Home NBA, National Basketball AssociationNBA TeamsGolden State Warriors Iguodala: “Non sono da Hall of Fame, Poole? A volte non ci provava neppure”

Iguodala: “Non sono da Hall of Fame, Poole? A volte non ci provava neppure”

di Michele Gibin
Jordan-Poole-Andre-Iguodala

Il posto virtuale nella Hall of Fame del basket mondiale per i suoi risultati da giocatore, Andre Iguodala lo ha già dopo 4 titoli NBA vinti con i Golden State Warriors e un premio come MVP delle Finals nel 2015, ma se lo chiedete a lui, Iggy risponderà che sente di non meritarlo.

Io non sono uno che abbia creduto nella ‘ring culture’ ma di certo ne ho tratto beneficio“, ha ammesso Iguodala con lucidità ospite del nuovo episodio di The Old Man and the Three di JJ RedickCome giocatore ho un sacco di limiti e penso che ci dovrebbero essere dei tier per l’ingresso nella Hall of Fame. Se lo chiedi a me, io non lo sono, per niente. Quelli che ci sono già non avevano difetti nel loro gioco, Kobe Bryant, LeBron James, suvvia, io non posso stare nel loro stesso discorso. E anche tanti altri non possono. Sono due mondi differenti, e uno come Michael Jordan ancora è in un mondo a sé, a parte“.

Andre Iguodala si trasferì ai Golden State Warriors nel 2012 ed è stato parte fondamentale nella costruzione dell’ultima grande dinastia NBA, guidando Steph Curry, Klay Thompson e Draymond Green verso la piena maturità cestistica. Nel 2015 Iggy toccò l’apice, vincendo il premio come miglior giocatore della finali NBA, vinte per 4-2 contro i Cleveland Cavs di LeBron James. La sua prima esperienza a Golden State sarebbe terminata nel 2019, coinvolto nella sing and trade che portò Kevin Durant ai Brooklyn Nets, Iguodala avrebbe riparato a Miami per due stagioni prima di tornare agli Warriors nel 2021 e fare in tempo a vincere un altro titolo, nel 2022 contro i Boston Celtics.

Andre guodala ha giocato ancora – poco, appena 8 partite – nel 2022-23 a causa di un infortunio patito poco dopo aver rifirmato a stagione iniziata con Golden State, e saltando anche i playoffs. Prima della stagione, l’ex Nuggets e Sixers aveva garantito che quella 2022-23 sarebbe stata l’ultima della sua carriera, Iggy non ha però ancora ufficializzato il suo ritiro.

La stagione 2022-23 dei Golden State Warriors è stata minata dal caso Draymond Green-Jordan Poole e dai rapporti tra i due e tra Poole e lo spogliatoio. Il neo giocatore degli Washington Wizards ha dovuto accettare la retrocessione in pianta stabile da sesto-settimo uomo della rotazione dopo il rientro in pianta stabile di Klay Thompson. Un processo che Iguodala, da veterano, ha definito “un ostacolo” per Poole.

Per lui è stato un bell’ostacolo, non godere della stessa libertà in attacco di cui godevano Curry e Thompson. Perché non posso avere anche io questa libertà? Si chiedeva. OK, lui di titolo ne ha vinto uno solo e non 4, ma ci ha vinto una partita di finale, gara 5 nel 2022. Ed è tornato l’anno dopo pensando di aver dimostrato tutto e di valere lo stesso trattamento (…) era stato il secondo miglior realizzatore, e allora perché avrebbe dovuto essere lui quello che si sacrifica? Era cià che pensava“.

A volte” ha poi proseguito Iguodala “ti dava l’impressione che non ci provasse neppure, o meglio che si impegnasse a non provarci neppure. Ma quanta energia devi buttare per comportarti così? Voglio dire, in difesa ha avuto dei momenti in cui gli avrei detto, se non la smetti di cadere e ‘floppare’ di proposito invece di provare a difendere… e lui lo sa, siamo come fratelli, le sa queste cose“.

Questo è uno dei motivi per cui, Chris Paul aiuterà gli Warriors molto di più di quanto la gente non si aspetta. Forse neppure gli Warriors sanno cosa aspettarsi“. Golden State ha spedito Jordan Poole agli Wizards nella trade con cui hanno prelevato Chris Paul da Washington. CP3 era stato appena mandato agli Wizards nello scambio che aveva spedito Bradley Beal ai Phoenix Suns.

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