Anche senza Joel Embid, perdere in casa dei Memphis Grizzlies del rientrante Ja Morant non è accettabile per coach Doc Rivers che dopo il 106-104 del FedEx Forum sferza i suoi Philadelphia 76ers e non ammette scuse per la sconfitta.
Dopo giorni di assenze anche a causa del protocollo anti Covid, i Sixers ritrovano contro Memphis Ben Simmons, Tobias Harris e Matisse Thybulle ma non Joel Embiid rimasto a Philadelphia a curare un ginocchio dolorante. Al suo posto in quintetto c’è Dwight Howard che assieme a Simmons domina a rimbalzo (32 rimbalzi in due!) ma non basta.
Non è bastato perché i 76ers hanno impilato 22 palle perse, di cui 7 del solo Simmons e 5 del pur ottimo Shake Milton (28 punti con anche 4 assist) che in queste prime partite potrebbe aver avanzato la sua candidatura a giocatore più migliorato della stagione. Ma se le due point guard della squadra, assieme a Tobias Harris (5 palle perse) si dimostrano così disattenti in attacco, ogni partita diventa difficile da vincere.
“Non è questione di chi gioca ma di come abbiamo giocato“, così Doc Rivers dopo la prova dei sui 76ers “Abbiamo giocato male, in modo disattento e quando o fai, perdi le partite. Di 22 palle perse, direi almeno 15 sono state regalate, con passaggi brutti, al contrario di come avrebbero dovuto essere. E inoltre a tratti non abbiamo mai mosso il pallone“. I Sixers hanno inoltre sparato a salve da tre punti (appena 7 su 25), l’assenza di Seth Curry pesa ma è una percentuale che si vedeva lo scorso anno, e non può lasciare tranquillo Doc Rivers.
“Non cerco scuse, non ci sono e non le voglio. Questo sarà un anno eccezionale con il Covid e tutto il resto, dovremmo superare di tutto, e nel frattempo trovare comunque il modo di vincere le partite. E oggi avremmo dovuto vincere. Non voglio sentire che mancassero Joel (Embiid, ndr), Seth Curry o Korkmaz, è una questione di mentalità. Non posso accettare il discorso che quando ci saremo tutti allora vinceremo“.
76ers, Ben Simmons ha schivato la trade ma ora deve crescere
Doc Rivers non fa ovviamente nomi, ma è Ben Simmons a essere sotto la pressione di “evolvere” in un giocatore del livello che anche il suo contratto ormai gli richiede, e soprattutto dopo essersi ritrovato apertamente sul mercato per James Harden. Contro i Grizzlies, Simmons ha sfiorato la tripla doppia ma si è preso soli 9 tiri (3 su 9), e le 7 palle perse sono troppe. L’australiano si è spesso adagiato ad operare dal post medio, e la serata magra al tiro da tre punti della squadra ha fatto il resto. A punire i 76ers nel finale di gara sono stati poi gli errori di Harris, a sprecare la rimonta nel quarto periodo ispitrata da Milton.
Il calendario dei Philadephia 76ers propone ora una trasferta a Oklahoma City, conro Shai Gilgeous-Alexander e una squadra che come Memphis gioca senza la pressione della favorita e che nonostante un roster a prima vista non all’altezza ha oggi un record di 6-6. A OKC non ci saranno ancora Embiid e Curry, da Ben Simmons e Tobias Harris ci si attende una replica.