Questa partita fa subito tornare alla mente le NBA Finals di 3 anni fa, vinte dagli Warriors 4-2. Da lì è nata una sorta di rivalità tra le due franchigie, anche perché i Celtics hanno intenzione di diventare la prossima dinastia, dopo che l’ultima è stata proprio Golden State. Stanotte Curry e compagni hanno espugnato il TD Garden, vincendo una partita combattuta fino all’ultimo minuto. 118-112 è il risultato finale, ma cos’è successo nei 48 minuti?
La partita
Innanzitutto segnaliamo le assenza più importanti: da un lato mancavano De’Anthony Melton e Brandin Podziemski, quindi una buona fetta del playmaking in uscita dalla panchina e dall’altra mancavano Kristaps Porzingis, Xavier Tillman e soprattutto Jaylen Brown, la cui assenza si è sentita. Per sopperire alle assenze Kerr ha arruolato Lindy Waters, che non è stato molto coinvolto, mentre Mazzulla ha messo addirittura in quintetto Neemias Queta, che invece ha giocato un signor quarto periodo, chiudendo con 14 punti e 8 rimbalzi.
Il primo tema da trattare è la difesa degli Warriors. Solitamente Golden State nega agli avversari di attaccare l’area, lasciandoli più liberi di far circolare la palla sul perimetro. Inoltre accettano spesso gli switch sui blocchi, sfruttando la versatilità dei difensori. Questa notte però Curry, che invece non è un difensore versatile, è stato costantemente bersagliato dagli attaccanti in maglia Celtics. Coach Kerr, per evitare che finisse ogni azione a marcare Tatum, ha deciso di cambiare strategia.
Gli Warriors hanno aggredito e raddoppiato quello che usciva dal blocco col pallone in mano per tutta la partita. Spesso Derrick White e Tatum giocano i pick-and-roll anche all’altezza del logo e più volte li abbiamo visti intrappolati da due difensori a ridosso della linea di metà campo. I lunghi facevano show forte e costringevano gli avversari a passaggi difficili in uscita. In più gli altri 3 difensori, non coinvolti nel pick-and-roll, si buttavano sulle linee di passaggio più vicine, rendendo davvero tormentato l’inizio dell’azione ai campioni in carica.
Comunque Boston ha gestito abbastanza bene queste situazioni e ha chiuso la partita con 12 palle perse, dato in linea con le loro medie di quest’anno. Però hanno faticato più del solito a trovare tiri di alta qualità e hanno chiuso con il 42% al tiro e 35% da tre. Questa aggressività difensiva ha generato 17 punti in transizione per gli Warriors, contro i soli 8 dei Celtics. Golden State, soprattutto nel primo tempo, ha premuto sull’acceleratore per cercare punti veloci in contropiede o in semitransizione.
Inoltre Golden State ha fatto meglio le piccole cose, come buttarsi sulle palle vaganti, andare a rimbalzo in attacco ecc. In questo è un maestro Gary Payton II, il cui impatto non è mai rappresentato dal tabellino. Se vuoi battere i più forti devi buttarti nel fango più di quanto lo facciano loro e questo gli Warriors lo hanno capito.
Nonostante tutto, i Celtics hanno continuato a fare il loro gioco, ma in maniera meno fluida del solito e si sono aggrappati in alcuni momenti ai lampi dei singoli. White ha messo 12 punti nel primo quarto e Tatum ha dominato il terzo quarto segnando 4 triple. C’è stato persino un momento nel quarto periodo, dove Queta ha dominato il pitturato raccogliendo 3 rimbalzi offensivi consecutivi e ha pure rifilato una stoppata a Curry.
Dall’altra parte del campo gli Warriors hanno giocato il loro solito basket fatto di blocchi lontano dalla palla e tanto movimento. Hield in uscita dai blocchi è infallibile e anche stanotte ha tirato 4 su 7 dall’arco. Kyle Anderson ricopre bene il ruolo di vigile del traffico alla Draymond Green e si è messo anche in proprio con 11 punti e 3 su 4 da 3. Wiggins sta tornando a essere un fattore in attacco e anche lui ha chiuso in doppia cifra, più precisamente 16 punti.
In generale l’attacco dei Warriors è oliatissimo ed è sempre un piacere vedere come si muovono lontanto dalla palla. Questa intesa tra tutti gli uomini della rotazione permette a Golden State di continuare a funzionare anche quando Curry riposa e di tenere in campo contemporaneamente due non tiratori, come possono essere a turno Jackson-Davis, Green, Looney e, non stanotte, Anderson. Questa è un’enorme differenza rispetto agli anni scorsi, in cui bastava un raffreddore di Steph e crollava la baracca. Questa squadra è 7-1, con il 30 che ha saltato 3 partite e che quando ha giocato ha limitato moltissimo il suo usage.
Stanotte lo Chef ha giocato una grande partita, chiudendo con 27 punti con 8 su 17 al tiro, 4 su 9 da tre, 7 rimbalzi, 9 assist, 4 rubate e 3 palle perse. Ha forzato pochissimo ed è dentro i meccanismi della squadra; lo abbiamo anche visto fare un balletto insieme a Buddy Hield sulla sua tripla decisiva a 46 secondi dal termine. C’è già chi li chiama Splash Buddies…
Le due squadre si affronteranno nuovamente il 20 gennaio. Attualmente gli Warriors hanno un record di 7-1 e sono terzi, ma a parimerito con le prime due; i Celtics invece sono secondi con un record di 7-2.