I Boston Celtics cadono sotto al 50% di vittorie dopo la sconfitta casalinga per 107-96 contro i Sacramento Kings, un’altra prova deludente per la squadra di coach Brad Stevens.
Neppure il rientro appena dopo la pausa per l’All-Star Game di Marcus Smart è servito a dare una scossa a una squadra che non riesce a emergere, seppure con All-Star come Jayson Tatum e Jaylen Brown e in una Eastern Conference livellata verso il basso, se si tolgono dal discorso le prime tre della classe Nets, Sixers e Bucks.
Contro i Kings i Celtics (20-21) hanno inseguito per tutta la partita, e dopo un terzo quarto da 35 punti in cui i padroni di casa riescono a mettere anche la testa avanti (è ancora 87-86 a 8 minuti dal termine), crollano nel quarto quarto con soli 15 punti. De’Aaron Fox e Richaun Holmes hanno buon gioco contro la difesa di Boston (priva di Tristan Thompson fermato dal protocollo anti Covid), Harrison Barnes cattura 13 rimbalzi e Buddy Hield chiude con 6 su 13 al tiro pesante.
I Celtics faticano anche in attacco, non superano il 43% al tiro e Tatum chiude con 6 su 16 e appena 15 punti, peggio fa Kemba Walker che termina con 18 punti e 7 assist ma perde il confronto diretto con un De’Aaron Fox da 29 punti e 45 assist.
Per i Boston Celtics è la terza sconfitta consecutiva, la seconda di fila contro un avversario ampiamente alla portata dopo il 117-110 casalingo subito dai Cleveland Cavs. “Ormai è chiaro per noi, se vogliamo vincere le partite dobbiamo giocare bene“, così coach Brad Stevens “Nella NBA bisogna essere sempre al massimo, sennò non puoi vincere, ed è su questo che dobbiamo lavorare. Puoi cambiare quintetti e rotazioni, o qualsiasi altra cosa, ma hai comunque 17 ragazzi che devono essere impazienti di giocare bene assieme. Di tuffarsi in campo, di andare a rimbalzo, possesso dopo possesso (…) e se il primo responsabile devo essere io, lo accetto, e cercherò di fare del mio meglio per tirare fuori il massimo da un gruppo che ha un grande potenziale. Ed è questo ciò che faremo“.
In campo per Boston si è ripetuto però un copione già visto, con la squadra non in grado di eseguire nei finali di partita. 6 su 21 al tiro nel quarto periodo, difficile vincere contro chicchessia con percentuali così.
“Ci sono state tante occasioni (quest’anno, ndr) in cui come gruppo siamo andati sotto nei quarti periodi“, spiega Jaylen Brown “Tante partite che avremmo potuto vincere e che abbiamo invece perso. Problemi di testa, fisici o che altro, nel quarto quarto è dove si vincono le partite e noi ci siamo spesso disuniti“.
Boston Celtics, Brad Stevens: “Non vado a Indiana University”
In tempo di torneo NCAA, tornato dopo lo stop del 2020 a causa della pandemia, coach Brad Stevens si è trovato a rispondere a diverse domande circa un interesse di Indiana University nei suoi confronti. Rumors cui coach Stevens aveva già risposto, e che ha dovuto fugare un’ultima volta: “Come già detto, non ci sto pensando. E l’ho fatto in maniera chiara pur sottolineando quanto per me l’Indiana e UI siano posti speciali. Stiamo affrontando una stagione dura e non posso certo lasciare il campo. Ho 44 anni e ormai sono un ragazzo del Massachussetts (a ‘masshole’, ndr) in tutto e per tutto, guido male, mangio da Dunkin Donuts e tifo Patriots“.
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Dispiace dopo 8 anni, ma forse è arrivato il momento di creare una discontinuità.
Il roster di Boston non è da finals nè da finali di conference e forse le tre arrivate negli ultimi quattro anni sono state delle stagioni al di sopra delle potenzialità, proprio grazie alla capacità di Stevens di fare gruppo, creare una difesa che può vincere contro qualsiasi attacco e schemi vincenti nei finali. Ha sempre invece avuto difficoltà ad allenare i top players, da Isaiah Thomas che nella sua stagione stellare ha fatto saltare ogni schema giocando da solo, a Irving, ad Hayward. Ora fatica a dare la giusta identità a Brown e Tatum, nella loro migliore stagione di sempre dal punto di vista statistico, ma peggiore per capacità di contribuire alla vittoria.
Troppo isolati, segnano tanto e sono molto efficienti, ma non creano gioco per i compagni.
Non so se basta un nuovo allenatore per cambiare la stagione dei Celtics, forse servirebbero anche almeno un paio di buoni giocatori
(Tiratori e un rim protector da alternare a Williams..)
Però forse è arrivato il momento di mettere da parte un modo di giocare innovativo se non dà più i risultati sperati e di giocare come tutti gli altri. Ad esempio, è inutile dare più importanza al posizionamento difensivo di squadra e lasciare il tiratore libero.