Daryl Morey “assicura” che coach Doc Rivers sarà sulla panchina dei Philadelphia 76ers anche per la prossima stagione, sgomberando il campo dalle voci di esonero e dalle attenzioni di un’altra nobile del basket NBA, i Los Angeles Lakers alla caccia del nuovo head coach.
Il presidente dei Sixers ha confermato Rivers in panchina in occasione della conferenza stampa di fine stagione, all’indomani dell’eliminazione al secondo turno dei playoffs per mano dei Miami Heat, in 6 partite. Prosegue dunque l’esperimento James Harden per i 76ers, e non potrebbe essere altrimenti dopo aver speso scelte, e tre giocatori per arrivare all’ex MVP.
“E’ un grande coach e ci piace lavorare con lui, sento che sto imparando. Io, Rivers e Elton Brand facciamo un grande trio, vedremo dove sapremo arrivare”, così Morey “Ma siamo fiduciosi di dove questo viaggio ci porterà, ovvero ad avere un’ottima chance di vincere il titolo”.
James Harden ha dal canto suo già confermato lo scontato, ovvero che resterà anche l’anno prossimo a Philadelphia sfruttando la player option da 46 milioni di dollari prevista dal suo contratto. Il Barba diventerà free agent nell’estate 2023, ad attenderlo c’è un’estate in cui dovrà ritrovare la forma perduta, se non dei tempi di Houston almeno quella vista lo scorso a Brooklyn, prima dell’infortunio muscolare di marzo aggravatosi poi ai playoffs.
“Il piano con Harden è di riaverlo qui, come lo è stato quando lo abbiamo preso via trade. Sul contratto lavoreremo con i suoi agenti (…) James è un giocatore dalle capacità uniche, troveremo il modo per sfruttarle al meglio. Siamo elettrizzati da fatto che coach Rivers potrà avere un’intera off-season per lavorare con questo gruppo di giocatori, con Harden, Joel (Embiid, ndr) e Tobias Harris. Ora c’è molta delusione perché avevamo grandi ambizioni, ma pensiamo a quante cose possiamo migliorare e qui tocca a me, a Brand e al coach“.
Doc Rivers aveva commentato a caldo la sua posizione in panchina, a suo dire salda: “Sono sicuro del mio posto perché faccio un ottimo lavoro“, aggiungendo poi, con coraggio, di aver saputo portare avanti “una squadra cui nessuno dava credito” a inizio stagione, e persino nel 2020\21 quando i Sixers ebbero il miglior record della Eastern Conference.