Home NBA, National Basketball AssociationApprofondimenti I quintetti del millennio: Denver Nuggets

I quintetti del millennio: Denver Nuggets

di Michele Gibin
Denver Nuggets

Nella prima parte del nuovo millennio, i Denver Nuggets hanno quasi sempre recitato la parte della rispettabile outsider, presentando formazioni divertenti e talentuose a cui è sempre mancato qualcosa per compiere l’ultimo passo. Con l’arrivo degli anni Venti e con l’esplosione di Nikola Jokic, la musica è cambiata; i Nuggets sono diventati una contender a tutti gli effetti, fino ad arrivare alla Terra Promessa nel 2023. Ecco il quintetto ideale dei Denver Nuggets dal 2000 in avanti.

Point guard: Chauncey Billups

‘Mr. Big Shot’ ha giocato nella natia Denver nella stagione 1999/2000, senza lasciare un gran segno. Quando torna in Colorado, 8 anni più tardi, ha nel curriculum due finali NBA, di cui una vinta da MVP nel 2004, 3 All-Star Game e due apparizioni nei quintetti All-NBA.

Con la maglia dei Detroit Pistons si è trasformato in quel leader di cui i Nuggets hanno tanto bisogno. Billups si dimostra subito il motore perfetto per la squadra di George Karl, che chiude la stagione 2008/09 alle finali di Conference dopo aver eguagliato il miglior record nella storia della franchigia. Chauncey viene inserito nel terzo quintetto All-NBA e disputa il suo quarto All-Star Game. Manifestazione a cui partecipa per l’ultima volta nel 2010, quando lui e Carmelo Anthony guidano Denver al quarto posto nella Western Conference. I playoffs terminano subito per mano degli Utah Jazz di Deron Williams, e in Colorado si avvicina la rivoluzione. A febbraio 2011, Billups viene spedito ai New York Knicks insieme a Melo.

Guardia: Jamal Murray

Dopo aver trascorso una stagione a Kentucky, la guardia canadese viene scelta dai Nuggets con la settima chiamata al draft 2016. Nel suo anno da rookie parte come riserva di Gary Harris, poi coach Michael Malone prova a utilizzarlo come point guard, spostandolo in quintetto. Murray emerge tra i giovani più interessanti della lega, e si fa notare soprattutto per le grandi prestazioni ai playoffs: nel 2019 mette a ferro e fuoco la difesa dei Portland Trail Blazers, che battono Denver solamente in gara-7 del secondo round.

L’anno successivo, nella Bolla di Orlando, mette in scena un incredibile duello con Donovan Mitchell degli Utah Jazz, in cui i due si scambiano performance da 50 o più punti, e aiuta i Nuggets a raggiungere le finali di Conference. Il 2020/21 sembra la stagione giusta per la consacrazione, individuale e di squadra. A un passo dai playoff, però, Jamal si lesiona il legamento crociato del ginocchio sinistro, infrangendo di colpo ogni speranza. Salta interamente il 2021/22, e quando torna in campo deve passare attraverso una fase di rodaggio prima di ritrovare la condizione ideale. Murray raggiunge il top della forma in tempo per i playoffs 2023, quando gioca un ruolo determinante della trionfale cavalcata dei Nuggets. Pur non avendo ancora disputato un All-Star Game in carriera, vince il titolo NBA da seconda stella della squadra, sfoderanndo anche una tripla-doppia da 34 punti, 10 rimbalzi e 10 assist in gara-3 delle Finals.

Ala piccola: Carmelo Anthony

Campione NCAA con Syracuse e miglior giocatore delle Final Four, ‘Melo’ è tra le stelle più attese del draft 2003, ritenuto da molti tra i più ricchi di sempre. I Nuggets lo scelgono con la terza chiamata, e con il suo arrivo si trasformano immediatamente da una delle peggiori squadre della NBA a un’ospite fissa dei playoffs. Anthony emerge rapidamente tra i migliori realizzatori della lega, nel 2006 viene inserito nel terzo quintetto All-NBA e l’anno dopo debutta all’All-Star Game, manifestazione a cui parteciperà altre tre volte durante la sua permanenza in Colorado. Dopo tante eliminazioni al primo turno, nel 2009 Melo trascina Denver alle finali di Conference, dove ingaggia un memorabile duello con Kobe Bryant. Quello si rivela il vertice della parabola per i Nuggets, che nella stagione successiva si fermano di nuovo al primo round. Anthony fa sapere alla dirigenza di non voler rinnovare il suo contratto, e a febbraio 2011, dopo tante speculazioni, viene ceduto ai New York Knicks.

Ala grande: Marcus Camby

Già pilastro dei primi Raptors ed elemento fondamentale nella corsa alle Finals dei New York Knicks, Camby viene ceduto a Denver il giorno del draft 2002. Il lungo del Connecticut diventa l’àncora difensiva della squadra per gran parte del decennio, contribuendo a mantenere i Nuggets ai piani alti della Western Conference. Con la maglia bianco-azzurra, Camby chiude tre stagioni come miglior stoppatore della lega, viene inserito 4 volte nei quintetti All-Defensive e viene eletto Difensore dell’Anno nel 2007. L’anno seguente, dopo il pesante 0-4 subito al primo turno playoffs per mano dei Lakers, Marcus viene ceduto ai Clippers.

Centro: Nikola Jokic

I Nuggets si presentano al draft 2014 con l’idea di prendere un centro; per questo motivo, con la scelta numero 16 selezionano Jusuf Nurkic. Per rinfoltire ulteriormente il reparto lunghi decidono di opzionare colui che farà da riserva al bosniaco, tale Nikola Jokic, per cui spendono la quarantunesima chiamata. Quel ragazzotto rubicondo e sovrappeso rimane un’altra stagione in Serbia, poi sbarca in Colorado, per unirsi a una squadra in piena ricostruzione.

In quel momento, la storia dei Nuggets prende una svolta drastica e imprevedibile. Non solo Jokic ruba il posto in quintetto a Nurkic; non solo emerge di prepotenza fra i migliori lunghi NBA; ‘The Joker’ si impone come uno dei più grandi cestisti nella storia della lega, rivoluzionando il ruolo di centro con la sua innata visione di gioco e trasformando Denver in una squadra da titolo. Nel 2019 debutta all’All-Star Game e viene incluso nel primo quintetto All-NBA, l’anno seguente guida i Nuggets alle finali di Conference, nel 2021 viene eletto MVP stagionale, nel 2022 bissa il premio e nel 2023 trascina la franchigia al primo titolo NBA della sua storia, vinto da Finals MVP e da miglior realizzatore, rimbalzista e assistman degli interi playoffs.

Sesto uomo: Allen Iverson (Aaron Gordon, J.R. Smith)

Meritevole di questo posto ci sarebbe anche Aaron Gordon, decisivo nella cavalcata al titolo nel 2023, ma quando Allen Iverson è arrivato a Denver, a dicembre 2006, era ancora una stella di prima grandezza. Nella sua prima stagione in Colorado segna quasi 25 punti e 9 assist di media, sfornando due prestazioni da almeno 44 punti e 10 assist, e viene convocato all’ottavo dei suoi undici All-Star Game. Nel 2007/08, a 32 anni, gioca tutte e 82 le partite e resta in campo più minuti di chiunque altro nell’intera NBA, come già successo in altre sei stagioni. Ripetendo un copione visto e rivisto a Philadelphia, la sua squadra non riesce però a fare strada ai playoffs, ostacolata da formazioni decisamente più attrezzate come San Antonio Spurs e Los Angeles Lakers. A novembre 2008, la dirigenza dei Nuggets capisce che per fare il passo successivo serve un tipo di giocatore diverso; Iverson viene ceduto ai Detroit Pistons in cambio di Chauncey Billups, che infatti guiderà subito Denver alle finali di Conference.

Allenatore: Michael Malone

George Karl ha reso i Nuggets una delle formazioni più divertenti della NBA, ma Michael Malone l’ha portata dritta al traguardo finale. Arriva a Denver nel 2015, insieme a Nikola Jokic, e plasma stagione dopo stagione quella che diventerà la migliore squadra della lega. Nel 2017 e nel 2018 i Nuggets sfiorano l’accesso ai playoffs, nel 2019 si spingono fino a gara-7 del secondo turno e l’anno seguente si fermano solo alle finali di Conference. L’infortunio di Jamal Murray, che Malone ha pensato di utilizzare come point guard, compromette le chance di successo sia nel 2021, sia nel 2022, ma con il roster al completo non c’è più storia; Denver domina la regular season e marcia indisturbata fino al titolo NBA, lasciando per strada vittime illustri. Coach Malone celebra il trionfo giocando un ruolo da protagonista assoluto nella parata per le strade cittadine.

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