-court sugli Heat. I Nuggets segnano poco da tre ma non ne hanno bisogno (8 su 27), la scelta è spingere il pallone dentro l’area attaccando il “ventre molle” della difesa di Miami, ovvero Strus, Kyle Lowry e Duncan Robinson. Il risultato è un bel 50.6% dal campo, gli Heat si prendono 17 tiri in pià di Denver che però è perfetta nel non mandarli mai in lunetta, appena 2 i tiri liberi in gara 1 per gli ospiti, quasi inaudito.
“Non ho forzato, non forzo mai a dire la verità“, così un Nikola Jokic al solito naif, dopo gara 1 “Altri ragazzi erano in ritmo, Gordon stava facendo bene ed era lì che avevamo un vantaggio. Io prendo ciò che la difesa mi concede. Le Finals? Onestamente non vedevo l’ora di iniziare la partita. Tutto il resto, il media day e queste cose, mi sono sembrate quasi eccessive, forse la facciamo persino più grande di quello che è“.
Contro un Jokic con un atteggiamento e una calma olimpica del genere, per i Miami Heat dopo gara 1 sembra difficile pensare a un modo per tenere anche solo lunga la serie. Jimmy Butler ha cercato di leggere la difesa di Denver senza voler forzare a sua volta, e ha chiuso con appena 13 punti, 7 rimbalzi, 7 assist e 6 su 14 al tiro senza viaggi in lunetta. Dei suoi pretoriani hanno risposto presente Gabe Vincent (19 punti) e un sorprendente Haywood Highsmith da 18 punti in 23 minuti, per Max Strus e Duncan Robinson invece è stata una partita difficilissima, da 1 su 16 combinato dal campo e passata da bersagli difensivi da attaccare per Denver.
Per Bam Adebayo una doppia doppia da 26 punti, 13 rimbalzi e 5 assist, e la sensazione anche qui che la libertà di cui il lungo di Miami abbia goduto sia stata una precisa scelta tattica di coach Michael Malone, con la sua politica “Butler first”.
Dopo essere stati sotto anche per 84-60 i Miami Heat hanno rimontato nel quarto quarto fino al -10, costringendo Jokic a guardare il canestro. Il serbo ha chiuso il quarto periodo con 12 punti e 5 su 7 dal campo. “Questo è il bello con lui. nel basket è la difesa a dirti che cosa puoi fare e lui non forza mai niente. E se loro lo marcano così, beh lui finisce con 10 assist in un solo tempo, ti smonta letteralmente pezzo per pezzo“. ha detto coach Malone ” ai ragazzi ho lanciato un messaggio: Miami ha vinto hara 1 contro Milwaukee, gara 1 contro i Knicks e gara 1 contro i Celtics e noi non volevamo permettere loro di venire qui e prendere il controllo della serie“.
Jamal Murray ha segnato 26 punti con 10 assist in 44 minuti, per Michael porter Jr serata da 2 su 11 da tre ma da 14 punti con 13 rimbalzi, dalla panchina Bruce Brown ha segnato 10 punti in 21 minuti.