L’ottima partenza di Golden State ha sicuramente stupito anche i tifosi dei Dubs più ottimisti. Dopo l’addio di Klay Thompson in estate, al termine di una stagione opaca per tutta Golden State, in pochi si sarebbero aspettati un inizio del genere. E invece eccoli lì, con un record di 7-1, ai vertici di un’agguerritissima Western Conference. Gli ottimi risultati sono frutto di un gran lavoro di squadra, come dimostrato anche dalla lunghissima panchina impiegata finora da coach Kerr. Proprio la profondità del roster è uno dei punti di forza di questa squadra, con ben 13 giocatori in doppia cifra di minuti giocati in media.
Non è detto però che le cose non possano cambiare. Secondo Brian Windhorst di ESPN infatti, Golden State sembrerebbe la candidata più probabile ad imbastire una “big trade”. Già in estate avevano sondato il terreno per il possibile arrivo dei vari Paul George e Lauri Markkanen, senza però concretizzare nulla. Adesso potrebbero sfruttare l’ottimo rendimento di alcuni giocatori per sfruttarli come pedine di scambio. Tra i più papabili troviamo sicuramente Brandin Podziemski o Jonathan Kuminga, che insieme a un pacchetto di scelte e a Wiggins potrebbero far gola a qualcuno. Ovviamente gli Warriors andrebbero in cerca del “pezzo mancante” per diventare a tutti gli effetti una contender. Bisognerà però aspettare l’avvicinarsi della trade deadline per poterci fare un’idea più chiara delle possibilità.
L’alternativa è che la dirigenza valuti questo gruppo sufficientemente attrezzato per provare ad arrivare fino in fondo. L’aggiunta di Buddy Hield sta dando risultati quasi inaspettati, con il giocatore capace di inserirsi perfettamente nel sistema. Steph Curry è il solito, e con il suo rientro dall’infortunio Golden State potrebbe trovare ulteriori certezze. Green sembra aver rimesso la testa sul campo, continuando a dare il suo in attacco e in difesa. Wiggins sta ritrovando la forma, provando a riavvicinarsi ai livelli del 2022, anno del titolo. Per il resto ognuno sta contribuendo alla causa, come dimostrato dall’ottimo gioco espresso dalla squadra di Steve Kerr. Difficile affermare con certezza però se questo possa essere sufficiente ad arrivare fino in fondo, specialmente in questo Ovest super competitivo. Sicuramente però i Dubs sono partiti con il piede giusto e, come hanno dimostrato anche tre anni fa, mai dare per vinti questi Warriors.